Aiuto! I terroristi islamici tutti li conoscono ma nessuno li ferma

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Aiuto! I terroristi islamici tutti li conoscono ma nessuno li ferma

23 Dicembre 2016

Amri Anis, il tunisino indicato come responsabile della strage del mercatino di Natale a Berlino, è stato ucciso stanotte in una sparatoria con due agenti di polizia italiani, dopo che l’uomo aveva aperto il fuoco contro i poliziotti, ferendone uno alla spalla, durante un controllo nei pressi della stazione di Sesto San Giovanni. Ha urlato “Allah Akbar!”.

La storia di Amri è istruttiva: era sbarcato nel 2011 a Lampedusa con alle spalle una condanna a cinque anni per rapina. Poi si era distinto per aver dato fuoco, insieme ad altri migranti minorenni – ma probabilmente lui non lo era – a una struttura di accoglienza dell’isola, la Casa Fraternità della Parrocchia, rendendola inagibile (impianto elettrico, muri di pietra e giardino esterno distrutti). Quattro anni in galera, durante i quali si era fatto notare per aver danneggiato pure una cella di uno dei diversi istituti in cui era stato trasferito e per aver minacciato un altro detenuto, cristiano, di tagliargli la testa.

Leggiamo su Repubblica: “Intimidazioni, sopraffazione, promozione di disordini e sommosse: è lunga la lista dei comportamenti a rischio tenuti da Amri Anis dietro le sbarre nelle carceri italiane. Risulta chiaramente dalla documentazione che lo riguarda. I suoi comportamenti violenti hanno reso necessario, tra l’altro, lo spostamento in diverse carceri siciliane per motivi di sicurezza”. E ancora: “Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria aveva segnalato al Comitato analisi strategica antiterrorismo comportamenti sospetti, notati durante i periodi della sua detenzione nelle carceri siciliane tra il 2011 e il 2015. Nell’informativa, redatta dal Dap, si segnalava un percorso con profili di “radicalizzazione” seguito da Amri in carcere e episodi in cui manifestava forme di adesione ideale al terrorismo di matrice islamica”.

Scontata la pena non viene espulso in Tunisia perché non arrivano i documenti necessari a identificarlo: la Tunisia, in altre parole, non lo riconosce come cittadino.

Quindi Amri Anis se ne va indisturbato in Germania, dove, riferisce la Merkel, erano informati sul suo conto: “è un terrorista, estremista, islamista. E’ persona nota da molto tempo alle forze dell’ordine”, ha dichiarato ieri la cancelliera. E inoltre, riferisce il Corriere, “era nei radar delle agenzie di intelligence statunitensi”. Il New York Times, citando funzionari americani, spiega che Amri “aveva fatto ricerche online su come fabbricare una bomba e ha comunicato con l’Isis almeno una volta” e che “era nella no-fly list statunitense”.

Sempre fonti giornalistiche rivelano che Amri sarebbe finito nei radar delle autorità di sicurezza tedesche da diversi mesi anche “per essersi offerto come kamikaze“, come risultava da “indagini sui predicatori d’odio” basate “sulla sorveglianza delle telecomunicazioni”. Tuttavia “le dichiarazioni erano formulate in modo talmente complicato” da “non essere sufficienti per far scattare l’arresto”. In più, Amri avrebbe chiesto “come poteva procurarsi delle armi” a una persona risultata poi “un informatore delle autorità di sicurezza”, ha concluso Spiegel online.

Ecco, mancava solo che girasse con una scritta luminosa in fronte “sono un terrorista pericoloso e sto preparando un attentato”.

Come si fa poi a parlare di accoglienza, se non ci sono neppure gli strumenti giuridici per espellere dall’Europa uno così? Come si fa a dire che non dobbiamo avere paura, se uno con questo curriculum gira indisturbato sotto le nostre case? Come si fa a ripetere “dobbiamo continuare a vivere come sempre”, se non si riesce non dico a mettere in galera, ma neanche a mettere sotto sorveglianza uno così?

Finora gli autori delle numerose stragi islamiche erano tutti conosciuti alle forze dell’ordine, più o meno segnalati. Non esistono i mostri assetati di sangue che si materializzano dal nulla: hanno tutti un curriculum vitae bello sostanzioso, i terroristi islamici, sempre noto alle autorità.

E poi c’è ancora qualcuno che protesta e si sorprende se Trump, che promette di espellere gli immigrati irregolari con pendenze penali, vince le elezioni? E poi ci si lamenta se a Gorino non vogliono immigrati? Se in Europa vincono le destre? Il problema non è l’accoglienza, o la paura del diverso, come ancora si ripete oramai accecati dalla volontà di non vedere. Il problema è che la gente è consapevole della totale incapacità dei governi europei a gestire tutti questi profughi, della incapacità di distinguere i delinquenti dalle persone normali, della incapacità totale e manifesta di controllare addirittura i criminali già noti. 

I profughi e i migranti vanno accolti, ma l’immigrazione deve essere governata. Sull’immigrazione si sta misurando la politica europea, con evidenti esiti fallimentari: sono i governanti attuali, in queste condizioni, a gonfiare le vele agli estremismi, consegnando loro l’Europa su un piatto d’argento. Sarà l’incapacità di comprendere e governare l’immigrazione a spegnere definitivamente la sinistra europea.