Al Festival di Roma il cinema fa l’attore non protagonista

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Al Festival di Roma il cinema fa l’attore non protagonista

28 Settembre 2007

Le atmosfere lounge si interrompono
improvvisamente. Il tempo di salutare e ringraziare i giornalisti per la
presenza, giusto quello, poi si spengono le luci. Silenzio. Parla lui. Quando Walter inizia a parlare a braccio nell’unico
cono di luce disponibile nella sala Sinopoli appositamente attrezzata ad
ospitare la conferenza stampa che deve sancire il lancio della seconda festa
internazionale del cinema di Roma, un brivido percorre la sala: vuoi vedere che
dobbiamo sorbirci un altro predicozzo sul partito democratico? Per fortuna no. Si parla solo dello
strabiliante successo di una manifestazione che appena nata già condiziona
tutto il cine-world.

Una manifestazione per tutti. Proprio per
tutti. Dove la Città Eterna per un attimo dimentica le sparatorie notturne che
insanguinano le strade, una qualità della vita ai minimi storici, per diventare una immensa sala cinematografica. Dai cine club alle arene d’ispirazione
cattolica, dagli immancabili centri sociali ai cinema veri e propri, un
bengodi che al cittadino fa perdonare ogni cosa, trasportandolo all’incanto,
proprio come nella intro del sito.

C’è tutto il necessario per una kermesse
cinematografica: il focus India che inzierà con il Prospects, Contemporary
Art from India
, una grande mostra sull’arte contemporanea indiana fino all’Indian
day
il 19 ottobre, un red carpet arricchito dall’incantevole
installazione floreale della designer tailandese di fama internazionale
quale curatore degli allestimenti per la regina di Thailandia, Sakul Intakul;
poi aree vippissime super-riservate, percorsi articolati tra film, libri in
concorso non si sa per che cosa, mostre, la celebrazione del fenomeno tutto
italiano, le Winx, i cartoni animati tanto cari alle nostre bambine,
l’omaggio al “Signor Bonaventura” di Sergio Tofano negli ottanta anni dalla
nascita del personaggio. Come si concluderà la festa? Che domande: dopo oltre
venti anni Jovanotti torna Dj e con Danzyricon farà ballare tutta la
città, sempre nessuno escluso: è qui la festa!? Mancheranno solo i nani,
i mangiafuoco e gli elefanti.

E i film? Qualcuno sottolinea come le premiere
presentate quest’anno siano le stesse del Festival di Toronto, con l’eccezione
della mancanza di Cronenberg. Praticamente le premiere non sono premiere.
L’organizzazione stizzita ci spiega come si tratti solo di una coincidenza e
sì, purtroppo Cronenberg non viene. Ma Walter si è già defilato. Eppoi uno non
sta a pensare a cose del genere quando organizza un festival del cinema. Sarà vero, ma lì, a Toronto, c’erano 354
proiezioni, alla seconda veltroniade sono 145 di cui solo 14 (ma
attenzione ben selezionati) quelli in concorso, dove con ogni probabilità
Sidney Lumet con il suo “Before the Devil Knows you’re Dead” se la potrà
vedere unicamente con “Juno” opera di Jason Reitman e gli italiani Mazzacurati
e Greco, il primo impegnato a raccontare una nuova declinazione della vita sul
delta del Po, il secondo alle prese con un intimo viaggio allo specchio.

Poi Cuba, tanta
Cuba con il progetto di Gianni Minà che c’è da giurare non perderà occasione
per sputare ancora un poco sugli USA ed esaltare il vecchio Fidel. Ancora Cuba
con la retrospettiva tutta su Raul Ruiz. Poi Tim Robbins nelle vesti di un
eco-vendicatore, Sean Penn, Gavin Hood con “Rendition” che ci racconta com’è
difficile vivere negli USA stretti tra il rischio terrorismo e le leggi di
Bush, infine “Silk” (Seta) l’adattamento cinematografico del romanzo del tenero
Baricco.  

Alla fine ci si
guarda negli occhi: insomma questo festival rischia di essere “Youth without
Youth”, il nuovo lavoro di Francisdel rapp Ford Coppola, la retrospettiva su Terrence
Malick (“La sottile linea rossa”, “Il nuovo mondo”) e poco più. Quindici milioni di
Euro. Si dice due terzi dai privati. Tra cui il gruppo Mezz’aroma, ma nessuno
sta lì a malignare sulla storia dei palazzinari e Goffredo Bettini,
l’imperituro braccio destro del Walterone nazionale,  nuovo Sbardella. Il cinema ci piace.
Anche un Festival a Roma, perché no? Ma cos’è questa cosa qui?