Al forum Davos c’è la Brexit della May e Padoan contro il ceto medio e populisti

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Al forum Davos c’è la Brexit della May e Padoan contro il ceto medio e populisti

19 Gennaio 2017

 ‘Il Regno Unito conquisterà un nuovo ruolo di leader come il rappresentante più forte a livello di imprese e commercio. Il Regno Unito sarà un paese sicuro che controlla il proprio destino”. Così la prima ministra britannico Theresa May ha descritto Brexit alla platea del World Economic Forum di Davos. Le ha provato a rispondere Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco provocando con un “Non si inizia un negoziato con le minacce”. Ma sono parole che non hanno effetti contro la determinazione della May. 

Aggiungendo poi, “Noi non vogliamo punire la Gran Bretagna” ma – ha aggiunto Schaeuble – “e’ ovvio che ci sono delle conseguenze, il passaporto europeo (per le imprese britanniche, ndr) non sta piu’ in piedi”.

Dalla cornice innevata del resort svizzero dove si sono riuniti i big dell’economia mondiale, è intervenuto anche il ministro Padoan. Il professore si è messo a dileggiare la classe media “disillusa dal futuro nelle prospettive di lavoro, per i figli e per il welfare, ed esprime la delusione dicendo no a qualsiasi cosa i leader politici suggeriscano”. Aggiungendo, “non c’è un Paese in cui non ci sia insoddisfazione della classe media“.  

Il dibattito sulla crisi della classe media, al quale partecipava anche il direttore del Fmi Christine Lagarde, era intitolato «Spremuti e arrabbiati». Ma Padoan ha argomentato il suo disappunto: “Sappiamo che è molto più difficile trovare una soluzione che dire semplicemente no. I no dominano lo scenario politico e questo è un segnale di crisi”. E a questo punto il risentimento per la batosta al referendum si è fatto evidente. 

Non stanco è passatto ad un attacco contro il populismo. “Dobbiamo prendere i populisti seriamente nel senso che non tutti quelli che votano le idee populiste sono i bad guys, molto spesso sono bravissime persone, normali cittadini”. La ricetta del ministro? “Non servono solo buone politiche ma politiche efficaci se si vuole contrastare il no populista che nasce dall’insoddisfazione”. E per finire il muso duro, “Se l’atteggiamento populistico si afferma, non possiamo più governare una società democratica. Questo mi preoccupa”.