Al GF è il giorno del trans, della bonazza e di Mauro, re degli insaccati
03 Novembre 2009
Lo guardo o non lo guardo? Lo guardo.
Anche se io quelle nomination lunghissime proprio non le reggo. E non reggo manco i pianti troppo pianti, i gridolini troppo gridolini e i congiuntivi troppo poco congiuntivi.
Mi sa che a capodanno mi conviene buttar giù la tv dal balcone…
Non sono mai stata un’appassionata di reality, forse perché per anni ho vissuto in un piccolo paesino in cui lo sport più in voga era lo spy flower. Ovvero: “esco sul terrazzo a bagnare i fiori che a furia d’acqua marciranno ma chissenefrega, tutto pur di farmi una manciata di fatti tuoi”.
Ora mi posso vendicare, ora posso spiare anch’io. Ora possiamo spiare tutti, 24 ore su 24, anche se non abbiamo né terrazzo né fiori. Basta avere un telecomando, una televisione e tanta pazienza.
E allora spio.
Alessia Marcuzzi mi accoglie più in forma che mai, (s)vestita in un Versace di pailettes, magra ma morbida come sempre. Piglio il diario segreto di Poochie e ci annoto in data di domani: comprare gli yogurt di Alessia. Non li ho mai provati e magari non funzionano… Ma il concetto è lo stesso del superenalotto: se non giochi non vinci.
Lei è carina, simpatica, esuberante. Ogni tanto però mi viene in mente la scena di “Così fan tutte” (andata in onda in fascia pre serale) in cui “mangiava” un wurstel bollente come lo avrebbe mangiato Jessica Rizzo e la guardo in cagnesco. Non me lo dovevi fare, Alessia.
Al suo fianco, adagiato comodamente su una poltrona (in pelle umana?), l’onnipresente Alfonso Signorini, un po’ mega direttore galattico di Fantozziana memoria e un po’ Wanda Osiris. Per tutta la puntata ha tenuto fra le mani una rosa rossa. La annusava rapito, la usava per solleticarsi il naso quando era divertito e la puntava contro le telecamere quando parlava infervorato. Nuova moda? O gli è avanzata dal giro ai cimiteri del giorno prima e ha pensato bene di portarsela in studio?
E poi ci sono loro, ovviamente: i concorrenti, gli inquilini, i “ragaaaazzi”!
Premessa: non ho visto la prima puntata. Ma ne ho sentito parlare abbondantemente. Il giorno dopo ero sul regionale Torino – Milano e tra i sedili sporchi, i bagni di più e i porta immondizia strabordanti non si parlava d’altro.
“C’è uno che in realtà è una ma non dicono qual è. Secondo me è quello tutto muscoloso. E poi ce ne sono tanti orfani, poverini!”
“Certo, lì se non hai avuto almeno un lutto, il morbo della mucca pazza o non t’hanno rapito gli alieni non ti prendono! L’hai vista la brasiliana? Che oca.”.
“Ah, per me vince il ragazzo gay. Maicol, senz’acca.”
Ma come, di già? Alla prima puntata si mormora il nome di un ipotetico vincitore? Ma chi sarà mai questo Maicol? Lo scopro quasi subito. E’ stato votato come il preferito della settimana, ha un ciuffo indomabile di cui va molto fiero ma che non sa gestire e quindi si tocca in continuazione e possiede svariati peluche (Pimpi su tutti). E’ disoccupato e single, ha il terrore dei clown e dei cani ed è decisamente molto gay e molto divertente. Per ora.
Insieme alla brasiliana Camila provvederà, nel caso l’aveste, a farvi aumentare esponenzialmente il mal di testa grazie a una vasta gamma di urletti acuti accompagnati da saltelli birichini, il più delle volte usati a sproposito.
Modalità: gatti in calore.
Poi arriva George e mi faccio una cultura su di lui e su suo figlio Dan. Il piccolino gli manda un disegno, lui si commuove (ma va?), piange (ma dai!) e ripete come in trance, battendosi un pugno sul cuore, tre semplici parole: “Da paura, oh!”.
Ma come da paura, oh? E’ il tuo bimbo, mica una finale di coppa, una bella figa o un film di Dario Argento…
Del resto una delle sue massime preferite è: “Meglio un giorno da leone che mille da cento!”. Da paura.
Scopro, insieme a chissà quanti altri milioni di italiani, chi è il trans: Gabriele, un tempo Elettra (ma lo è ancora, in parte. Diciamo che per essere uomo gli manca ancora qualcosa… Dopodiché la fidanzata inizierà a lamentarsi come facciamo tutte e a implorarlo di tirar su la tavoletta del wc quando va in bagno). Gabriele ha degli occhi azzurri dolcissimi che lasciano trapelare qualcosa di femminile, è timido al punto giusto e ha dei modi gentili.
Al contrario della madre che un giorno, in un bar, gli ha detto: “Vedi, nella borsetta ho un rossetto e uno specchio. Ma non ho l’affetto per te.”
Signora cara, provi a cercarlo nel portafoglio. O nel borsone della palestra. Nelle tasche del cappotto? Niente, eh? Se proprio non lo trova le sarà caduto ad una fermata dell’autobus mentre cercava le sigarette…
Faccio zapping e sorvolo sulla maggior parte delle nomination. Torno dopo un bel po’ di minuti, giusto in tempo per beccarmi l’ingresso nella casa del Ligabue de noantri: Mauro, 29 anni, re degli insaccati.
Un po’ la figura del salame l’ha fatta, in effetti.
Lui si definisce “fascino puro”. Se il fascino puro è così, io lo preferisco ben diluito. Ammazza!
Magari mi sbaglio. Magari cambierò idea. Ho mesi e mesi da passare con lui, con chi ho già più o meno conosciuto e con chi invece non ho ancora scoperto.
Quattro mesi… Dura più il Grande Fratello che la mia otturazione nuova (quasi) di pacca. Nemmeno un mese e si è già staccata.
Almeno il Grande Fratello è gratis.