Al Molise serve un federalismo che tenga conto delle sue specificità

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Al Molise serve un federalismo che tenga conto delle sue specificità

24 Marzo 2011

di B.U.

È ancora lunga la strada verso l’entrata in vigore della riforma federalista nel nostro paese, ma l’approvazione dei decreti attuativi in commissione Bicamerale procede – pur non senza qualche intoppo – senza sosta. Il meccanismo perequativo, che garantirà il livellamento dei servizi tra le Regioni più ricche rispetto a quelle più povere (divisione che quasi sempre coincide con Nord e Sud), deve essere calibrato in modo adeguato, per evitare passi falsi.

Uno dei settori più scottanti è quello sanitario: le cure sono forse il tema più sentito dai cittadini, quindi è facile che sia questo il terreno di scontro più acceso tra potere centrale e enti locali. In questo quadro si inserisce la polemica sollevata dal Molise in commissione Sanità del Senato, dove è stato votato il parere allo schema del decreto legislativo che determinerà i costi e i fabbisogni standard nella Sanità. Nell’organo di Palazzo Madama si sono espressi in modo contrario – seppur con diverse motivazioni – i senatori Ulisse Di Giacomo (Pdl) e Giuseppe Astore (Misto).

Il nodo, ha precisato Di Giacomo, riguarda le risorse da destinare alle Regioni nel settore sanitario. Il provvedimento esaminato, che poi dovrà tornare in commissione bicamerale per il federalismo, non contiene in modo esplicito il riferimento al fondo perequativo che, nella sanità, servirà a livellare le Regioni più povere a quelle più ricche. I criteri di distribuzione del Fondo – per evitare “dislivelli” – sono, in realtà, già previsti dalla legge 42 del 2009 (le legge di “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”) che all’articolo 9, comma G, punto 3, stabilisce come “la ripartizione del fondo perequativo tiene conto, per le Regioni con popolazione al di sotto di una soglia da individuare con i decreti legislativi di cui all’articolo 2, del fattore della dimensione demografica in relazione inversa alla dimensione demografica stessa”. Di fatto, pochi abitanti, poco gettito fiscale, più risorse dallo Stato per affrontare i costi nella Sanità.

Un passaggio che nello schema sembra essere stato trascurato, ma che – con ogni probabilità – sarà riportato all’attenzione del governo, con l’obiettivo di trovare un equilibrio che garantisca, quanto più possibile, un’applicazione del principio federalista che possa rappresentare realmente un beneficio per le diverse parti del Paese.

E’ proprio nei meccanismi di perequazione, infatti, che risiede la maggiore preoccupazione delle Regioni e che si trova la vera fonte delle polemiche, tenuto conto della disomogeneità del territorio nazionale sotto i più diversi profili. La sfida del federalismo consisterà, quindi, nel saper trovare la quadra degli interessi regionali, senza privilegiare né penalizzare nessuna parte del Paese e valutando le dinamiche attraverso cui dare operatività ai principi normativi.