Al “No-B Day” l’antiberlusconismo ha preso una stranissima piega
05 Dicembre 2009
Le masse sono stupide, gli individui molto meno. Ne abbiamo avuto la riprova ieri al No-B Day, il serpentone anti-berlusconiano che si è snodato a Roma, portando in strada migliaia di persone al grido di “Al voto!, al voto!”. Per la gran massa dei manifestanti il Cav. non ha scampo e va condannato, ma per i singoli individui, presi uno per uno nel caos, la politica italiana non è così scontata e offre interessanti spunti su cui riflettere.
“Non è che se si alza un pentito dobbiamo per forza credergli – dice un signore sui cinquant’anni a cavalcioni di una transenna – e non parlerei neppure di dittatura, se mai di preponderanza mediatica. Ma il punto non è questo”, la disoccupazione, il precariato e la mancanza di riforme di sistema, sono le cause di un malumore crescente che il governo farebbe bene a non sottovalutare: "Me ne frego dei processi e dei pentiti – spiega un ragazzo – so solo che faccio l’infermiere e mi hanno proposto un aumento di 8 euro all’anno".
Questo non significa che la "dittatura mediatica" e le "collusioni con i Graviano" non siano state la moneta sonante della protesta, ma il fatto è che abbiamo registrato degli umori non proprio convenzionali nella pancia della folla di Piazza San Giovanni: una crescente fascinazione verso il presidente della Camera Gianfranco Fini; la mancanza di una leadership riconosciuta (che vuol dire non avere un’identità politica marcata); un sotterraneo desiderio di riallineamento del Pd a sinistra.
Sappiamo che una cosa è la fascinazione, ben altra l’adesione, ma è paradossale che Fini venga paragonato a Ingrao (un militante del di Rifondazione si lascia sfuggire anche questo), come unico “garante del parlamento” svuotato di senso dallo strapotere berlusconiano… A quelli del Pd piacciono molto i discorsi sugli immigrati e la “moralità” del presidente della Camera, mentre i militanti dell’Idv guardano con interesse al riassetto politico del centrodestra orfano del Cavaliere. Si tratta di capire se, al voto, Fini resterà con il cerino in mano – dopo aver scontentato i suoi e “affascinato” la sinistra.
In ogni caso avrebbero potuto anche chiamarlo “No-leadership-Day”, visto che Bersani convince ma non esalta, Franceschini è già stato dimenticato e D’Alema con i suoi bizantinismi “ha sinceramente rotto le scatole”. Non ci sono nomi da spendere con ottimismo per il futuro. “Il problema è che la sinistra non fa politica, non la vive sul territorio – dice un ragazzo alle prese con la sua pizza – Sai cosa non vuoi essere, ma non sai come sarai domani…”. E se a molti rifondaroli non dispiacerebbe che lo scissionista Vendola si prendesse il Pd, i giovani democratici stimano Nichi, gay, cattolico e amministratore attento ai bisogni locali. “Sì, ci voglio credere a questo Pd”, sogna una ragazza venuta da Imola. “C’è bisogno che Sinistra e Libertà confluisca nel partito democratico – condivide un ex militante di ‘Lotta continua’ che ora vota per Bersani – abbiamo bisogno di rafforzarci a sinistra”.
Attenzione agli Under 25. Molti di loro odiano i partiti e non si fidano della democrazia. Quasi tutti ignorano chi sia Spatuzza (“De che?”, sbotta un fattone con il suo cane al guinzaglio). Se ne hanno sentito parlare, lo associano immediatamente a “il Fatto” o a Facebook, e in ogni caso "Berlusconi è un mafioso", i processi sono superflui, in Italia “non si governa senza la mafia”. “Dell’Utri farà la fine di Lima” ghigna un’altro bel tomo con spietato sarcasmo.
Gli chiedi se hanno usato Facebook prima di scendere in piazza la risposta è sì, lo hanno fatto tutti, per gridare nel mondo virtuale che in Italia c’è la dittatura. Blog e social network sono l’unico strumento di contro-informazione disponibile… Se non fosse che molti di loro ignorano, o fanno finta di non sapere, che proprio Facebook li tiene in pugno, appropriandosi dei loro dati sensibili, della loro vita reale, per confinarli in uno spazio dove vengono “profilati” come cavie, queste sì degne di “V for Vendetta”.