Al Pd (forse) non dispiace così tanto la candidatura di De Magistris
02 Marzo 2011
di M.A.
Luigi De Magistris ha rotto gli indugi ed ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Napoli. Dopo lunghi tentennamenti, l’eurodeputato dell’Italia dei Valori ha sciolto la riserva ed ha manifestato l’intenzione di competere alla poltrona di primo cittadino del capoluogo campano alla guida di un cartello di liste civiche svincolato dalle logiche di partito, rilanciato come un laboratorio politico per un nuovo centrosinistra nazionale.
Non è apparsa casuale la scelta di comunicare questa sua decisione attraverso una conversazione con il direttore di Micromega, Paolo Flores d’Arcais, pubblicata sul portale Youtube, nel corso della quale ha dichiarato che "dopo il pantano delle primarie a Napoli, dalle quali il centrosinistra è uscito più disastrato di prima, da parte della società civile è venuta una grande sollecitazione affinché potessi rappresentare una sorta di uscita di emergenza democratica".
Se in soccorso di De Magistris sono subito giunti gli endorsement del leader della Fiom, Giorgio Cremaschi, che ha definito la candidatura dell’ex magistrato una buona notizia “contro i giochi di palazzo di destra e sinistra” e della leader dei girotondini napoletani, Giuliana Quattromini, che ha parlato di “un candidato antipartitocratico, in discontinuità con il passato deludente del centrosinistra locale”, di tutt’altro tono sono apparse le reazioni degli esponenti del partito di Bersani. In particolare, il commissario provinciale del Pd, il giovane deputato Andrea Orlando, ha definito la scelta di De Magistris un diktat che mina il percorso di ricerca di una candidatura condivisa dall’intera coalizione. Una reazione, quella dei vertici del Pd, scontata ma di scarsa credibilità. La decisone di De Magistris sembra, quindi, aver spaccato il centrosinistra napoletano e generato una frattura con i Democratici locali, ancora alla ricerca di un candidato condiviso dopo il dramma del primarie annullate.
Nonostante i distinguo e le prese di posizione ufficiali, la candidatura di De Magistris potrebbe invece rappresentare la risoluzione di un problema per il Pd. Acuti osservatori avevano da tempo evidenziato che la strategia di logoramento ed attendista del Pd volesse condurre proprio verso una soluzione del genere. In primis furono Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi, dalle pagine del loro sito The Front Page, in un articolo datato 17 febbraio ed intitolato “Il Pd vuole dare Napoli a De Magistris” a spiegare le ragioni di questa scelta. Nel corso di questi quindici giorni esponenti del Pd, come il candidato alle primarie Nicola Oddati e la sua componente, hanno manifestato la loro disponibilità a sostenere la candidatura dell’ex magistrato. Un altro segnale è venuto dalle parole del Responsabile Mezzogiorno di IdV, il giornalista economico Marco Esposito che, dopo l’esito delle primarie di Torino, ha candidamente confessato che “a volte in una coalizione si fanno questi ragionamenti: Torino e Bologna al Pd; Milano e Cagliari a Sel; per Napoli un ottimo candidato Idv”. Parole pronunciate poche ore prima dell’annuncio di De Magistris e che confermano come alla base della scelta possa esserci un accordo di massima.
Un’opposizione di facciata, pertanto. Negli ultimi giorni l’attenzione dei vertici del Pd, dopo il rifiuto del giudice Raffaele Cantone, si era concentrata sulla figura del prefetto Mario Morcone, direttore nazionale dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità. In tanti hanno manifestato i loro dubbi su questa ipotesi, per la sua scarsa popolarità in città. Inoltre, in un’intervista di Orlando rilasciata a Repubblica, si è scoperto che la candidatura del prefetto non è stata un’idea del Pd, bensì si è trattato di una proposta lanciata dall’imprenditore Borgomeo dalle pagine de Il Mattino. Una dimostrazione ulteriore dell’assenza di una qualsivoglia strategia e di una condotta a tentoni e per maldestri tentativi da parte del Nazareno sulla vicenda napoletana. Un partito che risulta eterodiretto da chiunque oggi sia intenzionato a dire la propria sulle sue scelte, sia esso Saviano, Di Pietro o Borgomeo. Dalle indiscrezioni riportate dai giornali di oggi risulta, addirittura, che Bersani abbia invitato a soprassedere ulteriormente, nella speranza che il Terzo Polo possa ancora orientarsi per le amministrative per una grande coalizione antiberlusconiana e, quindi, fornire un nome per la città di Napoli. Un segnale ulteriore dello sbandamento dei Democratici napoletani.
Nelle pieghe di questa confusione, per Di Pietro è stato gioco facile inserirsi e rilanciare con forza la candidatura De Magistris. Un passo indietro sembra, allo stato, un’ipotesi non praticabile. L’eurodeputato ha organizzato per sabato 5 marzo la convention di presentazione della sua candidatura al Cinema Modernissimo, chiamando a raccolta tutti i suoi sostenitori.
Una nuova pagina della telenovela del centrosinistra sulla scelta del sindaco di Napoli è pronta ad essere scritta. Dopo le primarie truffa, il corteggiamento senza esito a Cantone, la sorpresa Morcone, oggi il capitolo De Magistris. Il finale si prospetta ricco di suspense e aperto a qualsiasi sviluppo. Tutti gli scenari sono possibili. Lo spettacolo è appena cominciato.