Al Qaeda: “Uccidete ambasciatori Usa”   Attentato kamikaze a Kabul, 12 morti

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Al Qaeda: “Uccidete ambasciatori Usa” Attentato kamikaze a Kabul, 12 morti

18 Settembre 2012

Il film ‘blasfemo’ Innocence of Muslims continua ad infiammare il Medio Oriente. Col passare delle ore le proteste non accennano a placarsi. Anzi si fanno più cruente. Soprattutto alla luce di un messaggio diffuso da Al Qaeda nel Maghreb islamico in cui invita i suoi adepti a “seguire l’esempio” dell’attacco al consolato Usa a Bengasi e uccidere tutti gli ambasciatori americani nella regione per protestare contro la pellicola sulla vita di Maometto.

Un appello, quello dell’organizzazione terroristica, che agita ancora più le acque mediorientali dopo quanto accaduto stamani a Kabul. Una ragazza in burqa, con 200 kg di esplosivo nell’auto, si è fatta esplodere contro un minibus nei pressi dell’aeroporto della capitale afghana, ha provocato la morte di almeno 12 persone, di cui nove operai stranieri e due civili afghani e il ferimento di due agenti della sicurezza. L’attentato kamikaze è stato rivendicato dal gruppo ribelli Hezb-e-Islami – uno dei tre gruppi armati, insieme ai talebani ed alla Rete Haqqani, che si oppongono al governo Karzai – parlando di vendetta per il film sul profeta Maometto.

Le proteste si estendono anche al Pakistan dove la visione del trailer è stata bloccata su Youtube da un provvedimento preannunciato ieri dal premier pakistano Raja Pervez Ashraf a seguito delle proteste scoppiate in diverse città del Paese e in cui sono morte due persone. In una nota del governo di Islamabad si legge: "L’indicazione è stata data dopo che YouTube ha rifiutato di prestare attenzione al consiglio del governo pakistano di rimuovere il film blasfemo dal suo sito". L’accesso alla piattaforma di video-sharing sarà sospeso finché il trailer del film del profeta non sarà rimosso.

Sulla scia del Pakistan, anche il Bangladesh ha fatto sapere tramite è l’Authority per le Telecomunicazioni di Dacca di aver bloccato l’accesso a Youtube: “Abbiamo bloccato il sito web per un periodo indefinito su decisione del governo”, si legge nella nota citata dalla Dpa.

Violenza e proteste continuano a imperversare anche in Indonesia dove, secondo l’agenzia d’informazione Sipa, alcune centinaia di persone hanno manifestato a Medan, bruciando una bandiera americana e alcuni pneumatici davanti al consolato degli Stati Uniti. I dimostranti, appartenenti a diversi gruppi islamici, hanno agitato delle bandiere con la scritta ‘America va all’inferno’. In Kashmir, invece, la polizia ha usato gas lacrimogeni e manganelli per disperdere una manifestazione. Lo comunica un ufficiale coperto dall’anonimato, precisando che i dimostranti hanno lanciato pietre alle forze di sicurezza.

Intanto, il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha ribadito che "le nostre ambasciate sono in una situazione sicura". Ma che comunque "esercitiamo la massima sorveglianza. Abbiamo fatto una verifica questa mattina nei venti principali Paesi interessati da possibili reazioni al famoso film, sono in una situazione sicura".