“Al voto con Casini. Montezemolo? Lo vedrei nella squadra di Berlusconi”

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“Al voto con Casini. Montezemolo? Lo vedrei nella squadra di Berlusconi”

28 Novembre 2010

La maggioranza “si è rotta”, niente Berlusconi-bis. Il Terzo Polo? Non nascerà mai. E la grande alleanza dalemian-casinian-finiana “non sta in piedi”. L’exit strategy di Gianfranco Rotondi è una sola: il voto, tra tre mesi. Prospettiva nella quale il Pdl “senza Fini, ha un profilo più centrista e rappresenta il fulcro della grande area moderata”. Da questo punto di vista “ha davanti a sé una prateria”. Sì, dunque, al patto elettorale con Casini ma anche con Montezemolo che il ministro per l’Attuazione del Programma vedrebbe bene “nella nuova squadra di Berlusconi”.

Ministro Rotondi, il quadro politico assomiglia a un rompicapo. Lei ha capito a che punto siamo e cosa accadrà da qui al 14 dicembre?

Mancano ancora più di due settimane e come diceva Churchill ‘una settimana è un tempo lunghissimo in politica’.

Non ha risposto. Quindi?

Quindi è inutile fare previsioni.

Sì, ma secondo lei quali sono gli scenari più verosimili?

L’indicatore di dove stiamo andando è la ricomparsa di Romano Prodi. E quando Prodi compare sulla scena politica la campana delle elezioni sta per suonare.

Dunque si vota a marzo?

Quando una maggioranza si rompe, le elezioni sono sempre la conseguenza più probabile. In questo caso si è rotto addirittura il partito di maggioranza, credo sia molto difficile che la legislatura possa continuare.  

Eppure Berlusconi pur non escludendo il ritorno alle urne in caso si sfiducia alla Camera, sta lavorando per ottenere una maggioranza solida e continuare a governare.

Esprimo la mia opinione e dico che pur avendo la maggioranza alla Camera sarà difficile completare la legislatura. In altre parole, mi sembra che le elezioni siano uno sbocco oltreché naturale anche augurabile per il Paese. E la ragione di fondo è che c’è un chiarimento; del resto anche in altri paesi il ricorso alle urne non viene considerato un trauma, solo qualche solone ripete che così si spendono soldi. La mia controbiezione è: e quando i soldi si bruciano sui mercati per l’instabilità di un governo che si regge su quattro voti, come è accaduto con Prodi allora va tutto bene?

D’Alema rilancia la grande alleanza Pd-Udc-Fli in caso di elezioni o in alternativa insiste sul governo di transizione. Qual è la sua valutazione?

Non sono pronti alle elezioni ma non lo saranno mai perché D’Alema, Bersani, Casini e Fini sono diversamente oppositori, nel senso che fanno un’opposizione che il paese non si è reso conto se c’è. Quello di D’Alema è uno schema che non sta in piedi.

Ministro non ci giri intorno: se il governo cadrà alla Camera, c’è la possibilità di un esecutivo alternativo?

Quando l’alunno non è pronto all’esame chiede sempre un rinvio.

E il Colle cosa farà?

Il presidente Napolitano che la Costituzione l’ha scritta, a differenza di questi amici che forse non l’hanno letta, registrerà se esiste una maggioranza e se non c’è, scioglierà le Camere.

Il Berlusconi-bis è un’opzione ancora possibile? Bocchino ha fatto intendere di sì anche se dice che quello del premier è il quarto punto e non il primo che interessa ai futuristi rispetto a programma e apertura ad altre forze politiche.

A Bocchino dico: che uno eletto sotto il simbolo ‘Berlusconi presidente’ dica che il premier è il quarto punto, già questo ci porta a chiudere ogni discorso. Per noi l’unico punto è il patto fra Berlusconi e i cittadini. La diserzione di alcuni deputati ci porta a restituire la parola agli elettori. Tutto qui.

Quindi niente Berlusconi-bis?

Assolutamente no, perché si dimettono gli sconfitti, non i traditi.

Il premier sta mantenendo un canale aperto con Casini. Secondo lei c’è spazio per un’intesa?

Trovo normale che due partiti aderenti al Ppe facciano un governo insieme, ma non in questa legislatura.

Quando e come?

In teoria nella prossima, che sarà tra tre mesi. Intanto se si va allo scioglimento delle Camere, prima di formulare delle alleanze le forze politiche si parleranno e, a Camere sciolte, secondo me sarà giusto che anche Berlusconi e Casini si confrontino. Se le dissonanze prevarranno sulle consonanze, allora ciascuno andrà per la sua strada.

Se si sta al ‘Berlusconi prima dimettiti poi si dialoga’ ripetuto in questi giorni dal leader Udc, il confronto è tutto in salita.

Trovo normale e coerente che uno eletto per fare l’opposizione sia disinteressato a entrare nel governo.

Guerriglia parlamentare sul ddl Gelmini che slitta a martedì anche per le manovre finiane e centriste, col governo che intanto è andato sotto per tre volte. Cosa c’è da aspettarsi ancora?

Tagliare le unghie ai baroni universitari è una delle operazioni più pericolose. Ci provò il mio maestro Fiorentino Sullo e ci rimise le penne. Oggi tocca alla Gelmini, speriamo bene. E’ difficile negare che i baroni universitari contino e che influenzino i partiti all’interno dei quali hanno anche posizioni di primo piano. Sullo ne limitava il potere già con la riforma del ’69 ma alla fine si dimise.

Sta dicendo che Fini e Casini stanno dalla parte dei baroni?

Un po’ fanno opposizione al governo, un po’ tengono bordone ai baroni sulla riforma.

Eppure i futuristi avevano detto che il ddl Gelmini era una buona riforma e che l’avrebbero sostenuta. Intanto ieri sul sito di Generazione Italia è comparsa la lettera di sfiducia al premier. Che idea si è fatto?

 Non amo esasperare i toni verso il presidente Fini; si è aperta una frattura politica, si è rotto il partito di maggioranza: inseguire tutte le conseguenze è gossip. Il fatto politico è che la maggioranza non c’è più.

Lei ci crede veramente a un’alleanza elettorale tra Pdl, Lega e l’area moderata che sta al centro?

Il Pdl senza Fini ha un profilo più centrista. In altre parole c’è meno destra anche se la destra c’è ed è rappresentata in modo molto qualificato, ma quella di La Russa e Gasparri è una destra alla Aznar, cioè una destra che ha fatto passi molto significativi verso il centro. Un partito così, può fare tutte le alleanze che vuole; davanti a sé ha una prateria. Noi siamo il vero centro, altro che Terzo Polo.

In che senso?

Sono gli altri a dover ruotare per forza intorno a noi. In questo senso noi siamo davvero la nuova Dc.  

Il Terzo Polo è all’orizzonte o resterà una chimera?

Non nascerà mai. Il Terzo Polo è solo una rincorsa per vedere dove si atterra meglio al governo. In realtà, l’Udc sceglierà tra noi e la sinistra.

E Montezemolo? In questi giorni sta parlando da politico.

La critica offensiva verso il ceto politico in base alla quale lui assemblea tutto nella definizione della ‘casta’, mi pare ingenerosa. Detto questo, non vedo perché noi dovremmo escludere Montezemolo dal dialogo, sempre che lui ne abbia voglia e sempre nel senso di alleanze per il voto che potrebbe esserci tra tre mesi. E’ un’opzione per certi aspetti interessante perché al netto dei suoi giudizi che trovo ingenerosi, bisogna riconoscere che Montezemolo sarebbe una novità.

In che ruolo lo vedrebbe?

Non lo so ma sicuramente la tolda di comando del centrodestra propone – inclusi Fini e Casini – nomi che sono sulla scena da vent’anni. Obiettivamente, non penso che a Berlusconi dispiacerebbe avere in squadra un personaggio nuovo e per molti aspetti evocativo come Montezemolo.

Lo vedrebbe bene anche come potenziale premier al posto di Berlusconi?

Ho detto avere in squadra: significa presidente della Camera, ministro, presidente di un Authority, non premier, per carità…

Torniamo al presente. Come ci arrivate al 14 dicembre? Vi aspettate altre ‘imboscate’ in Parlamento e una situazione del genere non rischia di fiaccare governo e maggioranza?

Non siamo mai stati così sereni. Se il Parlamento vorrà, continueremo il nostro servizio, ma come diceva Andreotti, un servizio lo si rende e non lo si impone. Quindi se il Parlamento non vorrà, allora siamo già in campagna elettorale. Del resto, in Italia lo siamo sempre.

Tre dei cinque punti programmatici sono già stati varati dal Cdm, martedì tocca alla riforma della giustizia e la settimana prossima a quella fiscale. Il governo governa, nonostante Fini e Casini?

Distinguerei Casini che è stato eletto per fare questo mestiere da Fini dal quale, invece, i cittadini si aspettavano altri compiti.

Lei che è un politico di lungo corso e sa leggere anche in prospettiva, che destino vede per Fini?

Quello che ha abbandonato era il destino di Aznar, quello che oggi abbraccia non lo so. Forse, come disse D’Annunzio abbracciando la sinistra: vado verso la vita. Può darsi che Fini come fece D’Annunzio, stia andando verso la vita.

E’ il suo augurio al presidente della Camera?

Certamente.