Alawiti sfiduciano Assad, documento su “Riforma identità”
03 Aprile 2016
di redazione
Dura la vita per il dittatore della Siria, Bashar al Assad. La comunità alawita, minoranza al potere a Damasco da sempre pilastro della dinastia Assad, ha "sfiduciato" Bashar con un documento in 35 punti pubblicato da un ristretto numero di quotidiani internazionali. Il documento, intitolato "Dichiarazione di riforma dell’identità", firmato dagli alawiti di Damasco, Latakia e Tartus, dalle città sulla costa a quelle nell’interno, come Hama e Homs e Damasco, propone di superare gli ostacoli dottrinari tra alawiti e musulmani sunniti, dichiarando di avere il sostegno della maggioranza degli alawiti.
"Non siamo contro Assad come persona, ma contro il sistema attuale. Non possiamo salvare lo Stato se lui si dimette subito. Ma con lui al potere non ci saranno riforme", si legge nel documento. "E’ necessario un cambiamento per fasi, monitorato dalla comunità internazionale. I nostri capi religiosi possono negoziare un accordo e garantire la protezione della famiglia Assad", prosegue la dichiarazione, indicando in tal senso una "via d’uscita" per il capo dello Stato siriano.
La comunità alawita chiede quindi un cambio al timone della Siria, anche se nulla si sa della identità dei firmatari che chiedono uno stato più laico e democratico. I promotori sottolineano di riferirsi alle quattro famiglie principali della "setta", specificando che non si tratta di un golpe bensì di una rischiesta di trasformazione interna. Nel documento si parla di "via di uscita per il regime" e di "disegnare una road map per la pace".
Insomma, dura la vita per Assad: dopo anni di guerra civile, con la ribellione interna che per un momento sembrava destinata a rovesciare il regime, Assad è riuscito a riprendere un minimo di controllo sul Paese, grazie alla offensiva russa contro le milizie islamiche e Isis. L’obiettivo principale della Russia sul campo, secondo alcuni esperti, era proprio quello di aiutare il leader siriano a mantenere il controllo delle regioni popolate dagli alawiti.
Ma proprio mentre l’equilibrio delle forze in Siria è cambiato e le truppe governative sono in grado di condurre operazioni belliche in maniera autonoma, proprio mentre a Ginevra 2 sembra assicurato un processo di pace che garantisca la integrità territoriale siriana, arriva la nuova tegola sulla testa di Assad. Ricordiamo che, nello schema degli Usa, la pace in Siria passa da una sostituzione di Assad.