Alemanno chiude con An, apre all’Udc e fa prove di governo nazionale
14 Gennaio 2011
Alemanno vara la nuova giunta e cambia sei dei suoi assessori: la metà esatta. Prima di tracciare la nuova cartografia politica dell’impero romano ecco la nuova composizione della giunta romana. Solo due i volti nuovi: uno è quello di Carmine Lamanda, ex dirigente della Banca d’Italia, che sostituirà Maurizio Leo alla guida dell’assessorato al Bilancio e che entra come tecnico. L’altro è Gianluigi De Palo, presidente delle Acli romane e del forum delle Famiglie, che dovrà occuparsi di politiche sociali. Bocciato l’assessore all’Ambiente Fabio De Lillo, cui subentrerà Marco Visconti (già Presidente della Commissioni Patrimonio). Defenestrato Sergio Marchi, che sarà sostituito alla Mobilità da Antonello Aurigemma (già Presidente della Commissione Mobilità); Laura Marsilio lascia la delega alla Scuola che va a Sveva Belviso ( che fino a ieri guidava l’assessorato alle Politiche Sociali). Sacrificato anche Umberto Croppi, che verrà sostituito alla Cultura da Dino Gasperini ( già delegato alle politiche per il centro storico). Restano invece ai loro posti Marco Corsini (Urbanistica), Fabrizio Ghera (Lavori Pubblici), Davide Bordoni (Commercio), Alfredo Antoniozzi (Casa), Mauro Cutrufo (Turismo), Enrico Cavallai (Personale).
Questa quindi la nuova squadra di Alemanno che avrà il difficilissimo compito di riconquistare il consenso perduto: il tempo per le sperimentazioni è finito e su questa “fase 2” il sindaco di Roma si gioca gran parte del suo futuro politico. Un dato emerge agli occhi degli addetti ai lavori: l’ex ministro dell’Agricoltura si è smarcato in maniera decisa da alcuni potentati locali, le cui continue beghe hanno contribuito, in maniera a volte imbarazzante, a non far decollare la città. Lo confermano le bocciatura di Fabio De Lillo (ex Forza Italia appoggiato da Gasparri e dal fratello senatore Stefano), Laura Marsilio (ex An, sorella del deputato Marco e delfina del potentissimo Fabio Rampelli), Umberto Croppi (il dissidente futurista che doveva dar voce alla cultura di destra) e Sergio Marchi (pretoriano di Vincenzo Piso coordinatore regionale del partito). Quattro uomini per quattro correnti. Fisiologico che in queste ore i rispettivi capibastone minaccino approdi in altre spiagge (leggi Udc, leggi gruppo Misto, leggi Fli) e palesino profondi disappunti. Spiace constatere come invece nessuno, tra i soggetti coinvolti, abbia fatto un minimo di autocritica sui deludenti risultati fin qui ottenuti.
Diverso il caso di Maurizio Leo, deputato in quota An e che ben si era comportato come assessore al bilancio, lascia per motivi personali. Se Alemanno avesse potuto lo avrebbe lasciato in carica. Si tratta invece solo di cambio di deleghe per Sveva Belviso (pedina del sottosegretario Andrea Augello), che passa dalle politiche sociali alle politiche scolastiche e rimane l’unica donna in giunta.
Non è arrivato il big tanto atteso. Alemanno ha preferito affidarsi a chi conosce bene la macchina comunale, ha rapporti con il territorio, è in grado di dare risposte immediate e può lavorare per ottenere risultati concreti. Come già detto, l’unico tecnico è Carmine Lamanda (Bilancio) già direttore generale di Capitalia (è stato segnalato dall’uscente Maurizio Leo ed ha ottimi rapporti con Geronzi). Con la nomina di Gianluigi De Palo il sindaco si affida a chi conosce la materia, ma soprattutto apre in modo significativo al mondo cattolico più moderato.
I politici invece sono tutti quarantenni con buona esperienza e vengono da una sana e fruttuosa gavetta nel diversi municipi della città. Marco Visconti (molto vicino ad Alemanno) è stato presidente di un municipio di periferia ai tempi di Veltroni e siede in Campidoglio dal 2006. Dino Gasperini, eletto in Comune nelle liste dell’ Udc dal 2006, si è avvicinato negli ultimi tempi al coordinatore romano Gianni Sammarco. Da bravo orfano della Dc coniuga pragmatismo a intuito politico, armeggia bene il consenso ed è naturalmente predisposto alla mediazione fruttuosa. Chi lo conosce sostiene che quando si siede ad un tavolo per una trattativa ottiene sempre qualcosa. L’approdo d Gasperini in giunta renderà inoltre possibile l’ingresso in consiglio comunale del primo dei non eletti nella lista dell’Udc: un modo questo per rafforzare l’asse Alemanno-Casini. Storia a parte merita Antonello Aurigemma. Dopo una lunga e duratura alleanza con l’eurodeputato Antonio Tajani, lo scorso anno tra i due ci fu lo strappo. A quel punto Aurigemma chiamò a sé sette consiglieri comunali scontenti, dando vita a “Laboratorio Roma”, un gruppo autonomo che più di una volta ha fatto mancare i voti in consiglio. Con la sua nomina ad assessore il sindaco è certo di ottenere la maggioranza numerica in aula che troppe volte era mancata. Da oggi Alemanno non ha più alibi: o Roma decolla o il sindaco nel 2013 rischia di atterrare rovinosamente a terra e bruciare quel che resta del suo futuro politico.