Alemanno ci riprova ma non sono tutti con lui
26 Febbraio 2008
Al momento dell’annuncio, i maggiorenti del centrodestra capitolino si sono mostrati tutti uniti, dichiarando ad una sola voce che meglio di così non si poteva, che terminata l’era Veltroni, di fronte al nuovo assalto di Francesco Rutelli, Gianni Alemanno è l’uomo giusto per sfruttare il momento propizio e tentare di espugnare la roccaforte del potere del leader pidì. Lui, il candidato designato al termine di una lunga e non semplice trattativa, è andato addirittura oltre, e incalzato sulla sfida con Francesco Storace – l’ex amico dei tempi della “destra sociale”, anche lui candidato per il Campidoglio – ha gettato il cuore oltre l’ostacolo del primo turno, e s’è proiettato già al ballottaggio, auspicando unità contro Rutelli.
L’unanimismo attuale era prevedibile. In realtà, chi ha seguito passo passo la discussione culminata con la nomination dell’ex ministro dell’Agricoltura, rispetto alla terna Meloni-Gasparri-Alemanno, ritiene che più che l’ascolto degli umori del popolo moderato di Roma potrebbero aver prevalso le dinamiche correntizie che alla vigilia dello scioglimento nel PdL sembrano aver ripreso consistenza nelle file di Alleanza nazionale. Salvo colpi di scena, infatti, questa tornata di elezioni amministrative sarà l’ultima gestita mettendo in campo esplicitamente gli apparati di An e Forza Italia, anche se riuniti sotto un unico simbolo. E sarebbe poco verosimile immaginare che questo fattore non abbia pesato nella dialettica delle ultime settimane.
L’ipotesi della candidatura di Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera, giovane, donna e dalle provate capacità, capo dei giovani di An e romana doc nata e cresciuta nel quartiere della Garbatella, è andata tramontando la scorsa settimana. Sul nome di Maurizio Gasparri, romano anche lui, ex ministro delle Comunicazioni con consistenti gruppi politici di riferimento nella Capitale, in molti avrebbero scommesso nel week-end. Ma quando s’era ormai giunti al foto-finish, con Rutelli già in campagna elettorale e il Pdl ancora a cercare il nome del candidato, le carte in tavola sono cambiate. E il centrodestra ha deciso di ripartire dove s’era fermato nel maggio di due anni fa: dal nome di Gianni Alemanno, nel frattempo divenuto capo della federazione romana del partito di via della Scrofa.
E’ difficile pensare che la discussione sia stata indolore, soprattutto quando il toto-candidato s’era ridotto ad una corsa a due fra Alemanno e Gasparri. E sembrano trovare riscontro anche le voci di mugugni nel centrodestra capitolino, dovuti soprattutto al ricordo della debacle del 2006, quando comunque l’Udc faceva parte della coalizione, e ad intralciare il cammino non c’era un pezzo da novanta come Francesco Storace che a Roma può contare sul maggiore potenziale “bacino d’utenza” del suo movimento. Che la partita romana contro Rutelli e l’impianto di potere veltroniano sia difficile se non quasi impossibile, sono infatti davvero in pochi a negarlo. Ma in molti si chiedono se l’ex ministro dell’Agricoltura, nome senz’altro autorevole, fosse quello giusto da spendere in questa battaglia, e la sua ridiscesa in campo – dopo due anni in cui il centrosinistra a Roma sembra aver fatto indisturbato il bello e il cattivo tempo – il segnale adeguato da parte di un gruppo dirigente moderato che al suo popolo vuole trasmettere la voglia di rivincita e che intende sfruttare il momento propizio.
La partita, dunque, è aperta. Ed è molto probabile che il risultato che ne verrà fuori determinerà una profonda discussione fra le anime di An prima dell’unificazione con Forza Italia. Del resto, la diversità di interpretazioni sulle faccende romane fra i diversi “colonnelli” non è una novità. Basti pensare a quel che accadde appena un anno fa. Era la domenica di Pasqua, e sulla cronaca romana del Giornale comparve un’intervista nella quale Maurizio Gasparri criticava duramente, senza giri di parole, l’operato dell’allora prefetto di Roma Achille Serra. Alemanno si diede un gran da fare per prendere le distanze dal compagno di partito, dichiarando in più sedi che Gasparri parlava a titolo personale e che la linea di condotta di Serra non era da mettere minimamente in discussione, perché assolutamente apprezzabile e al di sopra delle parti. E’ notizia di queste ore che Walter Veltorni candiderà il Prefetto nelle liste del Pd.