Alemanno riabilita il doppio turno
29 Aprile 2008
di redazione
Molte certezze hanno spazzato via la vittoria di Alemanno
nella corsa al Campidoglio. Tra queste ve n’è una che da troppo tempo impedisce
al centrodestra di ragionare liberamente sul sistema elettorale: il fatto che i
sistemi elettorali a doppio turno agevolino in Italia la sinistra, penalizzando
i moderati.
Quel che è vero, ed è risultato confermato dalle
elezioni, è che al secondo turno il tasso di partecipazione al voto degli
elettori scende. Il tabù lungamente coltivato è che l’astensionismo riguardi
soprattutto gli elettori moderati e tocchi meno invece la sinistra. Ma la
lezione di Roma (come quella di qualche anno fa di Bologna con la vittoria
sorprendente di Guazzaloca) dimostra che non è più così. Ha bene oggi scritto
Mannheimer sul Corriere della sera che “un numero rilevante di votanti ha
mostrato di essere sempre più slegato dai legami politici tradizionali”.
Questa mobilità dell’elettorato è un altro segno della normalizzazione della
democrazia italiana. E così il secondo turno di ballottaggio non premia la
sinistra – che ha perduto la capacità di mobilitazione di un tempo – ma il
candidato “che ha più vento nelle vele”.
È questa una lezione che dovrà essere presente quando
si tornerà a parlare di riforma della legge elettorale nazionale. Il doppio turno
non è uno strumento che favorisce una parte ma un efficace meccanismo di
semplificazione della competizione politica che garantisce agli elettori,
superato il momento del confronto fra le varie posizioni politiche, di poter
fare, al secondo turno, una scelta “chiara e utile” su chi meglio
possa governare.
Livio Gallarati