Alemanno, sedotto e abbandonato

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Alemanno, sedotto e abbandonato

11 Luglio 2007

Qualche giorno fa avevamo riconosciuto che non tutti i mali di Roma possono essere imputati al solo sindaco. Parte della responsabilità va anche all’opposizione che non si è certo distinta per aver contrastato i progetti veltroniani né nell’aver fatto emergere idee e programmi alternativi.

Oggi capiamo perché grazie ad una rivelazione dello stesso leader dell’opposizione romana, Gianni Alemanno. La ragione è che il sindaco aveva ipnotizzato i suoi avversari con la promessa delle olimpiadi a Roma nel 2016. Niente di nuovo: si tratta del tipico espediente “alla Veltroni”,  che ha sempre con sé un sacchetto di perline colorate per conquistare i suoi interlocutori. Cosa meglio, infatti,  del sogno olimpico per comprarsi quella pax romana indispensabile alla maggior gloria del sindaco e dei suoi disegni ecumenici?

Le perline, si sa, scoloriscono rapidamente e rivelano quello che sono: volgari pezzi di vetro. La stessa scoperta deve averla fatta Alemanno quando Veltroni, ormai avventuratosi per altri sentieri, ha deciso di ritirare la candidatura di Roma senza manco una telefonata ai suoi entusiasti supporter.

Così Alemanno ha confessato ai giornali di sentirsi “sedotto e abbandonato” dal quel sindaco in cui aveva riposto la sua fiducia. E’ un bene che Alemanno sperimenti questa sensazione perché dev’essere più o meno la stessa che provano da tempo i suoi elettori.