Alessandria: suicida in carcere allenatore accusato pedofilia. Sorelle: “Fare chiarezza”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Alessandria: suicida in carcere allenatore accusato pedofilia. Sorelle: “Fare chiarezza”

14 Gennaio 2017

La procura di Alessandria ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, sulla morte di Antonio Marci, l’allenatore di squadre giovanili di calcio accusato di pedo-pornografia e atti sessuali su minori morto nelle scorse ore in carcere. L’uomo, arrestato due giorni fa, si sarebbe suicidato soffocandosi con una busta di plastica.

Il pm Silvia Saracino, a cui è stata affidata l’inchiesta, intende “ricostruire la dinamica della morte e capire cosa possa essere accaduto nella cella”. Secondo quanto appreso, la procura intende accertare se l’uomo, visto il reato contestato, fosse adeguatamente sorvegliato. E vuole capire dove abbia preso il sacchetto utilizzato per togliersi la vita.

“Vogliamo sia fatta chiarezza sulla morte di nostro fratello, le circostanze sono quanto meno sospette…”. Così Isidora e Valeria, le due sorelle di Antonio Marci. La famiglia, assistita dall’avvocato Massimo Taggiasco, potrebbe nominare un perito di parte per seguire l’autopsia.

“Perché una persona imputata di reati che possono mettere in pericolo l’incolumità di chi li ha commessi – si chiede il legale – non è stato sottoposto ad adeguata sorveglianza? A maggior ragione se quanto accaduto è avvenuto tra le 20 e le 21 di ieri sera, e non nel cuore della notte…”. 

“Il mio assistito era consapevole della gravità del quadro accusatorio e delle proprie responsabilità – sottolinea l’avvocato difensore – ma era sempre un uomo di 63 anni che entrava in carcere per la prima volta e temeva di poter essere vittima di episodi di intolleranza”. Per questo motivo, sempre secondo quanto appreso, aveva firmato una richiesta di trasferimento nel carcere di Vercelli.

Antonio Marci, 63 anni, era stato riconosciuto in un bar da un ragazzo, vittima anni prima di abusi, mentre si allontanava in auto in compagnia di un giovane. Nel blitz dei carabinieri, i militari lo avevano trovato a casa in compagnia di un 14enne. Nell’appartamento erano stati rinvenuti numerosi video amatoriali con scene di rapporti sessuali con altri minori.