Alfano alla Camera, rischio Forconi è deriva ribellistica e sostegno antagonisti
12 Dicembre 2013
di redazione
Nel corso di una informativa alla Camera, il ministro dell’interno, Angelino Alfano, ha spiegato che le manifestazioni dei Forconi, "sono apparse connotate da un effetto contagio, nel senso che alle originarie motivazioni, come era negli auspici dei promotori, se ne sono via via aggiunte altre di segno del tutto diverso".
Secondo il vicepremier, "l’elemento di preoccupazione, oggetto anche di analisi e di riflessione nel corso di un vertice tenuto al Viminale, consiste nella eventualità che l’insieme di queste cause di disagio possa alimentare una deriva ribellistica genericamente indirizzata contro le istituzioni nazionali ed europee a cui non farebbero mancare il loro sostegno componenti dell’antagonismo interessate ad intercettare qualunque forma di malessere sociale".
Per Alfano alcune di queste manifestazioni hanno assunto una "connotazione evidentemente demagogica e anche velleitaria", ma il governo "non intende per nulla trascurare questi segnali di inquietudine". Da qui l’annuncio di un tavolo nazionale proposto dal ministro Lupi "con le categorie più interessate", che si muove "proprio in questa direzione e fa seguito all’accordo raggiunto con la maggior parte delle associazioni di categoria che interessano i trasporti".
Nella giornata di ieri, Alfano, aveva respinto con chiarezza qualsiasi legittimazione della violenza: ”Non avremo remore a reprimere ogni minaccia e intimidazione che dovesse essere espressione di atteggiamenti delinquenziali". Alfano ha voluto mettere in guardia chi vuole, ingenuamente o demagogicamente, far passare i Forconi come un benigno movimento di protesta: "Abbiamo segnali chiari da parte dell’intelligence. Non sto qui ad aggettivare le ali estreme di questo movimento ma certamente abbiamo gli occhi su di loro e sappiamo cosa fare se esagereranno".
Ieri c’erano un centinaio di manifestanti sotto il Palazzo, nella capitale, dove è stata anche occupata la metropolitana. Abbiamo visto cosa è accaduto a Torino e ascoltato le accuse del sindaco Fassino che ha accusato i Forconi di voler sfasciare tutto senza pensare alle conseguenze delle loro azioni sulla economia della città. Sempre a Torino è stato arrestato un camionista, l’accusa è violenza privata aggravata, che aveva bloccato la circolazione delle auto. La libreria Ubik di Savona lancia l’allarme su Facebook. Secondo i librai, alcuni manifestanti dei Forconi sarebbero entrati nel negozio, dicendo di chiuderlo e di "bruciare i libri".
E’ vero che siamo davanti a un movimento composito che si nutre di diversi blocchi sociali, gli autotrasportatori piuttosto che gli agricoltori dei "vespri" siciliani, a cui si sono aggiunti studenti, disoccupati, precari, ambulanti nel resto del Belpaese. Ma il rischio è sempre quello delle infiltrazioni e l’allarme dell’intelligence deve far riflettere.
Due giorni fa a Milano i Forconi si sono riuniti a Piazzale Loreto, con cartelli del tipo "siamo stufi dei parassiti di Stato e politicanti" e "In piazzale Loreto c’è ancora posto". Uno dei portavoce della protesta, Chowbe De Leo, ha detto che "Ne abbiamo le scatole piene anche del Parlamento che tiene in ostaggio l’Italia e di un governo illegittimo. Vogliamo fuori dalle scatole tutti". De Leo ha preso le distanze dagli striscioni di Milano, "appena ce ne siamo accorti, lo abbiamo staccato perché non vogliamo slogan che possano incitare alla violenza e perché non vogliamo riferimenti politici". Certo è che antagonisti, estrema destra, centri sociali di ogni colore sono assai affascinati dal forcone che vuole scacciare il potere.
A Milano, il "Comitato Destra" fa sapere che "alle prossime manifestazioni saranno regalate e distribuite le bandiere cuore-crociate simbolo della rivolta (tradizionalista, identitaria, aristocratica e contadina) di ‘Vandea’ contro l’oppressione giacobina". Quasi ci scappa un sorriso se non fosse che in momento di crisi generale del Paese, della politica, delle istituzioni, della economia, delle classi dirigenti, sembrano esserci tutti gli ingredienti giusti per far esplodere quella miscela esplosiva che in altre epoche spianò la strada a regimi autoritari e illiberali. Forconi sì, insomma, ma solo fino a quando resteranno un simbolo, possibilmente innocuo, dell’antipolitica.