Alfano in campo: punisce i Pm di Why Not

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Alfano in campo: punisce i Pm di Why Not

10 Gennaio 2009

Via da Salerno e Catanzaro i pm protagonisti dello scontro tra le due Procure sull’inchiesta De Magistris. E non solo: per il capo della Procura di Salerno c’è un”aggravante’, va sospeso e collocato fuori dalla magistratura. E’ pesante l”atto d’accusa’ che il ministro della Giustizia Angelino Alfano firma a carico dei 7 magistrati che un mese fa sono stati al centro del braccio di ferro a colpi di perquisizioni negli uffici e nelle case (dei magistrati calabresi che avevano ereditato l’inchiesta ‘Why not’), ma anche di sequestri e contro-sequestri dei fascicoli di quell’inchiesta avocata a De Magistris. Gli stessi già finiti sott’inchiesta al Csm, che nei loro confronti ha avviato la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale.

"Il sistema istituzionale ha dimostrato di avere gli anticorpi", commenta il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, richiamando il giudizio espresso all’indomani dello scontro esploso tra le due Procure, un "cortocircuito istituzionale e giudiziario che richiede risposte istituzionali da adottare con rapidità nelle sedi competenti", era stata la presa di posizione del sindacato delle toghe. I cui vertici, anche alla luce delle iniziative adottate a carico dei protagonisti dell”affaire’, parlano oggi di mancanza di professionalità dimostrata da parte dei magistrati coinvolti.

E’ alla sezione disciplinare del Csm che il Guardasigilli trasmette le richieste firmate ieri sera: trasferimento d’ufficio urgente per i pm di Salerno Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, ma anche per il procuratore generale di Catanzaro Enzo Jannelli, e per i pm calabresi Alfredo Garbati, Domenico De Lorenzo e Salvatore Curcio. Per il capo della Procura campana, sul cui capo già pende la richiesta di trasferimento firmata dal pg della Cassazione, Alfano va oltre: dev’essere sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, e collocato fuori dal ruolo della magistratura, perchè è "incompatibile con l’esercizio di qualsiasi funzione all’interno della magistratura".

Ma proprio mentre il ministro della Giustizia trasmette a Palazzo dei Marescialli le conclusioni dell’inchiesta dei suoi ispettori, al Csm scoppia un nuovo caso. Con una mossa a sorpresa il procuratore di Salerno ricusa la sezione disciplinare, alla vigilia dell’udienza convocata per esaminare la richiesta del pg della Cassazione di trasferirlo d’urgenza. Non può essere quel ‘tribunale’ a giudicarlo, sostiene: sia perchè tra le accuse che gli vengono contestate, secondo Apicella, c’è quella di aver fatto proprie "accuse allusive" e "giudizi denigratori" su decisioni della stessa sezione disciplinare; sia perchè alcuni giudici che ne fanno parte hanno partecipato ai lavori della Prima Commissione del Csm che nei suoi confronti ha aperto la procedura di trasferimento d’ufficio.

Motivazioni sulle quali oggi sarà chiamato a pronunciarsi un collegio del ‘tribunale’ di Palazzo dei Marescialli in composizione diversa da quella ordinaria, presieduto stavolta non dal vicepresidente Nicola Mancino (ricusato) ma dal laico di centrodestra Gianfranco Anedda. Dovrà valutare la ‘fondatezza’ delle contestazioni di Apicella. Il cui destino, però, non è escluso che alla fine possa anche essere deciso più in là, magari assieme a quello degli altri protagonisti dello scontro tra le Procure che il capo dello Stato giudicò "senza precedenti".

Una gravità confermata nell”atto di incolpazione’ a carico dei 7 magistrati che Alfano trasmette al Csm. A cominciare dai tre pm di Salerno. Per il Guardasigilli, infatti, Apicella, Nuzzi e Verasani hanno dimostrato "assoluta spregiudicatezza" nell’esercizio delle loro funzioni, "assenza del senso delle istituzioni e del rispetto dell’ordine giudiziario", ed "eccezionale mancanza di equilibrio". Sono "abnormi" i loro provvedimenti: emessi "non per cercare prove", accusa Alfano, ma nell’ottica di "una acritica difesa" di Luigi De Magistris e con l’intento di "ricelebrare" i processi che gli erano stati avocati. Quei pm – insiste il ministro a sostegno delle sue richieste – hanno leso diritti di indagati ma anche di "estranei" all’inchiesta sul presunto complotto ai danni dell’ex pm calabrese Luigi De Magistris. E hanno procurato un "danno ingiusto" ai magistrati di Catanzaro, i quali sono stati "additati all’opinione pubblica" come "favoreggiatori di criminali" e che comunque "non fanno il loro dovere".

Arc