Alfano lotta contro l’intolleranza, altri urlano e basta
05 Agosto 2014
La moschee del Veneto non sono nuove alle cronache. Oggi il ministro dell’interno Alfano ha disposto l’espulsione dell’imam della moschea di Noventa di Piave, Raoudi Albdelbar, dopo il sermone dell’odio antisemita di venerdì scorso che non è sfuggito agli occhi attenti del Memri e alle indagini dell’Antiterrorismo, della Digos e della procura di Venezia.
Nel 2012, un altro imam della moschea di San Donà di Piave, Ahmad Chaddad, che aveva guidato il centro religioso islamico fino al 2009, era stato arrestato dopo una serie di indagini su un traffico di clandestini in Italia gestito da una banda siriana. Il radicarsi della predicazione salafita in Veneto continua ad essere contrastato dalle nostre forze di sicurezza e dal Viminale.
Registriamo un plauso alla decisione presa da Alfano dalle fila di Forza Italia, a conferma che la linea seguita dal Nuovo Centrodestra sul binomio sicurezza e immigrazione dovrebbe rappresentare la base per un approccio pragmatico ai problemi: pugno di ferro con il rischio jihadista e contro il fondamentalismo religioso, accoglienza e solidarietà davanti alle emergenze umanitarie.
La Lega Nord invece ha preso la palla al balzo per chiedere al ministro che venga chiusa la moschea di San Donà di Piave, proponendo un referendum che disciplini la costruzione di nuovi luoghi di culto islamici. E’ la linea leghista: da Ebola agli imam dell’odio ai disperati che attraversano il Mediterraneo, una chiusura totale, una visione essenzialista incapace di distinguere tra fede e oltranzismo religioso, clandestini e regolari, rifugiati e criminali.
Bouchaib Tanji, presidente della Federazione islamica del Veneto, ha detto: "L’Islam è religione di pace. Via dalle moschee chi predica la morte". "Approviamo la decisione del ministro Alfano, di espellere dall’Italia l’imam della moschea di San Donà di Piave. E’ inaccettabile che un imam, a cui sono affidate la predicazione del Corano e le preghiere dei fedeli dell’Islam, inciti alla violenza contro qualcuno e all’uccisione di qualsiasi persona. Ancora peggio se si chiede a Dio di sterminare un popolo intero".
Taqiyya permettendo, ci sarà pure una differenza tra inneggiare all’odio e predicare il confronto, tra combattere il terrorismo e i suoi fiancheggiatori e negare all’islam diritto di residenza in Italia, tra l’integralismo fanatico e la tradizione culturale del mondo arabo e mediorientale.
Ed è proprio la differenza che passa tra una cultura di Governo che ottiene dei risultati concreti – sia sul fronte della sicurezza che sul versante della integrazione – ed una opposizione che per rilanciare deve spararle sempre più grosse. Si agita il calderone per ragioni propagandistiche, accusando il governo di lassismo, anche se poi, come dimostra il lavoro svolto da Alfano, chi ha ruoli istituzionali sa il fatto suo e si regola di conseguenza, senza estremismi ma braccando gli estremisti.