Alitalia. Cassintegrati: “Non ci pagano”. Bloccano l’autostada

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Alitalia. Cassintegrati: “Non ci pagano”. Bloccano l’autostada

12 Febbraio 2009

Circa 200 dipendenti Alitalia tra cassintegrati e precari, stanno "occupando" da oltre due ore gli uffici dell’amministrazione della compagnia nella palazzina RPU nell’aeroporto di Fiumicino.

Si sono spostati in corteo sino all’uscita dell’autostrada Roma-Fiumicino, per rallentare la viabilità in entrata all’aeroporto arrecando notevoli disagi ai passeggeri che si sono dovuti incamminare, con le valigie al seguito, fin dall’autostrada per raggiungere l’aereoporto a piedi e per non perdere il proprio volo. Il blocco, all’altezza della parte terminale dell’autostrada, ha bloccato auto e pullman incolonnati in una lunga fila.

"Ci sono grandi ritardi di Alitalia nel fornire le liste dei cassintegrati all’Inps e al fondo speciale di sostegno – spiega Cesare Albanese dell’Sdl – circostanza che sta provocando la mancata erogazione della cassa integrazione da dicembre. E continua: "A loro volta i precari chiedono certezze sul futuro e si lamentano, perchè Alitalia non fornisce i documenti necessari per poter avere gli assegni di disoccupazione".

"Non percepiamo un euro da 3 mesi – aggiunge un cassintegrato – pretendiamo di avere i soldi sul nostro conto corrente, è un nostro diritto. Oltre ad essere stati licenziati, adesso non ci pagano neppure". Lo sfogo non finisce qui: "Il balletto delle responsabilità fra la nuova Alitalia, commissario e Inps non ci interessa: è una questione burocratica, la risolvano. E non la rimandino di settimana in settimana. Vogliamo chiedere oggi ai quando prenderemo i soldi, altrimenti da qui non ce ne andiamo".

"Non è chiaro perchè il meccanismo si sia inceppato – riferisce la Cub Trasporti – cassaintegrati e precari del Gruppo Alitalia fino ad oggi non hanno avuto neanche un euro di stipendio né di integrazione. La società sta ritardando la consegna all’Inps dei nominativi dei cassaintegrati". Fatto sta che si tratta di migliaia di famiglie che non ricevono più uno stipendio né neppure alcuna certezza di futuro.