Alitalia è davvero morta?
03 Aprile 2008
La notizia era nell’aria. I
contendenti erano sempre più agguerriti per far propria la carcassa, dopo
un’estenuante guerra di nervi. Alla fine, il protagonista principale finora ha
dovuto cedere il passo ai ricatti e gettare la spugna. Air France ha abbandonato
il tavolo delle trattative.
Dopo mesi di flirt, di avvicinamenti ed allontanamenti,
dopo consigli d’amministrazione estenuanti e dopo tutte le critiche ricevute
finora, Jean-Cyril Spinetta, numero uno di Air France-Klm ha deciso di
andarsene dallo stesso tavolo su cui erano seduti i sindacati che cercavano di
difendere (danneggiando?) Alitalia.
La decisione è seguita immediatamente da
quella di Maurizio Prato, presidente della compagnia nazionale, che ha
rassegnato le dimissioni in modo irrevocabile, mettendo la società della
Magliana sull’orlo del baratro. Le motivazioni risiedono tutte nella
controproposta che i sindacati hanno portato a Spinetta: ingresso di Fintecna
nella ricapitalizzazione di Alitalia tramite il versamento dell’intera parte,
pari al 49%, di proprietà della società finanziaria del Ministero del Tesono in
AZ Servizi.
La naturale conseguenza sarebbe stata, secondo i sindacati
coinvolti nella trattativa (circa 10 sigle diverse), una maggior valorizzazione
della stessa compagnia aerea. Ma non basta, dato che il diktat delle parti
sociali si estendeva anche all’area Cargo, mantenuta in attività per tutta la
durata del piano industriale presentato da Air France-Klm e rinnovata nel 2011.
Ancora, i sindacati chiedevano la diminuzione degli aeromobili dismessi (a
medio raggio) ed un precoce ammodernamento degli stessi. Di fronte a queste
proposte, Spinetta si è alzato dal tavolo dove erano seduti anche Guglielmo
Epifani (Cgil) e Luigi Angeletti (Uil) e si è recato verso l’uscita, affermando
che «Non esistono più le condizioni per continuare. Dubito che la mia azienda
possa accettare questa proposta che comunque presenterò al cda, ma che
richiederebbe mesi di lavoro e riflessione che Alitalia non può sostenere
perché i problemi non possono aspettare». Parole durissime a cui fanno eco
quelle del ministro del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa, che risponde alle
domande con un secco «Ora commissariamento». Si chiude quindi un’epoca ed
Alitalia muore.<%2Fp>
Dopo questa notizia di fuoco, la via da percorrere è solo
quella intrapresa nel passato da Parmalat e Cirio. Il fallimento deve essere
preso in considerazione in modo serio, dato che, nonostante le recentissime
entrate, la liquidità di cassa non è sufficiente per la gestione fino a giugno.
Con circa 200 milioni di euro, nemmeno la gestione ordinaria può essere
garantita per l’apertura di un nuovo tavolo delle trattative con un competitor
estemporaneo, come può essere la cordata italiana paventata da Silvio
Berlusconi. Purtroppo, i tempi sono strettissimi e si è già perso troppo negli
anni scorsi, divisi fra uno spreco e l’altro.
La soluzione auspicata anche dal
Tesoro è quella di portare tutti i libri contabili in Tribunale e farla finita
con una società mangia-soldi, portata in questo stato da persone che con le
imprese hanno ben poco da spartire. Quella del fallimento, dopo le trattative
iniziate a luglio 2007, sembra sempre più la via da seguire. Gli enormi debiti
della società sarebbero definitivamente chiusi e si potrebbe ripartire con una
nuova società, nuove risorse umane e nuovi capitali per far fronte ad un piano
aziendale che sappia tener testa alle esigenze di un settore dinamico come
quello del trasporto aereo. Come si è ricordato spesso, il caso della Pan Am
Airlines deve essere di esempio per Alitalia.
Dopo decenni di pessima
amministrazione si è deciso di lasciare che il mercato facesse il suo corso,
contro il quale nessun politico può intromettersi, a meno che non esistano
interessi particolari. In questo caso, la classe politica ha agito in modo fin
troppo dannoso, non solo per la società, ma anche per la nazione intera,
costringendola ad una colossale farsa mediatica che è durata ben 9 mesi.
Alitalia finisce oggi? Le premesse per una fine che la letteratura
definirebbe “ingloriosa” ci sono tutte. Certo è che ora i giochi si riaprono ed
il tempo è sempre più stretto. O v’è già una nuova strada che finora ha agito
nell’ombra oppure la soluzione finale è quella di entrare in Tribunale.