Alitalia, il bando c’è ma i sindacati temono il rischio “spezzatino”
18 Maggio 2017
Mercoledì sera il ministro Calenda ha validato il bando per la cessione di Alitalia. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro e non oltre le ore 18 del 5 giugno. Tre sono le ipotesi di lavoro previste su cui articolare un piano: cessione unitaria dell’azienda, ristrutturazione economica e finanziaria con un programma di risanamento e cessione di complessi di beni e contratti dell’impresa. Ed è proprio la terza opzione, che i sindacati hanno ribattezzato più semplicemente “spezzatino”, quella che preoccupa di più i 12mila lavoratori dell’Alitalia. Tant’è che dal governo sono subito arrivati segnali finalizzati a scoraggiare quest’ultima ipotesi: “La vera operazione che va fatta è non frazionare Alitalia, non venderla a pezzi o asset ma mantenere l’unitarietà aziendale”, ha spiegato il ministro Delrio in audizione al Senato.
Intanto i commissari di Alitalia, in audizione alla Camera, hanno fatto capire che faranno di tutto affinché l’iniezione da 600 milioni in Alitalia, arrivata grazie al prestito ponte del governo, sia sufficiente per sbarcare il 2017 e arrivare al nuovo anno: “Penso sia possibile se otteniamo tutti i risparmi che ci accingiamo a fare sulla struttura dei costi” ha dichiarato Gubitosi.”Stiamo facendo i primi studi sulla” stagione estiva 2018 “e lasceremo qualcosa a chi arriva”, ha aggiunto, sottolineando che si lavora “in un’ottica di totale continuità”. Il commissario ha anche sottolineato che l’operazione di risanamento è orientata su due assi. A due settimane dall’insediamento, i tre gestori della compagnia dissestata stanno “lavorando anche sul lato dei ricavi” e, pur senza aumentare la capacità, si accingono a varare nuovi collegamenti, come verso le Maldive e Nuova Delhi.
A questo punto non resta che aspettare che qualcuno si faccia avanti per l’acquisizione. Nel frattempo c’è chi, come Matteo Renzi che, dopo aver sbandierato di voler presentare una proposta di salvataggio per Alitalia “entro il 15 maggio”, sembra invece aver già fatto marcia indietro per lasciare campo libero al governo.