Alla Camera passa la legge elettorale ma sulle preferenze non finisce qui

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Alla Camera passa la legge elettorale ma sulle preferenze non finisce qui

12 Marzo 2014

La Camera ha dato via libera alla riforma della legge elettorale. I voti a favore sono stati 365, 156 i contrari, 40 gli astenuti. La legge prevede una soglia al 37% per ottenere il premio di maggioranza, lo sbarramento al 4,5% per ottenere seggi alla Camera, listini corti in circoscrizioni dove saranno eletti tra 3 e 6 deputati. Nella legge non ci sono norme che riguardano il Senato: se non dovesse essere realizzata la riforma della Camera Alta, per il Senato si voterà con un sistema proporzionale puro con le preferenze.

Ieri erano stati bocciati l’emendamento Gitti sulla doppia preferenza di genere, per soli 20 voti, con ministri e sottosegretari costretti a votare per non finire sotto, come pure l’emendamento La Russa per reintrodurre le preferenze, bocciato per 35 voti (264 sì, 299 no). Ma per i partiti che si battono apertamente per il voto di preferenza, in prima linea il Nuovo Centrodestra, la battaglia ora prosegue in Senato. 

"Con l’approvazione alla Camera un altro passo avanti sulla legge elettorale è stato compiuto: grazie al Nuovo Centrodestra abbiamo formalizzato l’impegno politico per la riforma del bicameralismo e abbiamo fissato un impianto che consente la sera del voto di sapere chi ha vinto e governa e chi ha perso e va all’opposizione", a dirlo è il coordinatore nazionale di Ncd, Gaetano Quagliariello. "Al Senato riprenderemo le nostre battaglie sulle preferenze e sulla razionalizzazione di un sistema di voto che nei suoi ingranaggi presenta ancora delle falle. Casamatta dopo casamatta, condurremo in porto l’Italicum come una legge efficace, efficiente, funzionante e perfettamente costituzionale".

"Il segnale giunto ieri dal voto della Camera lascia ben sperare", ha detto a proposito delle preferenze il presidente dei deputati di Ncd, Nunzia De Girolamo, "si è aperta una breccia che speriamo porti ad un risultato che sarebbe straordinario". E ancora: "Restituire il diritto di scelta ai cittadini è una priorità del Nuovo Centrodestra ed un dovere di tutta la classe politica. Proseguiremo su questa battaglia perché rispetto della democrazia significa rispetto della volontà dei cittadini".

Il presidente del comitato promotore di Ncd, Renato Schifani, ha commentato così il voto alla Camera: "Oggi è stata licenziata una legge elettorale che non ci convince completamente e che, al Senato, Ncd si impegnerà a modificare, soprattutto per eliminare alcuni vizi di costituzionalità, che riguardano la disciplina delle soglie di accesso, la modalità di scelta dei candidati da parte dei cittadini". Secondo Schifani, "il passaggio legislativo al Senato sarà l’occasione per riportare nella  sede propria le decisioni, su un tema decisivo qual è quello della legge elettorale, che sono nate da un accordo extraparlamentare tra Renzi e Berlusconi". 

Secondo l’on. Fabrizio Cicchitto, "abbiamo fatto una esplicita battaglia per modificare la legge elettorale su un punto essenziale, le preferenze" e in Senato Ncd  affronterà altri problemi come "la modifica del cosiddetto algoritmo per evitare l’arbitrarietà nell’elezione dei singoli deputati, al livello a
cui deve scattare il premio di maggioranza; ad alcune delle soglie, alla non attribuzione ad una coalizione dei voti di una lista che non prende il quorum. In questo modo la Legge verrebbe davvero migliorata, evitando di dar vita ad un meccanismo irrazionale".

"Sulla riforma elettorale il Nuovo Centrodestra ha avuto sin dall’inizio un atteggiamento di assoluta responsabilità," il commento di Dorina Bianchi,  vicecapogruppo del Ncd alla Camera e capogruppo in commissione Affari Costituzionali, "per garantire la governabilità, la salvaguardia del bipolarismo e la  rappresentanza. La Camera ha approvato un testo che rispecchia al momento la migliore sintesi possibile tra le forze politiche, e questo è stato in gran parte merito del Ncd, della lungimiranza delle sue proposte. A partire da quella di limitare l’Italicum per la sola Camera".

"La nostra battaglia proseguirà sulle preferenze," aggiunge Bianchi, "che riteniamo lo strumento migliore, in questa fase storica, per rimarginare quel solco che in questi anni si è allargato tra cittadini e
politica. Anche al Senato, quindi, a maggior ragione dopo quanto emerso alla Camera, il Ncd continuerà a battersi perché il prossimo non sia un Parlamento di nominati e perché gli elettori possano scegliere i propri rappresentanti". "Non posso in ultimo non fare riferimento alla parità di genere nelle liste.
Sono dispiaciuta – ha concluso Bianchi – che la Camera non abbia saputo cogliere  questa occasione di civiltà per il nostro paese e per la qualità della nostra democrazia".