Alla fine la Iervolino molla e dà il via libera al termovalorizzatore di Agnano

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Alla fine la Iervolino molla e dà il via libera al termovalorizzatore di Agnano

24 Giugno 2008

A Chiaiano la discarica si farà. Le indiscrezioni delle scorse settimane hanno trovato conferma nella dichiarazione ufficiale rilasciata domenica da Guido Bertolaso, al termine dell’incontro con le istituzioni locali avvenuto presso la Prefettura di Napoli.

Le frizioni emerse tra i tecnici degli enti locali e quelli nominati dal Governo, erano state il presagio di un finale abbastanza scontato. A Napoli si dovrà fare una discarica e l’unico luogo in cui è possibile impiantarne una, vista l’impossibilità di riaprire la contestata discarica di Pianura, resta il territorio di Chiaiano. La vicinanza ai centri abitati e alla zona ospedaliera non è stato un motivo sufficientemente valido per accantonare il progetto, mentre i rilievi compiuti hanno evidenziato delle difficoltà tecniche superabili con un preventivo lavoro di messa in sicurezza del sito. Questo comporterà tempi lunghi affinché la cava di Chiaiano possa iniziare ad accogliere i rifiuti della città di Napoli, calcolati in almeno tre mesi necessari per scongiurare il rischio di crollo di una parete della cava (eventualità già da tempo denunciata dal prof. Ortolani) e procedere alla bonifica del terreno pesantemente inquinato dal piombo, visto che per anni ha ospitato un poligono di tiro.

Bertolaso ha annunciato una immediata riconvocazione del tavolo tecnico con gli enti locali per valutare ulteriori aspetti legati all’utilizzo dell’impianto.  In particolare dovranno essere discussi il problema dell’impatto ambientale relativo ai mezzi di trasporto, e la tipologia dei rifiuti da conferire nella discarica. Si ipotizza che in una prima fase a Chiaiano debba essere sversato solo tal quale, e successivamente, con l’aumento a Napoli della raccolta differenziata, solo frazione secca. In ogni caso è scongiurato l’utilizzo della discarica anche per accogliere ceneri industriali, indicate originariamente nel decreto dell’esecutivo. La discarica di Chiaiano, tra l’altro, non riceverà “più di mille tonnellate al giorno e si farà in modo che siano utilizzati dei mezzi piccoli, i quali arrivino solo in alcuni orari arrecando il minor fastidio possibile alla popolazione”.

La disponibilità e le assicurazioni fornite dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sembrano aver attenuato le resistenze dei rappresentanti delle istituzioni locali, per quanto dal fronte di chi si oppone alla discarica si preannuncia la prosecuzione della lotta. Resta da vedere in quali forme. Oggi sono tornate le barricate, l’accesso in via Cupa dei Cani, ovvero la strada che conduce alla cava di Cinque Cercale di Chiaiano, è nuovamente off-limits, con passaggio consentito solo a piedi. 

L’auspicio è la prosecuzione della protesta nelle forme più civili e democratiche, sulla falsa riga di quanto realizzato nelle ultime settimane. La grande partecipazione dei cittadini alle manifestazioni realizzate per lo più nel fine settimana, rappresentano un momento di aggregazione che va ben al di là delle ragioni di fondo della protesta, con la trasformazione dell’area occupata da luogo di scontro e violenze in luogo di confronto e condivisione. Un approccio confermato nelle parole di uno dei coordinatori della protesta, Egidio Del Giudice, che al Corriere del Mezzogiorno ha dichiarato: «Continueremo una resistenza democratica. La discarica è uno scempio, una scelleratezza, ma Chiaiano non può lottare con la forza contro lo Stato». Le speranze superstiti sono nella Procura – alla quale il presidente della commissione ambiente del Comune di Napoli Carlo Migliaccio ha preannunciato un esposto – e nella Unione europea.
È bene ricordare che la cava di Chiaiano diventerà sito di interesse strategico nazionale al pari delle altre discariche campane, e verrà quindi presidiata dalle forze dell’ordine e dall’esercito.

Nel frattempo sembra sbloccarsi anche il nodo relativo all’individuazione dell’area sulla quale costruire il termovalorizzatore cittadino. Il sindaco di Napoli, rispettando i tempi indicati dal governo centrale, ha annunciato, non senza sorpresa, che il termovalorizzatore si realizzerà ad Agnano, nell’area dell’ex spaccio della Nato, al confine con i quartieri di Fuorigrotta e Bagnoli. La scelta è ricaduta su un territorio per il quale sono escluse eventuali bonifiche ambientali, necessarie nelle aree prese in esame fino a oggi di Napoli Est e di Bagnoli, consentendo una significativa accelerazione dei tempi necessari per l’avvio dei lavori. Il modello sarà il termovalorizzatore di Vienna, garanzia per un impatto ambientale contenuto e circoscritto. Peccato che in Campania ci si avvii solo oggi verso l’attuazione di un ciclo industriale dei rifiuti, quando nel resto d’Europa già si valutano sistemi alternativi che possano superare gli stessi inceneritori. È della scorsa settimana l’approvazione da parte del Parlamento europeo di una direttiva che ha fissato nuove misure per ridurre la produzione di rifiuti, incentivando l’eco-design e imponendo il ricorso a regimi di raccolta differenziata entro il 2015 per aumentare di almeno il 50% il riutilizzo e il riciclaggio nel 2020, quando in Campania saremo ancora impegnati a smaltire le ecoballe taroccate accumulate in tutti questi anni.
Paolo Carotenuto
23 giugno 2008 

Per maggiori informazioni sulla nuova direttiva comunitaria sulla gestione dei rifiuti, clicca qui: http://www.medinapoli.it/?q=node/662