Alla guida del Giappone un cattolico con lo spirito da samurai

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Alla guida del Giappone un cattolico con lo spirito da samurai

25 Settembre 2008

Un cattolico devoto ma cultore dello spirito e etica dei samurai è da mercoledì il nuovo primo ministro giapponese. E’ Taro Aso, 68 anni, di grande famiglia di imprenditori e politici, già ministro in precedenti gabinetti, controverso per la sua forte personalità e il parlare in modo diretto in una società in cui ci si esprime con sfumature e sottintesi.

 

E’ il primo cattolico nella storia del Sol Levante ad assurgere alla massima carica politica, e non nasconde la sua fede.  In genere,  i politici giapponesi non manifestano convincimenti religiosi , essendo la religione un tema molto delicato. Fino alla fine della guerra mondiale, lo scintoismo era religione di stato, della quale l’imperatore era al tempo stesso massima divinità e sommo sacerdote, Dio e Papa insieme. Privato del suo carattere di religione di stato, lo scintoismo è rimasto  nella coscienza collettiva come summa di tradizioni e identità nazionale, affiancato in parte dal buddismo. I cristiani di varie confessioni sono circa tre milioni, i cattolici circa 500 mila.

In una conferenza stampa nei giorni scorsi  prima di essere eletto capo del  partito liberal-democratico, che essendo di maggioranza automaticamente esprime il capo del governo, Aso aveva confermato la sua fede cattolica, rivendicando di  venire da una famiglia che lo è da quattro generazioni, e precisando di essere un devoto praticante.  Si  sa che sua nonna, vivamente cattolica,  era moglie di Shigeru Yoshida, il grande politico e primo ministro che ha guidato il Giappone negli anni Cinquanta, risollevandolo dalle macerie del dopoguerra.  Considerato  storicamente il De Gasperi giapponese,  col quale ha molti parallelismi in termini di azione politica, Yoshida si convertì al  cattolicesimo qualche tempo prima di morire, e alla sua scomparsa ebbe il funerale cattolico, al quale però seguì il funerale di stato improntato a ritualità buddista.

Al momento della conversione, Yoshida non era però più primo ministro. Suo nipote, il cui nome di battesimo è Francisco, è il primo cattolico in questa carica. Ma  il cattolicesimo del ramo materno aveva già  lambito il vertice governativo: sua madre, cattolicissima, era moglie di Zenko Suzuki, altro primo ministro. Con la famiglia  di Aso, infine, il cattolicesimo è entrato nella corte del Crisantemo, permeando alcuni rami della famiglia imperiale . Infatti la  sorella del nuovo premier, Nobuko, anch’essa cattolica fervente, ha sposato il principe Tomohito Mikasa, primo cugino dell’imperatore Akihito. Si racconta che il principe, innamoratissimo e ricambiato, quando la corteggiava  espresse a mezza bocca i suoi timori, rispetto alla tradizione e al ruolo della casa imperiale,  per il fatto che lei fosse cattolica. E la ragazza,con grande senso di spirito, gli disse: "E allora che cosa c’è di strano? Vorrà dire che sarò la prima cattolica alla corte del Crisantemo". Cosi fu, e la coppia ha avuto due figlie,  che sono state educate nella religione cattolica da due gesuiti, professori presso la prestigiosa Università Sofia, dei gesuiti. La stessa imperatrice ha  fatto tutti i suoi studi, dall’asilo all’Università, presso  Il Sacro Cuore, esclusiva scuola cattolica di Tokyo tenuta da  suore irlandesi.

Il cattolicesimo si unisce in Taro Aso  col culto delle tradizioni e dell’etica dei samurai : senso dell’onore, lealtà e fedeltà, arti marziali. Appassionato di tiro a segno, ha fatto parte nel 1976 per questo sport della squadra  giapponese alle Olimpiadi di Montreal. Ha studiato a Stanford e a Londra, ma è legata molto alle tradizioni nazionali, con venature che sconfinano nel nazionalismo.

Già ministro degli Esteri, Aso è incorso in varie gaffe verbali parlando dei rapporti con la Cina e la Corea, nei quali affiorano spesso turbolenze per il passato militarista nipponico  che lui minimizza.

vvicinandosi alla carica  di premier, nei giorni scorsi ha detto di sentirsi "un falco", precisando poi di esserlo nel senso di volersi "sacrificare per il ruolo del Giappone nel portare pace e stabilità e per proteggere gli interessi nazionali". Quanto a Cina e Corea, riconosce che "ci saranno problemi con loro", ma "non bisogna scoraggiarsi, perché i tre paesi sono destinati a prosperare insieme".

Non avendo il suo partito la maggioranza assoluta, Taso governerà continuando la coalizione da tempo in atto con il partito buddista Komeito. Quanto possa durare, è dubbio, e non per le diversità tra un premier che è il primo cattolico in quel posto e i buddisti, ma per le difficoltà economiche e politiche, a causa delle quali il Giappone , come l’Italia di ieri, divora ormai da tempo  un governo all’anno.