Alla scoperta del volto privato del Bernini pittore
28 Ottobre 2007
di Mirko Testa
Difficile non riconoscere l’impronta superba
lasciata da Gian Lorenzo Bernini nelle architetture della Roma del ‘600, così
come è impossibile non apprezzare il carattere distintivo che affiora dai busti
di papi e potenti vari da lui creati. Tuttavia esiste un volto privato, intimo,
non interamente svelato di questo poliedrico genio artistico, piuttosto lontano
dal Bernini regista del Barocco: quello che traspare dai suoi dipinti.
A colmare questo divario, però, ci pensa ora una mostra
dal titolo “Bernini pittore”, allestita nel Palazzo Baberini di Roma,
recentemente restaurato, e che rimarrà aperta fino al 20 gennaio del
prossimo anno. Sono infatti esposti per la prima volta al pubblico tutti i
dipinti certamente attribuiti all’artista dell’Apollo e Dafne e del Colonnato
di Piazza San Pietro.
Oltre ai 21 dipinti (16 dei quali autografi), sono presenti inoltre un
gruppo di 10 disegni e un marmo, il busto di Costanza Bonarelli – con la quale
Bernini ebbe una burrascosa storia d’amore – del Museo del Bargello, un cartone
monumentale e altre tele per un totale di 34 opere.
Il progetto, ideato e curato dal prof. Tomaso Montanari, docente di Storia
dell’Arte Moderna all’Università di “Tor Vergata” di Roma, è frutto di una
ricerca rigorosa basata sull’analisi stilistica e sull’interpretazione storica
dell’attività e della produzione berniniana. Lo scopo era quello di sgombrare
il campo dalle tante attribuzioni improprie verificatesi in special modo negli
ultimi 10 o 15 anni in cui si %C3