All’Abruzzo 134 milioni per puntare su un nuovo welfare meritocratico
28 Dicembre 2010
Si scrive Fondo Sociale Europeo e si legge innovazione, capacità d’impresa e istruzione. Sul piatto ci sono 134 milioni di euro che andranno a finanziare 23 progetti. “Una grande opportunità per l’Abruzzo – ha affermato il presidente della Regione, Gianni Chiodi – soprattutto sul piano del lavoro e della coesione sociale ed economica”.
Si tratta del nuovo programma della Regione relativo al Piano Operativo del Fondo Sociale Europeo 2009-2011 e i progetti da finanziare riguarderanno il mondo del lavoro, il sociale, la formazione, la ricerca. Risorse fondamentali, perché consentiranno all’Abruzzo di non interrompere la strada intrapresa verso lo sviluppo in un momento in cui diventa impossibile drenare nuovi fondi a meno di non prevedere ulteriori tasse. Invece, scongiurando il grave rischio di disimpegno e quindi di restituzione all’Unione Europea, i fondi ci sono verranno utilizzati: “Un segnale importante – conferma Paolo Gatti, assessore regionale alle Politiche del Lavoro – in un momento di crisi generalizzata. E l’impegno dell’assessorato si concretizzerà in una politica volta all’utilizzo delle risorse disponibili”.
Gli obiettivi da centrare grazie a questo programma sono almeno due, come spiega ancora Gatti: “Il primo, più immediato, è legato alla terapia d’urto per fronteggiare le difficoltà attuali soprattutto sul fronte occupazionale. Il secondo, di più ampio respiro, è coniugato alla possibilità di dare e creare nuove opportunità di crescita, di costruire , cioè, un futuro migliore. E su questo fronte sono previsti progetti interessanti, a cominciare dalla scuola”.
Tra le righe, dunque, da leggere la volontà di proporre un cambiamento radicale del modo di fare politica che strizza l’occhio anche ad un nuovo modello di welfare. Ne è convinto il governatore Gianni Chiodi secondo il quale “in questo ambito occorre rigore per la gestione delle risorse e nello stesso tempo orientarsi verso un welfare meritocratico che deve puntare a premiare le capacità e non il privilegio di pochi”.
Tutto questo nella convinzione che oggi la crescita non può prescindere dalla competitività in una prospettiva che segna una netta rottura con il passato. “In un momento difficile al livello nazionale, ed ancor di più per l’Abruzzo, bisogna far ricorso alla compartecipazione politica ed alla comunità d’intenti di tutte le componenti. Prima c’era la concertazione ma oggi è diverso perché dobbiamo guardare al futuro mettendo in campo i giovani e, dunque, il futuro della nostra regione”.
Situazione incerta certo, ma i primi spiragli già si intravedono e sarebbe un errore non prenderli nella giusta considerazione, quasi il declino fosse diventato una specie di retorica. L’arma giusta, invece, è la motivazione insieme all’ottimismo e alla voglia di fare. “Se è vero che al livello economico stiamo vivendo la crisi più dura dal 1929 – ha infatti continuato Chiodi – è altrettanto vero che da tre trimestri l’Abruzzo chiude con segno positivo riguardo crescita, esportazioni e produzione”. Resta il nodo occupazione legato alle imprese che non assumono, “un problema che c’è e che non va nascosto” dice Chiodi, che però torna a insistere sull’importanza della formazione: è necessario cambiare il modello di sviluppo, investendo sulla qualità – spiega – Formazione continua e istruzione devono essere alla base di questo cambiamento che deve poi andare di pari passi con il miglioramento dei processi meritorcratici”. Poi una provocazione, verso un futuro affidato all’imprenditorializzazione giovanile, che la Regione deve supportare e incoraggiare”.
Ma le nuove prospettive non si esauriscono qui e oggi devono passare anche per l’inclusione sociale, a cui il programme FSE riserva 25 milioni di euro. Altri elementi di novità, sottolineati dall’assessore Paolo Gatti, riguardano la circostanza, non trascurabile, che il programma sia nato con il contributo delle parti sociali, della maggioranza e delle opposizioni consiliari. “Su una dotazione di 134 milioni – è la conclusione di Gatti – si è scelto di concentrare l’attenzione su 23 progetti proprio perché vogliamo che si sviluppino opportunità durature”.
E dalla capitale è arrivato anche il pauso del ministero dell’Istruzione. Per Gianni Bocchieri, a capo della segreteria tecnica del ministero, “la linea della Regione coincide con gli obiettivi del ministero in quanto si ritiene importante concentrare le risorse su un numero di progetti limitato ma utili”.