Allarme criminalità a Bari, i cittadini si sentono sempre meno sicuri
13 Aprile 2011
Rapinatori scatenati, ladri che entrano in azione, di giorno e di notte, facendo razzia nei negozi, nelle case, nei garage. Incappucciati, armati di pistole e coltelli, in pochi minuti sono capaci di mettere a segno colpi milionari e poi sparire nel nulla. Cresce l’allarme criminalità a Bari, una città che quotidianamente deve fare i conti con una realtà delinquenziale senza precedenti e dove il pericolo è dietro l’angolo. Se i dati confortanti, forniti dalla Questura parlano di una diminuzione complessiva del 3 per cento dei reati predatori (16% in meno di rapine, 13% di scippi e 15% di furti in abitazione) e, in contemporanea, di un aumento degli arresti e dei controlli, i cittadini hanno una percezione della sicurezza tutt’altro che positiva.
L’impennata reale dei furti d’auto nei primi mesi del 2011, con una media di 29 sparizioni di autovetture denunciate al giorno, l’aumento delle rapine a mano armata e dei furti in appartamenti (circa 4 al giorno), fanno di Bari una delle città italiane meno sicure. L’amministrazione comunale, d’intesa con la Prefettura locale, tenta di correre ai ripari con l’installazione di telecamere di videosorveglianza: 250 disseminate in 174 strade. Non fanno le multe agli automobilisti indisciplinati, ma controllano i punti più critici della città, i quartieri e le zone “calde” per la sicurezza. Ma i cittadini si interrogano sulla loro utilità se, poi, la maggior parte delle strade sono al buio (causa scarsa illuminazione pubblica) e l’occhio del “grande fratello” non è in grado di registrare immagini chiare ed identificare gli autori dei delitti.
Quello dei reati predatori non è l’unica piaga di una città che invoca una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e un presidio più costante delle forze di polizia sul territorio. C’è la criminalità organizzata, quella delle giovani leve che, in una fase di riassestamento degli equilibri, per riempire i vuoti lasciati dall’arresto dei più importanti capi clan, conquista i ruoli nella gerarchia malavitosa, facendo un uso spregiudicato delle armi. La raffica di omicidi e tentati omicidi di stampo mafioso, che si sono susseguiti nelle ultime settimane, hanno richiamato l’attenzione del Governo nazionale. Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, ha parlato di “allarme giustificato” e ha assicurato un miglioramento dell’impegno investigativo e una maggiore prevenzione contro la criminalità.
Un richiamo alla sicurezza arriva anche dai gestori di locali pubblici, pub e discoteche. Dopo l’ennesimo tragico episodio di domenica 10 aprile, quando un giovane trentenne è rimasto ucciso da un colpo di arma da fuoco per una banale lite avvenuta all’interno di una discoteca cittadina, le associazioni di categoria lanciano l’ennesimo appello alle istituzioni e agli organi di sicurezza al fine di ottenere un presidio costante delle forze dell’ordine fuori dai locali da ballo, soprattutto di notte e specialmente quando la città è deserta e il muro di omertà di quei pochi testimoni si innalza, facendo calare il silenzio anche sui delitti più gravi.