Allarme Opec, rischi al ribasso per domanda petrolio causa difficoltà economie emergenti

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Allarme Opec, rischi al ribasso per domanda petrolio causa difficoltà economie emergenti

14 Aprile 2016

L’ultimo report arrivato dall’Opec, non racconta nulla di buono. Ritiene, in fatti che la domanda di petrolio proveniente dalle principali economie del mondo, non sarà in grado di compensare il calo dei consumi che investirà le altre aree del mondo. Pertanto tagli alle stime sulla crescita della domanda globale, prevista per il 2016, di 50.000 barili al giorno. 
L’Opec ha motivato la propria decisione con il rallentamento delle economie dei mercati emergenti, le temperature più alte e la rimozione di alcuni sussidi a sostegno dei carburanti nel Medio Oriente. E non esclude altre revisioni al ribasso.
 
Il tasso di crescita della domanda è atteso dunque al ritmo di 1,2 milioni di barili al giorno, in ribasso rispetto a quello del 2015, pari a 1,54 milioni al giorno.
Intanto è forte l’attesa per il meeting tra i paesi produttori di petrolio che appartengono all’Opec e quelli non Opec. La riunione potrebbe concludersi con un accordo per congelare la produzione, a sostegno dei prezzi del petrolio, reduci da un crollo senza precedenti.
L’ultimo report mensile dell’Opec evidenzia che gli 11 membri dell’Opec che dovrebbero partecipare alle trattative di Doha stanno al momento offrendo sul mercato 487.000 barili al giorno al di sotto dei livelli di gennaio. 
 
La Libia al momento ha reso noto che non parteciperà alla riunione di domenica prossima, 17 aprile, mentre l’Iran deve ancora decidere.
Dal report mensile dell’Opec risulta, inoltre, che la produzione dell’Arabia Saudita è rimasta stabile rispetto ai livelli di gennaio.
Altre analisi elaborate dall’Opec rendono noto che tutti i 13 membri del cartello Opec hanno offerto 32,25 milioni di barili al giorno nel mese di marzo, in rialzo comunque di 14.900 barili al giorno rispetto a febbraio.
 
Riguardo a quello che ci si può attendere dal meeting di Doha di domenica, si sa al momento che il ministro petrolifero iraniano Bijan Namdar Zanganeh non sarà presente, ma invierà al suo posto un rappresentante. Nel frattempo, il portavoce del Cremlimo Dmitry Peskov ha affermato di intravedere ancora qualche speranza sulla possibilità di congelare la produzione di petrolio, nonostante la posizione dell’Iran.