Alle origini della rabbia musulmana c’è la nostalgia di un’antica superpotenza
19 Aprile 2009
400 e passa pagine per una rassegna di 1.500 anni di confronto tra Islam e Occidente. E’ questo il peso dell’ultimo libro di Bernard Lewis edito da Mondadori. Un tomo indispensabile per chi vuole ragionare sulle cause che alimentano la rabbia del mondo arabo contro l’Occidente.
Il libro ripercorre, aggiornandoli, i passaggi cruciali della ricerca storica di Lewis. Come la descrizione dei rapporti tra Europa e Islam che – secondo il padre del moderno Orientalismo – è una storia fatta di incomprensioni, ignoranza reciproca e violenza che si alterna a periodi di pace.
A colpire è il racconto dei diversi cicli di espansione delle potenze arabe e del mondo musulmano, che per lunghi secoli diedero vita a una avanzata civiltà che – come avviene per tutte le superpotenze, dall’antica Roma agli Usa – non si curava granché di quello che stava accadendo nella “penisola” europea.
I Franchi? Rozzi e barbari. Le Crociate? Lepanto? Episodi trascurabili nella storia di un dominio incontrastato, che va dalla conquista mora della Spagna all’assedio ottomano di Vienna. Questo comprensibile senso di superiorità culturale sarebbe costato caro in termini di progresso politico ed economico, quando le potenze occidentali avrebbero spiccato il volo nella modernità.
Al di là delle discutibili politiche imperialiste condotte dalle potenze europee tra XIX e XX secolo in Medio Oriente, la profonda disillusione generata dal capovolgimento dei fronti è una causa del risentimento occidentalista che alligna nelle opinioni pubbliche arabe e musulmane, ancora oggi.