
All’Isola dei famosi l’Onorevole torna a essere Vladimir

25 Luglio 2008
Alla notizia che un ex parlamentare, deputato nella scorsa legislatura, figurerà nel prossimo cast dei naufraghi dell’”Isola dei Famosi”, il primo pensiero dell’uomo della strada potrebbe essere: sic transit gloria mundi. La mente correrebbe quindi ad altri casi (ormai digeriti, ma con quale fatica! dall’opinione pubblica) in cui la migrazione dallo spettacolo alla politica, tenuta a battesimo dalla Seconda Repubblica, si è trasformata in un’osmosi, e ha cominciato a funzionare anche in senso inverso: con illustri politici (tra cui un presidente della Camera) “riciclati” nello spettacolo, non senza un certo successo.
Lo stesso pensiero risuonerebbe ancora più amaro ad approfondire la notizia, scoprendo l’appartenenza del politico in questione: membro di un partito, quello della Rifondazione Comunista, battuto dalle urne, assente dal Parlamento (e forse anche dal paese reale), che proprio in questi giorni celebra un tormentato congresso. Ma se leggendo poi con più attenzione lo stesso uomo venisse infine a sapere che il parlamentare in questione è Vladimiro Guadagno, in arte Vladimir Luxuria, il quadro cambierebbe completamente. Perché lo spettacolo, in qualche modo, per Luxuria non è mai finito: neppure quando lo interpretava in tailleur e trucco discreto tra gli scranni della Camera (e le sue dichiarazioni alla stampa, in cui definisce l’esperienza parlamentare “un reality”, sono lì a dimostrarlo).
Vladimir Luxuria – Il clamore sollevato dalla notizia potrebbe farcelo dimenticare – non è una nuova Pivetti: un politico di professione risucchiato più o meno inspiegabilmente nell’orbita mediatica, con gran soddisfazione delle riviste patinate.
Che Vladimir Luxuria sia uno showman non è affatto una novità: cresciuto negli anni tra cinema, teatro, musica, discoteche, radio e televisione, ha continuato anche da deputato a recitare in teatro, o a comparire nelle serate “Muccassassina”. Difficile distinguere quante delle perplessità, delle ironie, delle inimicizie aperte scatenate dalla sua entrata in Parlamento fossero dovute alla sua condizione di transessuale, e quante non fossero invece retaggio di una più generale diffidenza verso l’eterogeneità della sua occupazione rispetto allo standard, vero o presunto, del Transatlantico. Una diffidenza gradualmente sfumata man mano che si moltiplicavano le apparizioni del deputato in castigati completi bon ton e tacchi bassi: giorno per giorno, Luxuria costruiva e presentava un nuovo personaggio, molto lontano dagli eccessi da drag queen, in cui tutto parlava di serietà, impegno, rigore.
Se non fosse stato per qualche sporadica fotografia rubata alle sue notti in discoteca, si sarebbe potuto pensare a una vera e propria “conversione”: ma neppure le parrucche colorate e il trucco luminescente di quelle occasioni non sono riusciti a scalfire lo smalto del compassato parlamentare in grisaglia.
Vladimiro e Vladimir, il politico e l’uomo di spettacolo, il pubblico e il privato, il castigato e l’eccessivo, la serietà e la facezia hanno convissuto così per una legislatura, senza sbavature; riuscendo a convincere le deputate del centrodestra (più d’una delle quali aveva dichiarato di ammirare lo stile di Luxuria) senza smettere di trascinare i partecipanti al Gay Pride; lasciando l’opinione pubblica a domandarsi quale delle due fosse la vera faccia, e credendo in fondo a entrambe.
Ora, l’adesione di Luxuria all’Isola dei Famosi sembra di nuovo sbilanciare la situazione verso uno dei due poli, quello della facezia. La meraviglia, o almeno l’interesse suscitato dal fatto nell’uomo della strada è almeno pari alla delusione che non mancherà di suscitare a chi si era già affezionato (troppo?) all’idea del militante impegnato, rispettata controparte per gli avversari politici e interlocutore credibile per i quotidiani. Senza questa affezione non si spiegherebbe la “notiziabilità” della cosa, di per sé niente affatto eccezionale per un personaggio che di spettacolo vive ed è vissuto; che per un certo periodo ha interpretato un ruolo, come ribadiscono le frasi sul “reality” del Parlamento, consapevole di interpretarlo, e che lo ha ormai dismesso.
Che Luxuria abbia accettato di fare il naufrago non vuol dire altro se non che Vladimiro è ritornato ad essere pienamente Vladimir, con tanti saluti ai tailleur – buoni ormai solo, come ha detto ai giornalisti, a “far ridere i tucani”.