All’Italia serve una nuova cultura d’impresa e più disciplina nel lavoro

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All’Italia serve una nuova cultura d’impresa e più disciplina nel lavoro

30 Marzo 2012

Lo scorso 26 marzo si è tenuto a Roma, presso la sede dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, un incontro organizzato in collaborazione con il Centro Studi Federico Caffè dedicato alla figura del prof. Giuseppe Toniolo, dal titolo “Il primato dei valori sulle leggi economiche”. Erano presenti il Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e postulatore nel processo di canonizzazione di Toniolo, l’On. Paola Binetti, il Prof. Giulio Sapelli dell’Università Statale di Milano, e il prof. Bruno Amoroso, Docente Emerito dell’Università di Roskilde in Danimarca e Presidente del Centro Studi "Federico Caffè".

Nel suo intervento Mons. Domenico Sorrentino ha voluto esprimere che Toniolo verrà beatificato fra pochi giorni affinché sia proposto come modello di vita a 360 gradi. Mons. Sorrentino non ha nascosto che negli ultimi decenni questa figura non è sempre stata valorizzata come avrebbe meritato, ma la sua riscoperta potrà avvenire anche grazie alla beatificazione, e ritiene provvidenziale che essa avvenga ora, nel pieno di una crisi economica, politica ed etica. In modo semplice ed appassionato, Sorrentino ha tratteggiato la figura di Toniolo, affiancando a “società, politica, economia” un’altra triade: “trascendenza, antropologia ed etica”.

Egli è vissuto fra il 1845 e il 1918, anni in cui la scienza economica comincia ad interessarsi alla “questione sociale”, fino a quel momento il mondo cattolico si era comportato sempre in maniera “elemosiniera”, e Toniolo fece comprendere che questo aspetto aveva la sua importanza, ma non ci si doveva limitare esclusivamente ad esso. Mons. Sorrentino ha sottolineato ancora l’attualità del pensiero del prof. Toniolo, il quale nell’800 era convinto che un capitalismo senza etica porta a gravi disastri. Per questo motivo non volle abbracciare il capitalismo, ma nemmeno il Socialismo. Riteneva che esso avrebbe portato “sotto maschera di libertà più servaggio”.

Si oppose a questi due scenari indicando che il Vangelo è in grado di dare indirizzi che illuminino l’economia, che è scienza, ma al tempo stesso anche pratica. Egli ha voluto poi soffermarsi sul tema dell’incontro “Il primato dei valori sulle leggi economiche”, indicando come l’ homo oeconomicus sia prima di tutto uomo, e lo rimane in ogni momento e in ogni azione. Ha concluso il suo intervento indicando che la testimonianza laicale dell’economista e sociologo nato a Treviso, il suo pensiero, la sua teoria economica basata sul primato dell’etica, possono oggi costituire un riferimento ancora oggi attuale, se come cattolici, prendendoci tutti le nostre responsabilità, vogliamo contribuire a costruire “una nuova stagione” di impegno.

È poi intervenuta la deputata Paola Binetti la quale ha reso nota una recente iniziativa dei Parlamentari italiani che, per mezzo di una lettera hanno chiesto al Pontefice che la Beatificazione di Toniolo fosse celebrata a Roma, invece che nella Diocesi di riferimento, al fine di un maggiore coinvolgimento della collettività. Il Pontefice si è poi espresso positivamente in tal senso, forse anche grazie a tale sollecitazione. L’On. Binetti si è poi soffermata sulla dimensione dello “studio”, indicando come sia visto dal Toniolo in una dimensione trasversale, cioè come un aspetto che tocca tutti i momenti della vita e che non andrebbe mai interrotto. Egli, infatti, si impegnò molto in tal senso attraverso la fondazione nel 1889 dell’Unione Cattolica per gli Studi Sociali in Italia.

Ha fatto seguito l’intervento del prof. Bruno Amoroso che ha enucleato alcuni aspetti del Trattato di Economia Sociale, scritto da Toniolo nel 1908. Esso fornisce un materiale di studio di rilevanza storica nel quale percorre con attenzione critica le fasi storiche della trasformazione industriale, sia in Italia sia in Europa. Al suo interno vengono illustrate e analizzate le fasi della trasformazione economica delle società dall’agricoltura all’artigianato e dalla manifattura alla fabbrica moderna. Secondo il prof. Toniolo l’impatto di questa “grande trasformazione” sulle persone, sui mestieri, sulla divisione del lavoro e sull’organizzazione economica viene commisurato ai vantaggi e svantaggi che produce in termini umani, economici e sociali.

I vantaggi di queste trasformazioni sulle funzioni economiche delle imprese e sulla società sono rigorosamente elencati sia nell’impatto sui singoli e le loro condizioni di vita, dentro e fuori della fabbrica, sia per gli effetti di disgregazione che ciò produce sulle famiglie e la comunità. In conclusione, per Giuseppe Toniolo i risultati dell’intero progetto possono essere minacciati dal prevalere di uno spirito di utilitarismo egoistico e della cupidigia umana. La sua enfasi si concentra quindi sul formarsi di una cultura industriale nella quale prevalga un ceto illuminista imprenditoriale e una capacità di organizzazione e disciplina dei lavoratori.

Ha chiuso i lavori il prof. Giulio Sapelli il quale, dopo aver ricordato le doti del Toniolo economista “mai caduto nei rarefatti tecnicismi”, ha spiegato che sembra si stia facendo largo una visione temperata del capitalismo, fondato su una proprietà più stabile che riduca la ricerca di un profitto a breve termine e una prevalenza della proprietà di pochi rispetto alla continuità dell’impresa in quanto soggetto storico e sociale.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari