Almaviva, bloccati trasferimenti. Mercoledì nuovo round negoziale
21 Ottobre 2016
Il caso dei dipendenti della sede di Almaviva a Palermo continua a creare tensioni tra governo, sindacati e lavoratori. E’ notizia di stamattina che i trasferimenti sono stati sospesi e il tavolo aggiornato a mercoledì prossimo per consentire lo svolgimento delle assemblee dei lavoratori nei prossimi giorni, così si è deciso al ministero dello Sviluppo economico.
Per 154 lavoratori, il rischio era il trasferimento in altra sede alla fine di ottobre, a causa della scadenza della commessa Enel. Al tavolo di lavoro c’erano Governo, Almaviva, Enel, Exprivia e sindacati. “Tavolo aggiornato a mercoledì prossimo per consentire le assemblee dei lavoratori, nel frattempo trasferimenti sospesi”, ha conferma su Twitter il viceministro Bellanova.
Exprivia (Molfetta), che subentra ad Almaviva nella gestione del servizio, si è resa disponibile ad acquisire 297 dei 397 dipendenti coinvolti, con 14 dipendenti full time, 79 a 6 ore, 204 a 4 ore. Ma ha ribadito la proposta iniziale che prevedrebbe nuove assunzioni al terzo livello con contratti a tutele crescenti.
Il governo, pressato dai sindacati, insiste sull’azienda per ottenere una formulazione che tenga conto del mantenimento della tutela ex art 18. “Il confronto tra le parti, spiegano i sindacati, “è stato molto complicato e non ha prodotto un risultato che possa essere considerato pienamente soddisfacente. Abbiamo chiesto nuovamente ad Almaviva di sospendere i trasferimenti in atto”.
“Lo stop ai trasferimenti non ci rassicura. Le condizioni proposte da Exprivia, il nuovo committente di Enel, restano da migliorare. Lanciamo, quindi, un appello al presidente Renzi, oggi a Palermo, affinché garantisca regole e trasparenza nel settore dei call center e tuteli i lavoratori di Almaviva”, ha detto il segretario generale della UilCom Sicilia Giuseppe Tumminia dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo economico.
“Se i nostri giovani, che lavorano in uno dei settori più importanti del Paese, perdessero questo posto – aggiunge il sindacalista – non avrebbero più nessuna prospettiva per il futuro. Chiediamo, quindi, più tutele per i lavoratori e soprattutto il blocco dei trasferimenti. Ci aspettiamo un impegno maggiore dalle istituzioni, nazionali e regionali, perché così si sta colpendo un settore produttivo strategico per Palermo e non solo”.
”Lavoriamo da un lato per fare in modo che ci sia un mercato chiaro, dove non vinca l’idea del massimo ribasso e, quindi, della precarizzazione del lavoro, dall’altro lato abbiamo fatto una scelta per cui nella legge di stabilità sarà presente un ulteriore stanziamento per gli ammortizzatori sociali legato al settore dei call center. Per fare in modo che se per gestire questi processi servano strumenti come gli ammortizzatori le risorse ci siano”, lo ha detto a Palermo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine della Biennale dell’Economia cooperativa, organizzata da Legacoop nel capoluogo siciliano in occasione dei suoi 130 anni, parlando della vertenza ALMAVIVA all’indomani del vertice al Mise.
“Naturalmente ci sono problemi legislativi – ha aggiunto Poletti -. Ad esempio, avevamo alcuni articoli sulle sanzioni da comminare alle aziende che utilizzano i call center all’estero senza rispettare la normativa precedente, che però sono rimasti fermi con la legge sulla Concorrenza in Parlamento. Ho sentito il ministro Calenda che giustamente dice che se questo percorso legislativo dovesse rimanere bloccato dovremo ricollocare queste norme in modo da farle approvare. Quindi o si risolve per quella via o ne cercheremo una più rapida” ha concluso Poletti.
“In relazione allo stato di crisi del settore TLC e sull’andamento delle vertenze sindacali in atto, a partire da quella che interessa i lavoratori “Almaviva”, chiediamo al Ministro dello Sviluppo economico di venire a riferire in Senato, con la dovuta urgenza”, ha detto invece il senatore di Sel, Uras, che ha presentato una mozione sulla situazione occupazionale dei lavoratori TLC, con particolare riferimento a quelli occupati nei call center. “La crisi aziendale di Almaviva, che ha annunciato il taglio di oltre 2500 lavoratori – ha proseguito – è solo la punta dell’iceberg. La situazione complessiva appare davvero insostenibile”.
“A Renzi, davanti alle vertenze Almaviva e Sis esplose in a Palermo, poniamo una domanda: sono queste le aziende con le quali si vuole fare crescere l’Italia e rilanciare il Mezzogiorno?”, si chiede CGIL, “il governo si affida a questa imprenditoria per fare uscire Palermo dalla crisi, dopo che in città sono stati già persi 40 mila posti posti di lavoro in questi anni? Se con questo sistema di appoggi e di incentivi alle aziende, si taglia solo e sempre sul costo del lavoro e si bloccano opere come il passante ferroviario, tenendo prigionieri gli operai in contenziosi tra imprese di cui i lavoratori non hanno responsabilità, questa non è crescita”.
Il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo giudica “poco soddisfacente” l’ultimo incontro al Mise in cui ai lavoratori Almaviva “ancora una volta è stata prospettata la possibilità di perdere il 30 per cento dello stipendio col trasferimento a Rende. Approfitteremo di questi giorni di sospensione comunicata dall’azienda per andare avanti con le assemblee e per parlare con i lavoratori”.