Almunia: “crecita economica a rischio anche nel 2008”
07 Dicembre 2007
di redazione
“I rischi per la crescita economica del 2008 sono aumentati
negli ultimi mesi”, ha detto il commissario agli affari economici e
monetari dell’Unione europea Joaquin Almunia.
“Abbiamo presentato le nostre stime di crescita per il 2008 un
mese fa – ha dichiarato Almunia
nel corso di una conferenza a Lussemburgo riportata dall’agenzia Bloomberg
– e ora se dovessimo presentare le stime aggiornate ad oggi, dovremmo
abbassare le previsioni”. Una correzione, ha spiegato Almunia, dovuta all’aumento dei
prezzi del petrolio, al rallentamento dell’economia statunitense e alle
turbolenze dei mercati finanziari.
E se le prospettive di Almunia non sono affatto rosee, tre italiani su quattro su quattro si sentono sempre più poveri e spendono con più attenzione.
Sempre secondo il Rapporto del
Censis, si spende meno per i prodotti alimentari e di più per i servizi,
aumenta il ricorso alle rate, si va a caccia di sconti e di offerte
promozionali, ma sempre con un occhio alla qualità. E allo stesso tempo non si
fa a meno del cellulare.
Il 74% degli italiani si sente povero e dopo
l’introduzione dell’Euro che per il 90% ha infiammato i prezzi,
rivede in un’ottica strategica il proprio budget familiare e i consumi. Il
quadro complessivo è quello che, dopo anni di tensione sul fronte dei prezzi,
il consumatore italiano è in crisi, disorientato, incapace di avere un rapporto
rilassato con il denaro e a tratti spinto ad un consumismo piuttosto marcato.
Dati alla mano, nel periodo
2000-2004, secondo gli italiani, i redditi reali sono cresciuti appena dello
0,5% annuo e cioè ben al di sotto dell’inflazione, e nemmeno per gli anni a
venire si aspettano consistenti aumenti. Le spese per consumi nel periodo
2001-2006 hanno avuto invece un tasso medio annuo di crescita inferiore all’1%.
Con il passare del tempo, il 74% dichiara quindi di avere meno risorse di
quanto soggettivamente ritenuto necessario ed il 36% teme addirittura di
correre il rischio di cadere in uno stato di povertà.
Insomma, rileva il Censis,non c’è tanto o solo una
crisi dei consumi quanto “una crisi del consumatore, impaurito all’idea di
non disporre di risorse economiche sufficienti per far fronte
alle proprie spese, impaurito dalla mancanza di certezze per l’immediato
futuro”.