Altro che bacchettoni, di donne-oggetto sbattute in copertina non se ne può più

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Altro che bacchettoni, di donne-oggetto sbattute in copertina non se ne può più

20 Ottobre 2010

Si sta lavorando ad un codice etico da condividere con le principali aziende pubblicitarie, cosi ha detto il ministro delle pari opportunità Mara Carfagna. Questa iniziativa mi sembra estremamente opportuna ed interessante.  Da tempo  si è superato il limite in nome dell’audience in tv che assieme alle pubblicità propone un modello di donna inaccettabile. Spesso solo un oggetto del divertimento maschile.

Le nostre ragazze debbono confrontarsi con immagini false, volgari, e lontane dalla realtà. Le donne delle pubblicità sono sempre più o meno svestite e inebetite a guardare un maschio che le tratta male o sono languidamente riverse su un’automobile che suscita più interesse di loro. Oppure sono disperate a  controllare la pancia e organizzare diete. La situazione più solare è quella che le vede crucciarsi per un pavimento infangato dal cane o sorridenti a guardare una macchia da eliminare dalle magliette dei loro amori. E poi ancora eccole che cucinano e assaggiano manicaretti con aria soddisfatta!!

Certamente la prima cosa che viene da pensare è quante cose fa una donna!  Questa è la parte buona della riflessione perché ci dà la misura di quanto una donna sia poliedrica e capace di ricoprire tanti ruoli. Deve lavorare ma anche avere il tempo della cura per i suoi cari, per gli anziani, ma anche per le amicizie ed il sociale. Sarebbe allora molto bello se si facessero vedere questi aspetti del femminile non rappresentati  come spesso accade in modo banale e grottesco. Credo che per le ragazze sarebbe opportuno vedere donne normali che con semplicità, intelligenza, ed amorevolezza fanno le cose che noi donne siamo abituate a fare senza dover ricorrere a continui mascheramenti come appare dalla pubblicità.

Anche la reclame di una borsa, di una scarpa o di un divano ha ormai bisogno di una donna nuda sottomessa o aggressiva. Il richiamo alla sessualità è sempre molto forte: preda o carnefice. Una donna oggetto: da guardare, aggiustare, comandare, condurre al guinzaglio, da possedere. Qualunque prodotto da reclamizzare che sia un profumo, un vestito, una macchina, non si capisce perché, ha bisogno di nudità.

Ma dove sono le donne normali intelligenti che studiano, lavorano, amano, fanno progetti, cambiano i pensieri producono cultura e non hanno bisogno di mascherarsi? Donne coraggiose che sanno lavorare a tante cose contemporaneamente. Che sanno dividersi tra lavoro, figli e anziani da assistere? Donne ironiche, intelligenti e spiritose. Donne che sanno essere forti e solidali di fronte al dolore, alla fatica, alle difficoltà. Perché queste stesse donne permettono ed aderiscono a queste immagini che ritraggono un aspetto parziale e svalutante di loro stesse?

Questo è il punto, purtroppo a volte sono le stesse donne che si prestano a soddisfare con immagini fuorvianti i pensieri maschili. Molti video di cantanti donne bravissime, sono tutti uguali basta vederne uno e li hai visti tutti. Donne che si rotolano tra uomini che le sottomettono o che si disperano per uomini che le abbandonano. Perché anche alla canzone più romantica e piena di contenuto deve corrispondere un video quasi sempre hard?

Queste immagini hanno educato pian piano i nostri giovani che trovano normale tutto ciò. I nostri ragazzi si sono assuefatti all’idea dell’oggetto che possono guardare commentare disprezzare e distruggere se non corrisponde ai loro ideali. L’altro è un oggetto da possedere o da rifiutare.

Per loro tutto si gioca con le immagini ed hanno imparato molto bene a copiare fotografi e pubblicitari. Basta guardare le foto che si fanno tra di loro e mettono in rete. Veri servizi fotografici, tutte le ragazze si ritraggono nelle varie formule: ammiccanti, ingenue lolite, sbarazzine, vamp, insomma un gioco continuo di immagini che richiamano le donne delle pubblicità e della tv.

La dignità femminile è continuamente svilita, ed allora ben venga la legge ma sappiamo che non basta! Una legge che mette dei paletti può funzionare solo se è affiancata da un’educazione continua che possa ridare un giusto ruolo alla donna. Una donna oggetto che può essere usata a piacimento e che deve soddisfare desideri e bisogni che non sono suoi evoca facilmente la mancanza di rispetto e la violenza. I ragazzi se continuano a vedere le donne in questo modo svilupperanno sempre meno un senso di complicità, amore, solidarietà e pari dignità con le loro coetanee.

Finora è stata fortemente negata l’azione educativa dei media ma dobbiamo fare i conti con un tempo diverso ed una società cambiata. La famiglia era il luogo dell’esempio e dell’educazione, purtroppo lo è sempre meno; per tempo, lavoro, ma anche per mancanza di voglia di educare. L’educazione è faticosa, impegnare tempo ed energia vuol dire dare e togliersi qualcosa. I genitori di oggi sono poco disposti a questo impegno. Sperano che i figli si educhino nel contesto sociale in cui loro rappresentano una piccola parte.

Dunque soggetti educanti diventiamo tutti, in particolare la scuola e i media perciò è importante darsi delle regole e riscoprire la responsabilità e il senso del bello che si è perso.