Altro che Jobs Act! Unimpresa: “Nel 2016 più disoccupati e precari”

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Altro che Jobs Act! Unimpresa: “Nel 2016 più disoccupati e precari”

01 Maggio 2017

9,3 milioni di italiani a rischio povertà in virtù della crescita della disoccupazione e del precariato. Il drammatico dato è stato diffuso dal Centro Studi di Unimpresa che ha certificato come dal 2015 al 2016 altre 105mila persone sono entrate nel bacino dei deboli in Italia (+1,14%), cifra che, sommata alle stime precedenti raggiunge quota 9 milioni e 347mila soggetti in difficoltà.

“Si tratta di un’enorme area di disagio” si legge nel comunicato diffuso dall’associazione. Ai “semplici” disoccupati, infatti, vanno aggiunte ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi. Per cui, agli oltre 3 milioni di persone disoccupate, bisogna infatti sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (803mila persone) sia quelli a orario pieno (1,71 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (803mila), i collaboratori (3284mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,67 milioni).

Il deterioramento del mercato del lavoro, come segnala il Centro studi di Unimpresa, non ha come conseguenza la sola espulsione degli occupati, ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari e il crescere dei contratti atipici. Una situazione di fatto aggravata dalle agevolazioni offerte dal Jobs Act che hanno visto favorire forme di lavoro non stabili. Di qui l’estendersi del bacino dei “deboli”.

Per cui, numeri alla mano, il Jobs Act, nel solco dell’annuncite renziana, tutto ha fatto tranne che garantire ciò di cui veramente il Paese ha bisogno, ovvero la stabilità del lavoro, condizione necessaria per poter iniziare a parlare seriamente di crescita economica. Renzi, anche se continua a sostenere il contrario, è ora che se ne faccia una ragione.