Altro che Nobel per la pace, Nobel per la farsa

Che quella del premio Nobel fosse diventata la fiera delle assurdità lo si era capito da tempo. Basta dare un’occhiata alla lista dei 231 candidati dell’edizione 2012 per capire che il Comitato di Oslo non si è smentito neppure quest’anno.

Tra i nomi più o meno discutibili ce n’è uno che definire imbarazzante è riduttivo: il soldato dell’esercito statunitense Bradley Manning. Avete capito bene, si tratta proprio di lui, la presunta “talpa” di Wikileaks che mentre si trovava in servizio in Iraq passò documenti top secret a Julian Assange, scatenando una vera e propria bufera nel mondo diplomatico e che adesso vede pendere sulla sua testa come una lama, assieme a 22 capi d’accusa, l’ergastolo. Viene spontaneo chiedersi in che modo quest’uomo, che ha di fatto attentato alla sicurezza nazionale, avrebbe contribuito allo sviluppo della pace nel mondo.

Ma non finisce qui. L’elenco dei papabili premi Nobel 2012 riserva altre ‘sorprendenti’ presenze. L’ex presidente americano Bill Clinton, che mandò gli aerei a bombardare la Serbia (alla faccia dello spiccato pacifismo), e la rete tv Al Jazeera che avrebbe avuto un ruolo importante nel dare visibilità ai ribelli anti-Gheddafi nel mondo arabo, salvo non essere stata troppo trasparente sulle rivolte e sui morti nel vicino Bahrein e negli altri paesi del Golfo Persico cari al suo patron Hamid bin Khalifa Al Thani.

Ma che il prestigioso premio stesse assumendo le fattezze di una farsa ce n’eravamo accorti da quando "the prize" venne assegnato ad Arafat nel 1994 o, più recentemente, a Barack Obama “per i suoi sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”. In quell’occasione lui per primo ne rimase allibito visto che sedeva alla Casa Bianca da meno di un anno.

Insomma, visti i precedenti (e gli attuali) exempla di pacifismo, proprio non riusciamo a immaginare cosa possa riservarci l’edizione dell’anno prossimo…