Amato for President, “rumors” sull’incontro tra B&B
16 Aprile 2013
Giuliano Amato, il dottor sottile, il braccio destro di Bettino Craxi, l’uomo che ha lo standing internazionale per andare a negoziare in Europa, è questo il nome che sale nel gradimento di Pd e Pdl per trovare un accordo sulla presidenza della Repubblica.
A questo punto è Bersani che deve scegliere, capire se inseguire le chimere della Gabanelli ("non so se sarei all’altezza di questo compito"), travolta dalla spettacolarizzazione grillina, o l’esperienza di un uomo che conosce le istituzioni e l’economia e rappresenterebbe quel momento di unità nazionale a cui molti guardano come una soluzione dello stallo aperto dalle elezioni.
Il Pdl da questo punto di vista ha una posizione aperturista oltre che attendista. L’elezione del Presidente della Repubblica per il partito di Silvio Berlusconi porterà a due esiti: una collaborazione tra le due grandi coalizioni, centrodestra e centrosinistra, la stessa convergenza che hanno trovato i saggi sui temi della riforma economica e istituzionale del Paese. E’ il Berlusconi responsabile, che da settimane è pronto a trattare. Oppure tornare al voto. Il Cav. intransigente che sale nei sondaggi.
Forse una presidenza Amato potrebbe facilitare la formazione di un governo non tecnico, ma politico e pronto a legittimare le forze che lo sostengono. Se ragionerà in modo realistico, capendo che ha la maggioranza alla Camera grazie a una legge elettorale da rifare (non da oggi), e che con lo zerovirgola non ci si può prendere tutte le cariche istituzionali, allora Bersani capirà che Amato è la scelta giusta.