Ambiente, Tancredi (Pdl): “Voglio incontrare i bambini del video No Ombrina”
11 Settembre 2013
Nel maggio scorso avevamo mostrato un video apparso sul sito internet www.abruzzolive.tv, intitolato “No Ombrina”, realizzato con i bambini di alcune scuole elementari della provincia di Chieti. Nel filmato, inframmezzato da immagini di piattaforme petrolifere in fiamme e simulazioni di sversamenti di greggio in Adriatico, i bambini contestavano il progetto Ombrina Mare, il giacimento petrolifero al largo delle coste chietine. Martedì l’onorevole Paolo Tancredi (Pdl), vicepresidente della Commissione Politiche Comunitarie della Camera, ha presentato una interpellanza al ministro dell’istruzione Carrozza, per avere chiarimenti sulla vicenda.
Onorevole, ci mancava anche il video dei piccoli studenti contro Ombrina
Vorrei capire se è stata tutelata la privacy dei minori, se le famiglie e le autorità scolastiche erano a conoscenza della iniziativa e se hanno acconsentito alla diffusione del video sul web.
Il comitatismo, dai NoTav ai NoTriv, fa proseliti tra le piccole menti
Mi si è stretto il cuore a vedere quei bambini che sembravano recitare un copione imparato a memoria e che discettavano come se fossero degli esperti sui rischi presunti dell’inquinamento da idrogeno solforato…
Sono stati i docenti a imbeccare i bambini?
Nel video si vedono degli adulti, non è chiaro se si tratta dei loro professori.
Qualcuno ha imbeccato anche i docenti?
In Italia esiste un fronte compatto – “l’ambientalismo ideologico” – fatto di associazioni e movimenti, stampa compiacente, scienziati che fanno allarmismo, tutti uniti dal declinismo imperante e da una malintesa idea di sviluppo sostenibile.
Sarebbe?
E’ falso far credere che il nostro Paese stia per emanciparsi dalle fonti fossili e che l’avvento delle rinnovabili sia dietro l’angolo, basta guardare ai dati pubblicati di recente dal ministero dello sviluppo economico. L’Italia importa ogni giorno circa 1,5 milioni di barili di petrolio. Le dimensioni del giacimento Ombrina Mare sono stimate in 40 milioni di barili. Non sarà l’Arabia Saudita ma perché negare aprioristicamente i vantaggi, reali, di un impianto come questo?
Le risponderebbero: il turismo, la difesa del patrimonio naturale, i rischi ambientali…
Ravenna non mi sembra un’area a scarsa vocazione turistica eppure in quella zona l’offshore è una realtà consolidata da anni. A nessuno di noi piacerebbe guardare dalla spiaggia un impianto petrolifero in mare ma se penso alla crisi che sta attraversando il Paese mi chiedo perché si tace sulle ricadute occupazionali e in termini di investimenti di progetti come Ombrina. Per quanto riguarda i rischi, posto che la sicurezza va messa al primo posto, in Adriatico non corriamo certo il pericolo di una nuova Deepwater Horizon…
Ci andrebbe a parlare con quei bambini?
Anche domani ma m’interessa di più confrontarmi con gli adulti che li accompagnavano.