Americanismo/2 Alle origini del sentimento religioso

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Americanismo/2 Alle origini del sentimento religioso

Americanismo/2 Alle origini del sentimento religioso

25 Novembre 2007

Spiegare
la Religione Americana – come si sia sviluppata, cosa afferma e perché – è il
mio primo obbiettivo in questo libro. Molti pensatori sostengono che il puritanesimo
sia scomparso centinaia di anni fa. Io penso che si sbaglino. Il puritanesimo si è trasformato nella Religione
Americana, e oggi sopravvive in questa forma modificata. La nostra ricerca
sulla fede americana deve cominciare appunto dal puritanesimo.

Vi
mostrerò come l’Americanismo ha portato avanti gli ideali puritani sulla nuova
Israele, la fascinazione puritana per la Bibbia, il fervore puritano – e vi ha
aggiunto nuovi ideali che sono emersi da quelli originari.

Il
mio secondo obbiettivo è dimostrare che la Bibbia e il puritanesimo hanno
plasmato l’America come il vasaio modella la creta. Alcuni secolaristi non gradiscono
affrontare questo fatto e lo ignorano. Altri lo affrontano con rabbia e
rispondono con odio; definiscono l’America la nazione puritana, la nazione dei
fanatici religiosi.

Essi
hanno ragione, e noi dovremmo riconoscere questo fatto: l’America è stata effettivamente fondata da
fanatici religiosi. I puritani che dominarono quei primi insediamenti inglesi,
che fecero così tanto per dar forma a questa nazione e ai suoi ideali, erano
fieramente, fanaticamente devoti al loro Dio. Essi bruciavano dal desiderio di
vivere nel giusto e accanto a Lui. I fanatici religiosi hanno una pessima
reputazione al giorno d’oggi. Gli estremisti islamici ammazzano uomini, donne e
bambini a casaccio, con schegge e chiodi inseriti nelle loro bombe progettate
per causare il massimo dolore e la peggior sofferenza. Essi affermano che
stanno facendo il volere di Dio – una bestemmia per qualsiasi credente
religioso dovunque viva.

Ma
i puritani che si stabilirono nel nuovo mondo erano dei fanatici di tipo
diverso. Essi andarono in America perché avevano deciso di %3Cem>non combattere in Inghilterra; non
volevano fomentare una ribellione o causare  spargimenti di sangue. Erano convinti che la
monarchia inglese fosse corrotta – e che il loro compito fosse di  salvarla, non di distruggerla. E l’avrebbero
salvata costruendo un modello di società che l’Inghilterra e il mondo intero
avrebbero potuto copiare. Erano uomini e donne con sentimenti ordinariamente
umani, e non credevano che questi sentimenti dovessero essere soppressi per
volere di Dio. Al contrario, Dio, a loro avviso, condivideva in pieno questi sentimenti.

I
pellegrini che approdarono a Plymouth, Massachusetts, nel 1620 erano
“separatisti”, puritani del tipo più fanatico. Erano così fanatici e così
intolleranti che nel 1621 essi tennero un banchetto e invitarono i pagani
locali  a condividerlo. Ci fu una grande
celebrazione di ringraziamento, scrisse il pellegrino Edward Winslow, “ molti
degli indiani sono venuti tra noi, e tra gli altri il loro re, Massasoyt, con
novanta uomini e ci siamo intrattenuti e abbiamo festeggiato con loro per tre
giorni.”

John
Winthorp era un eminente colono della prima ora, un altro fanatico religioso la
cui anima era una fornace ardente di fede in Dio. A bordo di una nave diretta
in New England egli scrisse una famosa predizione :”Dobbiamo avere presente che
saremo come una città su una collina, gli occhi di tutte le genti saranno su di
noi”.

Arrivati
nel nuovo mondo, Winthrop e i suoi compagni puritani ebbero dei primi mesi
durissimi, come la maggior parte dei primi coloni. Ma egli trovò il tempo di
scrivere a suo moglie che: “Mi piace talmente essere qui, che non mi pento di
essere venuto… non sono mai stato meglio in vita mia, non ho mai dormito
meglio, mai sono stato più soddisfatto”. Questi fanatici sapevano qualcosa che
gli assassini di oggi non sanno: essi avevano la Bibbia nella loro testa, e la
Bibbia dice: “Scegli la vita e vivi –  tu
e i tuoi bambini” (Deut. 30:19). Winthrop citava proprio questo verso nel suo
famoso scritto a bordo della nave. Era felice nel nuovo mondo, eccetto per una
cosa: sua moglie e alcuni dei suoi bambini erano ancora in Inghilterra e
l’avrebbero raggiunto solo in un secondo momento. “Non desidero nulla”,
scriveva alla moglie, “se non te e il resto della mia famiglia”.

Questi
dunque sono i fanatici che fondarono questa nazione e disegnarono e  e la prima bozza della Religione Americana.
Sono fanatici che dobbiamo conoscere meglio. Non comprenderemo l’America e
l’Americanismo se non lo facessimo.

Cercherò
di spiegare l’Americanismo e presentare alcune delle persone che lo
concepirono. Ma questo non è né un libro di storia, né una foto di gruppo. E’
un saggio di “filosofia popolare”; si basa sul passato per spiegare il
presente. Ha un messaggio per tre tipi di persone.

Ai
moderni secolaristi: la Religione Americana è umanista nel miglior senso del
termine. Le sue radici bibliche sono chiare. Allo stesso tempo l’Americanismo è
anche una religione che gli atei (e quelli che sono semplicemente indifferenti
alla religione tradizionale) possono professare e professano, ardentemente. 

I
Cristiani e gli Ebrei non devono vedere nell’Americanismo un sostituto blasfemo
delle loro religioni. Chiunque può chiedere a un teologo: “Che cosa dice il cristianesimo
su questo problema?”. Se la risposta è soddisfacente, viene incorporata nella
religione di chi ha posto la domanda. La Religione Americana è una risposta
religiosa tradizionale alla realtà della politica moderna. E’ un‘ estensione
della struttura del giudaismo o del cristianesimo.

Ai
cristiani in special modo: voi avete costruito l’America e l’Americanismo.
Facendolo avete dato all’umanità uno dei doni più preziosi mai ricevuti. Non permettetevi di finire spiritualmente espropriati
nelle vostre stesse case!
Questo paese non avrà mai una propria religione
ufficiale; non rinuncerà mai alla libertà religiosa. Ma non dovrà nemmeno
essergli consentito di abbandonare la sua storia e le sue origini, o di mentire
su di esse. Ai cristiani è (giustamente) proibito predicare il cristianesimo
nelle scuole pubbliche; ai secolaristi
dovrebbe essere proibito allo stesso modo di predicare il secolarismo!

A
tutti i cristiani che si trovano a fronteggiare la potenza dominante della
cultura secolarista dei moderni Stati Uniti: siate forti e coraggiosi! Questo
stesso messaggio vale per tutte le persone di qualunque (o nessuna) fede  che si oppongono al carrierismo sfrenato – il
nemico della spiritualità – che attanaglia questo paese. L’America ha bisogno
di ricordare l’intensità della sua 
storia d’amore di un tempo con le cose spirituali. Un tempo quell’amore
illuminava il paesaggio americano come un pilastro di fuoco in una notte senza
luna – o come il chiaro di luna in una candida serata estiva. Gli autoproclamati
“rivoluzionari” della fine degli anni ’60 avevano molte idee stupide, ma almeno
erano idealisti. Quando il loro grande progetto di un’America socialista si
sgretolò, molti di essi diventarono cinici – ed ecco dove siamo adesso. Ma un
giorno ci libereremo di questa tragica eredità, occorreranno molti libri e
molti autori, ma ci ricorderemo di chi siamo.

Agli
ebrei americani, la mia comunità: in un certo qual modo noi ebrei siamo  una componente fondamentale dell’Americanismo.
Gli ebrei hanno vissuto in America dal 1654, ma in un numero troppo esiguo per
fare la differenza fino al ventesimo secolo. Ma in un altro senso – che andrò a
spiegare – gli ebrei sono il cuore dell’America. Non per caso un leader puritano
del diciassettesimo secolo scriveva a proposito dei suoi compagni puritani:
“Noi siamo i figli di Abramo e perciò
facciamo parte dell’alleanza di Abramo”.

Benchè
la Religione Americana sia un argomento vasto e profondo, la letteratura in
proposito scarseggia. Questo già di per sé ci dice qualcosa di interessante. E
cioè che gli americani già conoscevano tutto dell’Americanismo e non
necessitavano di libri come questo. Lo imparavano a scuola, ne discutevano con
i propri genitori e figli, ne leggevano sui giornali, l’ascoltavano nella loro
musica, lo vedevano rappresentato sui palchi, nei teatri e sugli schermi dei
cinema, lo cantavano, lo suonavano, lo inalavano. Non più. “Primo nella guerra,
primo nella pace, primo nei cuori dei suoi compatrioti”, per secoli una nazione
grata usava questa frase per riferirsi a George Washington. Non molto tempo fa
ho parlato con un diciannovenne al penultimo anno di un ottimo college, uno
studente di musica riflessivo e raffinato; non aveva mai sentito questa frase e
non aveva idea a chi si riferisse. Molti insegnanti di questo paese rigettano
per principio l’Americanismo – pur non avendo idea di che cosa sia.

Nel
1913, il poeta inglese Rupert Brooke viaggiando dall’Inghilterra verso New York
incontrò un “simpatico ragazzo americano” a bordo della nave. “In America ogni
uomo è uguale all’altro” disse il giovane a Brooke. “Non capirai mai l’America…
vuoi sentirmi recitare la nostra Dichiarazione di Indipendenza?” Sì, disse
Brooke. Il giovane cominciò.

Molti
“simpatici ragazzi” sono orgogliosi del proprio paese, o lo erano. Ma non sono
molti (o non lo erano) quelli capaci di recitare a memoria i principi sui quali
è fondata la loro nazione – per ovvie ragioni. La maggior parte delle nazioni
non è basata su principi, ma sui discendenze o etnie condivise. Gli Stati Uniti
sono qualcosa di diverso. Gli Stati Uniti hanno una religione perché devono
averla. Senza di essa sarebbero una moltitudine di emigrati o poco più. Nel suo
discorso inaugurale da presidente, George Washington aggiunse la Bibbia alla
cerimonia. Prestò giuramento sulla Bibbia benché la Costituzione non dicesse
nulla in proposito. Fu un intuitivo gesto unificatore
che accomunò insieme presbiteriani e episcopali, congregazionisti e luterani,
quaccheri, battisti e cattolici, persino deisti come Jefferson, che ammirava e
citava la Bibbia. Nel suo discorso di inaugurazione per il secondo mandato,
Lincoln portò quest’idea di unificazione spirituale ai massimi livelli.

Una
religione deve essere insegnata a ogni nuova generazione o si disperderà. La
cultura americana era solita insegnare implicitamente cosa significasse: “Io
credo nell’America”. Gli scolari americani erano soliti imparare a memoria la
Dichiarazione di Indipendenza e il discorso di Gettysburg. Erano soliti cantare, “Mine eyes have seen
the glory of the coming of the Lord…,” il “Battle Hymn of the Republic”, di
Julia Ward Howe. Non più.

E
benché la Religione Americana sia una religione profonda e fondamentale, essa
ha generato una letteratura teologica e religiosa rimarcabilmente esigua. Non ne
ha mai avuto bisogno; la sua dottrina e i suoi canoni sacri erano ben
conosciuti.

Tutto
ciò è cambiato.

Questo
libro è un tentativo di turare una falla nell’argine, una falla attraverso la
quale gronda un’ignoranza capace di far annegare la società americana. Io cerco
di turare questa falla spiegando a chiare lettere che cosa sia la Religione
Americana e da dove provenga. Ovviamente un libro da solo non basta; ne servono
migliaia e molto altro ancora.

Vi
ho parlato della fede nell’America, dell’amore per l’America – della Religione
Americana. Ma dobbiamo occuparci anche dell’odio
verso l’America
. L’immagine distorta dell’odio può mostrarci la verità se
guardiamo con attenzione.

Diversi
nazionalismi sono stati ritenuti minacciosi o odiosi quando minacciavano militarmente o quando tormentavano altre
minoranze nazionali. L’America, invece, è stata odiata da nazioni che erano già
diventate democrazie sullo stile americano; odiata da nazioni che non avevano
nulla da temere dalla potenza americana e lo sapevano. L’America, diceva
Winston Churchill durante la seconda guerra mondiale, è quella grande
repubblica “la cui potenza non fa paura e la cui preeminenza non genera
gelosia.” Perché questo sentimento non è più largamente condiviso? Che cos’è
l’antiamericanismo e che cosa determina la sua eccezionale ferocia?

Guardiamo
alle capitali, dove la principale attività delle elite imbellettate è
schernire. Ronald Reagan era eccezionale da schernire. George W. Bush è ancora
meglio. Reagan ha sempre generato nei “liberal” un senso di disagio e paura,
perché piaceva alle gente così tanto
da fare spavento – persino alcuni “liberal” non erano del tutto immuni dal suo
carisma tossico. Ma in George W. Bush non c’è traccia del tocco magico di Reagan.
Bush non è un attore. Egli è semplicemente un arcigno e poco affascinante
Presidente degli Stati Uniti. Leggiamo questo resoconto:

Nel corso di un ricevimento a Washington, composto
principalmente da oppositori alla guerra e all’amministrazione, [la politica
presidenziale fu] come al solito oggetto di veementi critiche.

Come al solito. Le cene a Washington esistono perché i
presidenti repubblicani possano  essere
“veementemente criticati”. Ma dopo un certo tempo, continua il resoconto, un
isolato dissenziente si alzò e disse, in difesa del Presidente, che: “per
quanto questi possa essere un idiota nella testa, è comunque un giusto nel
cuore.” E’ raro che qualcuno difenda un presidente repubblicano a un
ricevimento a Washington – anche solo al punto di dire che questi sia una
persona per bene, benchè un totale cretino.

I sofisticati
antiamericani sono concordi nel ritenere che George W. Bush sia nella migliore
delle ipotesi un fantoccio idiota. I più non sarebbero nemmeno così generosi.
Ma questo particolare ricevimento di Washington, con il suo solitario difensore
del Presidente, ebbe luogo durante l’amministrazione di Abramo Lincoln. Sto
citando da un libro del pittore e amico di Lincoln F.B. Carpenter pubblicato
nel 1866.

Il diplomatico e
scrittore Henry Adams passò la maggior parte della Guerra Civile in
Inghilterra. Adams scriveva che, riguardo a Lincoln e al suo segretario di
stato  William Seward, “la società
inglese sembrava rincretinita. Ogni difesa era inutile, ogni spiegazione vana. Si
poteva soltanto aspettare che gli attacchi si spegnessero da soli. I migliori
amici erano altrettanto irragionevoli dei nemici riguardo la brutalità del
povero Lincoln e la ferocia di Seward, al punto che queste divennero un dogma
di fede popolare”.

Ma Lincoln non era
“brutale”. La società inglese si sbagliava. Possiamo concludere con sicurezza
che l’Antiamericanismo di oggi non ha nulla a che fare con la figura del
presidente Gorge W. Bush, o con la guerra in Iraq, o con la nomina di giudici
conservatori, o con qualsiasi altra politica repubblicana. E’ la stessa storia
che va avanti da tantissimo tempo, con quasi nessuna  variazione in grandi linee, dal 1863 al 2006.

Eccovi un altro piccolo
esempio. Gli Stati Uniti (vi ricorderete) furono gravemente feriti l’11
settembre; essi risposero lanciando operazioni militari per cacciare i talebani
dall’Afganistan e Saddam Hussein dall’Iraq. I “liberal” Europei e Americani
parlano spesso della loro simpatia verso gli oppressi. Nessuna popolazione in
alcun posto può meglio definirsi “oppressa” degli Afgani sotto i Talebani o
degli Iracheni sotto Saddam Hussein. I “liberal” avrebbero dovuto gioire nel
vedere l’America scaraventare nella discarica della storia simili tirannie
lorde di sangue.

Eppure nell’Aprile del
2003 – dopo che i Talebani erano stati sconfitti e poco dopo l’inizio della
guerra in Iraq – ad un raduno all’Ivy League College in favore della politica
del presidente Bush (solo quattro professori parlarono, ma la folla era
sorprendentemente vasta ed entusiasta) – uno degli oratori fu interrotto da un
collega, che disse:“il tuo discorso non è male. Ma il fatto è che sta
diventando incredibilmente facile odiare questo paese.”

Eccolo qui infine l’odio verso l’America, nudo e spudorato,
tirato fuori dall’armadio ed orgoglioso! “Sta
diventato incredibilmente facile odiare questo paese
”. E l’evento che
evidentemente ha svelato questa consapevolezza non è il supporto a qualche
dittatore da quattro soldi, o un qualche odioso esempio di bigotteria verso i
neri o le donne, o il rigetto di un protocollo ambientale, o l’ottuso e
incivile rifiuto di acconsentire a che i propri soldati vengano processati
dagli acuti e infallibili giudici delle Corti di Giustizia Internazionali. No,
l’evento scatenante dell’odio è… l’andare in soccorso delle popolazioni
irachene oppresse da  Saddam Hussein.

L’Americanismo deve
essere davvero roba forte per provocare un odio di tale eccezionale e
cristallina purezza. Allora che cos’è l’Americanismo?

Vi racconterò come nasce l’Americanismo,
descrivendo una serie di decisioni cruciali americane, prese da leader cruciali
americani, in momenti cruciali. L’esodo puritano dalla Gran Bretagna verso il nuovo
mondo, la rivoluzione americana, la guerra civile, la decisione di partecipare
alla prima guerra mondiale, di sfidare l’Unione Sovietica nella guerra fredda,
di vincere la guerra fredda, di combattere il terrorismo islamico.

Gli storici concordano
nel ritenere che il puritanesimo stesse morendo nel 1800; di lì a poco sarebbe
scomparso del tutto. Eppure la sua influenza ha raggiunto il ventesimo secolo e
oltre. Nel 1600 i leader puritani intravidero la città sulla collina (John
Winthrop), proclamarono il mandato biblico alla democrazia (Thomas Hooker), e
introdussero la libertà di religione nel nuovo mondo (Roger Williams). I
predicatori del 1770 che spronarono gli  americani a sostenere la Rivoluzione erano per
la maggior parte puritani o di ispirazione puritana; una buona parte dei
cittadini della nuova nazione erano puritani; molti importanti fondatori e
ispiratori (John Adams, James Madison) avevano un retroterra puritano.
Certamente molti non lo erano – alcuni erano anglicani come George Washington,
o deisti come Thomas Jefferson, o qualcos’altro. Ma dove non c’era l’influenza puritana,
l’influenza della Bibbia rimaneva comunque molto forte – come in Washington e
in Jefferson. Abramo Lincoln si era formato sulla Bibbia e nel più chiaro e
convinto cristianesimo protestante – che a sua volta discendeva dal puritanesimo.

Nel ventesimo secolo,
Woodrow Wilson portò l’America nella prima guerra mondiale  e proclamò l’Americanismo come religione
mondiale. Il che  comportava una missione
cavalleresca entro i propri confini e all’estero. Egli leggeva la Bibbia,
pregava ogni giorno, e si era formato nella sua fede presbiteriana. Harry Truman,
che guidò l’America nella guerra fredda e riaffermò l’attivismo di Wilson, l’Americanismo
cavalleresco, era infatuato della Bibbia; durante il periodo di permanenza alla
Casa Bianca la lesse sette volte. Ronald Reagan, che aveva proclamato che
l’America dovesse finalmente vincere la guerra fredda, era un devoto
protestante; e il suo Americanismo era probabilmente ancora più devoto. Reagan
ricordò all’America la visione di John Winthrop della città splendente sulla
collina. Gorge W. Bush è un americano cavalleresco che crede nella libertà,
nell’uguaglianza e nella democrazia, non solo per la Francia o la Danimarca, ma
anche per le nazioni arabe dove le popolazioni hanno la pelle scura e usanze
strane. Il nostro compito è di aiutare anche loro a ottenere libertà,
uguaglianza e democrazia, dice Bush. Molti dei miei colleghi accademici non
sono in disaccordo. Semplicemente non gliene frega niente della cosa. Essi sono
troppo presi dall’odio nei confronti del Presidente Bush, dei suoi sostenitori
e della sua America.

La traduzione della
Bibbia in inglese gettò le basi del puritanesimo e della Gran Bretagna moderna,
dell’America e della democrazia liberale. La Bibbia ha posto una scelta fondamentale
riguardo la natura della guerra, che continua a influenzare largamente il
mondo. Comincerò quindi proprio dalla versione inglese della Bibbia.

La Religione Americana ha
due componenti basilari, un Credo e la dottrina che io definisco “sionismo americano”.
Il puritanesimo gettò le basi dell’Americanismo sviluppando il sionismo americano
e altri ingredienti essenziali della Religione Americana.

La generazione della Rivoluzione
 americana (influenzata pesantemente
dalla Bibbia, dal puritanesimo e dal sionismo americano) sviluppò il credo americano,
completando così la Religione Americana nei suoi principi. Mi occuperò di questo nel capitolo 4.

Successivamente Abramo
Lincoln e la guerra civile ( influenzati pesantemente dalla Bibbia, dal puritanesimo
e dalla generazione dei rivoluzionari) misero in pratica la dottrina dell’americanismo,
trasformando per sempre l’attitudine e la realtà americana. Lincoln fece più di
chiunque altro per trasformare il puritanesimo in Americanismo.

Woodrow Wilson fu
ispirato dall’Americanismo quando decise di coinvolgere gli Stati Uniti nella prima
guerra mondiale – trasformando l’evento in una battaglia per i principi americani,
non meramente per gli interessi americani. La prima guerra mondiale ha
partorito il mondo in cui viviamo oggi, il mondo a cui appartiene l’Americanismo
moderno. Wilson credeva che l’Americanismo fosse una vera e propria religione
globale che imponeva responsabilità mondiali al popolo americano. Egli credeva
che si dovesse agire in base al sionismo americano,
al fine di diffonderne il credo in tutto il mondo
– una visione che rimane
intensamente controversa ancora oggi.Infine, l’Americanismo
ebbe un’influenza decisiva su Truman, all’inizio, e Raegan, alla fine della guerra
fredda. Entrambi i presidenti credevano in un Americanismo attivista, wilsoniano,
controverso. George W. Bush fa lo stesso.

 

Come ho già detto, questo
non è un libro di storia e non è stato pensato per offrire uno sguardo al
passato bilanciato e obiettivo. E’ semplicemente un saggio per cercare di
controbilanciare drasticamente la nostra visione dell’America e
dell’Americanismo. Se trascura un lato del problema ( quello secolarista e
filosofico), è perché l’altro lato è stato trascurato tanto spesso e per così
tanti anni. Io non sono un cristiano fondamentalista, ma non ci vuole un fondamentalista
per capire che l’America non avrebbe potuto svilupparsi senza il cristianesimo
e la Bibbia più di quanto una sequoia gigante della California (o un uomo)
avrebbe potuto crescere senz’acqua e sole.

 

In breve io sostengo quanto segue:

L’America non è soltanto
una nazione; l’America è un’idea religiosa.
L’America è una
repubblica biblica, non una repubblica secolarizzata.
L’Americanismo è una
religione biblica, non una religione civile.
L’America e
l’Americanismo sono stati plasmati dal cristianesimo e in special modo dal puritanesimo
cristiano.
Il cristianesimo puritano
è stato ispirato dalla Bibbia e in special modo dalla Bibbia degli ebrei.
L’Americanismo è l’idea che
la libertà, l’eguaglianza e la democrazia siano state concepite da Dio per
tutta l’umanità e che l’America sia una nuova terra promessa benedetta e
profondamente in debito con Dio.
L’Americanismo è una fede
biblica e allo stesso tempo umana, nel senso migliore del termine. Si può
credere nell’Americanismo senza credere in Dio – basta che si creda nell’uomo.
Si possono raccogliere questi fiori, metterli nell’acqua e ammirarne la
bellezza. Ma non bisogna dimenticare che essi sono cresciuti su un solido stelo
giudaico-cristiano, radicato nel ricco e profondo terreno della Bibbia.