Amore mio te la farò pagare. Così nacque l’idea di Facebook

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Amore mio te la farò pagare. Così nacque l’idea di Facebook

18 Giugno 2010

Si sa che le delusioni d’amore possono giocare strani scherzi. A volte si soffre per qualche giorno e dopo qualche sbronza tutto passa, altre non si dimentica, ma soltanto in rarissimi casi da un sentimento non corrisposto si diventa miliardari. Ne sa qualcosa Mark Zuckerberg, venticinquenne creatore di Facebook, il più potente dei social network oggi in circolazione. David Kirkpatrick, giornalista di Fortune, ha raccolto le confessioni di Mark nel libro “Effetto Facebook: la storia segreta della compagnia che sta connettendo il mondo”.

Mark è sempre stato un genietto. Già prima dell’Università giocherellava con i software, tanto che Microsoft gli aveva offerto un milione di dollari per acquistare Synapse, la sua prima creazione di successo, che scavava fra i gusti dei giovani, selezionando le canzoni più gettonate. Ma Zuckerberg rifiutò il corteggiamento milionario di Microsoft e preferì iscriversi ad Harvard. Qualche mese dopo, perse letteralmente la testa per “un’allegra ragazzina americana”, come lui stesso la definisce nel suo diario senza freni. Per dimenticare le pene d’amore, creò una rete di amici virtuali con cui divertirsi a sparlare della sua bella, paragonandola a turno (non troppo elegantemente) a un animaletto, nel tentativo di stabilire la somiglianza più azzeccata. Sbollita l’arrabbiatura, Mark pensò ad una gara per il più bello e la più bella del college e così nacque Facemash, l’antenato di Facebook, nella suite H33 della Kirkland House di Harvard. Zuckerberg recuperò le immagini dei suoi colleghi negli archivi dell’Università, chiamati, non a caso, “facebooks”, si intrufolò come un hacker nei siti web delle case degli studenti, arrivò persino a entrare di soppiatto negli appartamenti e scaricare di nascosto quante più foto poteva.

Ovviamente il giovane violò la privacy e finì davanti a una commissione disciplinare, ma nulla riusciva più a fermarlo. Ribadì il suo no a giganti come Microsoft e Viacom, la società che gestisce Mtv. L’amministratore delegato di Viacom, Michael Wolf, pur di acquistare Facebook scorazzò Mark da San Francisco a New York su un aereo privato da milioni di dollari. Ma alla fine fu costretto anche lui ad incassare l’ennesimo rifiuto da parte di quel ragazzo arrivato da Dobbs Ferry. Mark Zuckerberg ci aveva visto lungo. Oggi l’amore per quella ragazza è soltanto un vecchio ricordo, mentre lui, secondo la rivista americana Forbes, a soli 25 anni è diventato il più giovane miliardario al mondo. E ci sono oltre cinquecento milioni di utenti che ancora ringraziano.