Amy Winehouse, una vita spesa per la musica “corpo e anima”

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Amy Winehouse, una vita spesa per la musica “corpo e anima”

04 Gennaio 2012

Quando ti spegni troppo presto e hai una un’ugola divina, capace di far vibrare ogni singola fibra del corpo. Quando hai un look da urlo, eccentrico ma stilosissimo allo stesso momento, fatto di acconciature esagerate, eye-liner marcato e tubini british. Quando il tuo talento è tale da scomodare paragoni eccellenti, da Aretha Franklin a Nina Simone passando per Sarah Vaughan. Allora è impossibile che la tua anima muoia assieme al tuo corpo.

Trovata senza vita nella sua elegante casa a Camden Square in un afoso pomeriggio di fine luglio, la stella di Amy Winehouse si eclissava nel firmamento della musica per un’overdose di alcool e andava ad aggiungersi a quel maledetto “Club 27” abitato da Jim Morrison, Jimi Hendrix, Jones, Joplin e Cobain.

Il sacro fuoco dell’arte non ce l’ha fatta a vincere quello dell’alcool. La pozione che la rendeva “invincibile” – a detta della madre Janis – sul palco, che le faceva affrontare il pubblico delirante dei suoi concerti, ha iniziato a scorrerle nelle vene al posto del sangue e ha finito per annientata. E non c’è stato nulla da fare, lei al rehab diceva (e cantava) “No, no, no”.  

La sua penultima apparizione, il 18 giugno scorso a Belgrado, aveva rappresentato la morte annunciata di una carriera fatta di successi ed eccessi portati alle estreme conseguenze. Quello che doveva essere il primo concerto di una tournée di ritorno sulle scene venne subito cancellato. Amy era esageratamente ubriaca, non cantava, andava fuori tempo e su di lei piovevano una valanga di fischi. Quella notte di fine giugno 2008, quando stregò letteralmente il pubblico di Hyde Park cantando per il compleanno di Nelson Mandela, era ormai un lontano miraggio. Il suo fisico la stava abbandonando.

La sua voce però era destinata a non abbandonare noi. Lo scorso 2 dicembre è uscito Lioness: Hidden Treasures, l’album postumo della ragazza white dal timbro black. Dodici piccoli “tesori nascosti”  ripescati e riarrangiati da Salaam Remi e Mark Ronson, i due produttori con cui ‘Genio e Sregolatezza’ ha lavorato durante tutta la sua carriera. Dodici tracce che come tessere di un mosaico ricostruiscono la storia di una ragazza che fece rivivere le note dei vinili nell’epoca dell’Mp3. 

Una canzone di quell’album, pubblicata nel giorno in cui la Winehouse avrebbe compiuto 28 anni, rende giustizia, per la splendida forma in cui Amy si mostra durante la registrazione, a una vita spesa per la musica, senza risparmiarsi. “Body and soul”…