An e Fi al lavoro per sciogliere gli ultimi nodi sulle liste
05 Marzo 2008
Lavori in corso. Nel Pdl fervono le trattative per giungere
alla definizione delle liste dei candidati per il prossimo 13 e 14 aprile.
Contatti continui tra gli uomini di via della Scrofa e di via dell’Umiltà per
chiudere in tempo utile la partita delle candidature.
“Giovedì sera o al
massimo venerdì mattina”, questa la deadline
indicata ieri da Silvio Berlusconi ai negoziatori. In tutto quindi poco più di
ventiquattrore per completare il quadro.
Una partita nella quale naturalmente
il Cavaliere vuole avere l’ultima parola. Oggi tornerà a Roma prima per
registrare la puntata di “Porta a Porta” che andrà in onda stasera e poi per
mettere mano alle liste. Visionare i nominativi dei candidati e suggerire gli
ultimi ritocchi. Si procede quindi di buona lena nel Pdl, anche se i problemi e
le difficoltà non sono poche considerando soprattutto che per la prima volta An
e Fi si trovano a dover affrontare insieme la battaglia elettorale.
Un clima
che però rimane in generale meno teso rispetto a quello che si respira nel Pd
dove ormai la tensione è alle stelle. Motivo: l’accusa lanciata dai Radicali
verso Walter Veltroni di non rispettare il patto di eleggere nove loro esponenti
nelle liste del Partito Democratico. Tornando al Pdl Bondi, Cicchitto e Verdini
da un lato ed Altero Matteoli ed Ignazio La Russa dall’altro stanno cercando di
risolvere progressivamente tutti i nodi. Qualcuno l’ha ribattezzata la
“strategia del carciofo”, nel senso di procedere risolvendo con gradualità i
vari ostacoli. E sta dimostrando di funzionare bene, almeno per quanto riguarda
la questione dei numeri. Su questo fronte dovrebbe ormai essere chiaro che Alleanza
Nazionale potrà contare su 84 deputati e 43 senatori mentre Forza Italia a
Palazzo Madama su una novantina di unità. Cifre stabilite sulla base dei
sondaggi ma anche sulla scorta dei risultati ottenuti nelle ultime elezioni del
2006. Una questione di non poco conto che, come spiegano in via della Scrofa,
rappresenta il primo passo. Ma dall’intesa sui numeri alla tensione per le
candidature il passo è breve.
La questione riguarda la spalmatura dei candidati
sui vari collegi ed in particolare quelli di Palazzo Madama. Infatti è sul
Senato che si sta consumando un sottile braccio di ferro tra i due partiti. Al
centro della contesa i senatori che risulteranno eletti. Come si sa la legge
elettorale prevede per il Senato premi di maggioranza a livello regionale e di
conseguenza il numero degli eletti varierà da regione a regione. Per questo fanno
sapere da An che il limite di 43 senatori non dovrà essere applicato in modo
rigido ma dimensionato alle singole realtà regionali.
Un modo di procedere che
proprio Gianni Alemanno l’altro ieri all’uscita da una delle tanti riunioni suggeriva. Per il candidato sindaco infatti
“l’incertezza sui numeri riguarda le varie regioni” dove “c’è ancora un po’ di
squilibrio”. Tradotto in termini politici significa che per An la partita delle
candidature al Senato non è chiusa e che su questo punto si dovrà trattare.
“Si
tratta – come ribadisce uno dei colonnelli di An – di valutare le singole
posizioni regione per regione e gli eleggibili, ma nel complesso possiamo dire
che l’accordo c’è già”. Ed infatti il quadro si va piano piano componendo. Ad
esempio nel Lazio dove sembra prendere sempre più corpo l’ipotesi di Sandro
Bondi come capolista al Senato mentre Maurizio Gasparri, anche lui in predicato
di guidare il Pdl nella regione, andrebbe a ricoprire l’incarico di capogruppo
a Palazzo Madama.
Parti invertite in Toscana tra i due partiti visto che alla
fine dovrebbe spuntarla Altero Matteoli su Marcello Pera. In Campania c’è
invece l’incognita di Antonio D’Amato. L’ex presidente di Confindustria ancora
non ha deciso se candidarsi o meno. Qualora decidesse ci sarebbe il primo posto
nella lista per il Senato oltre, si vocifera, la poltrona di ministro delle
Attività produttive in caso di vittoria del Pdl.
In Lombardia e Veneto
capolisti per il Senato saranno rispettivamente i governatori Formigoni e
Galan. Ad An andrebbe il primo posto in Puglia con Adriana Poli Bortone e nelle
Marche con l’ex viceministro dell’Economia Mario Baldassarri.
In Sardegna posto di capolista
assicurato a Beppe Pisanu mentre in Piemonte l’uomo di punta potrebbe essere il
forzista Ugo Corsetto che così brucerebbe sia Ugo Martinat che l’ex governatore
Enzo Ghigo.
Pdl al Senato in Liguria mentre l’ex capogruppo Schifani sarà candidato in
Sicilia.
Un puzzle quindi per gran parte completo. Nessuna difficoltà invece
per le liste alla Camera dei Deputati dove la ripartizione del premio di
maggioranza su scala nazionale consente di avere in anticipo un quadro più
chiaro degli eleggibili. Qui il principio dovrebbe essere di un candidato di An
ogni due di Forza Italia.