An travolta dagli eventi cerca di ritrovare la rotta

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

An travolta dagli eventi cerca di ritrovare la rotta

An travolta dagli eventi cerca di ritrovare la rotta

11 Gennaio 2008

Per ora l’unica certezza è che la convention per presentare “Alleanza per l’Italia” non si terrà a febbraio a Milano. Forse dopo Pasqua, oppure a ridosso del referendum. Un chiarimento non da poco in un partito come Alleanza Nazionale che vive ormai da mesi in un clima di incertezza.

Sospeso tra la prospettiva di un’alleanza con il centro di Pierferdinando Casini e quella di rimanere ancorato ai propri valori, evitando così di lasciare il fianco destro ad un affamato e vorace Francesco Storace. Quindi niente conferenza meneghina. E dire che era stato pensato anche lo slogan per la manifestazione. Dal sapore un po’ retrò, “Con Api si vola”, ma comunque dal sicuro effetto. Oltre alla presentazione del documento programmatico.

Da via della Scrofa però subito si affrettano a spiegare che si tratta solo di una questione organizzativa legata all’impossibilità per le varie assemblee regionali, che avrebbero dovuto approvare preventivamente il documento programmatico della conferenza, di farcela in tempo giusto per i primi di febbraio. C’è da crederci. Stavolta non sembra esserci alcun giallo dietro lo slittamento della conferenza, ma ciò non toglie che la confusione continui a regnare sovrana nel partito di Fini.

Le feste hanno permesso soltanto di mettere la sordina ai vari timori e malumori che serpeggiano in tutta An. Timori che sono stati confermati, secondo alcuni, qualche giorno fa, quando dalle nevi abruzzesi Casini ha dato una sorta di via libera alla bozza elettorale Bianco.

Certo saranno necessarie alcune modifiche ha spiegato il leader centrista, ma l’annuncio di un possibile accordo sulla proposta del presidente della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama tra Rifondazione, Pd, Fi-Pdl e proprio Udc ha fatto venire i brividi a molti a via della Scrofa. Ancora di più perché Fini e Casini si erano incontrati insieme ai loro luogotenenti, Matteoli e Cesa, e sembravano essere usciti dalla riunione più uniti che mai. Tanto che l’ex ministro dell’Ambiente si era lasciato andare ad una serie di attacchi contro Berlusconi accusandolo perché “non si può la mattina stare con il centrodestra e il pomeriggio fare l’accordo con il Pd”. E chiedendo, inoltre, all’ex premier di chiarire la sua posizione per “dire no alla bozza Bianco”.

Un Matteoli battagliero al punto che il suo collega di partito La Russa ha cercato di stemperare i toni dichiarandosi stupefatto “che possa essere stato fatto un duro invito a Berlusconi a chiarire la sua posizione sulla legge elettorale, perchè mi risulta invece che il clima sia più sereno e soprattutto non mi pare che in questi giorni post vacanza abbia già assunto iniziative sulla legge elettorale”. Gioco della parti o risentimento per non essere stato invitato alla riunione, tutto evidenzia quanto in An la situazione sia fluida e confusa.

La paura nel partito è quella di essere sedotti dalle sirene centriste e poi abbandonati. E soprattutto il tema della riforma della legge elettorale è centrale se non vitale per An. Per questo il pressing da via della Scrofa è molto alto. Non è un mistero che da queste parti la simpatia vada per un modello che rafforzi il bipolarismo evitando qualsiasi tentazione proporzionalista. Così il tentativo che partirà alla ripresa dell’attività parlamentare sarà quello di impedire inciuci neo proporzionali e di spingere l’acceleratore sul referendum. Mercoledì prossimo, infatti, la Corte darà probabilmente il via libera ai quesiti e da quel momento il pressing di An si farà sempre più serrato.

Come hanno confermato anche le parole di Maurizio Gasparri che apertamente afferma che “ogni giorno che passa si dimostra che la via referendaria resta la migliore in materia di legge elettorale”. Ragionamenti che però non eliminano il timore di rimanere con il classico cerino in mano, quello di un referendum approvato dalla Corte Costituzionale e poi evitato grazie ad una legge elettorale approvata in extremis. Ecco perché dallo stato maggiore finiano si cerca di smentire ogni ipotesi di grandi accordi sulla riforma con l’Udc tanto che lo stesso Matteoli nel giro di ventiquattrore è ritornato sullo stesso argomento precisando che “non mi pare che sia stato siglato un accordo” e che l’ipotesi di un’intesa vicina “mi sembra una lettura eccessiva”.

Ed i timori aumentano se si allunga lo sguardo a questa primavera quando ci saranno le elezioni amministrative e su tutte quelle per la Provincia di Roma. Un vero test per il partito di Fini e soprattutto per le sue strategie. Per capire se davvero con “Api” si volerà. O si rimarrà a terra.