Anche a Newcastle le gang islamiche vanno a caccia di ragazzine bianche
11 Agosto 2017
“Tutte le donne bianche sono buone solo a una cosa. Per gli uomini come me sono da abusare e utilizzare come spazzatura. Nient’altro”. A parlare è uno degli imputati coinvolti in quella che è stata battezzata “operazione santuario”: l’ennesima indagine su sfruttamento sessuale e abuso di minori per mano di “asiatici” in Gran Bretagna. E balzata agli onori della cronaca non troppe ore fa dopo che a Newcastle diciassette uomini e una donna sono stati ritenuti colpevoli – la sentenza definitiva arriverà a settembre – di abusi e spaccio di droga. Niente di nuovo sotto il sole d’Inghilterra, insomma, neanche per questa estate.
L’inchiesta di grandi dimensioni, di cui Newcastle è solo la punta di diamante ha portato, fino ad ora, all’arresto di 461 persone, all’interrogatorio di 703 denunciati e contato almeno 700 vittime. Tutte bianche e di età compresa tra i tredici e i vent’anni. Siamo di fronte al settimo scandalo che ha per protagonista una gang islamica che ha colpito il Regno Unito dopo i casi infami di città come Rotherham, Rochdale, Oxford e Bristol, e di cui vi abbiamo già raccontato. La banda dei diciotto “asiatici” – come piace chiamarli al politicamente corretto – di Newcastle usava adescare ragazzine e adolescenti con festini in cui droga e alcool erano l’esca e contemporaneamente il mezzo con cui avvenivano le violenze sessuali. Abusi che spesso si perpetravano ai danni di tredicenni e quindicenni in completo stato di incoscienza.
Per la prima volta, da quando seguiamo casi di questo genere, è arrivata una dichiarazione atipica in cui a esporsi è direttamente il capo della polizia di Nothumbria, Steve Ashman. “Non esiste alcuna correttezza politica. Questi sono criminali e non c’è stata alcuna esitazione nell’arrestarli e continueremo ad utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione”. Niente di troppo sofisticato, lo ammettiamo, ma, rispetto a quanto ci avevano abituato le autorità in passato per vicende simili, un filo di soddisfazione lo proviamo. E Steve Ahaman ha ammesso di aver preso parte alla più grande e complica operazione della sua carriera, ha aggiunto anche che “la maggior parte dei detenuti non sono mica bianchi. Vengono dal Bangladesh, dal Pakistan, dall’Iran, dall’Iraq, sono curdi, turchi, albanesi e orientali”.
Gli eventi sono accaduti tra il 2010 e il 2014 e hanno devastato un’intera comunità che, però, si è dimostrata disponibile a collaborare a differenza di casi già raccontati dove la resistenza e l’omertà si sono manifestate sia da parte delle autorità che della gente del posto. Il che ha consentito in tempi relativamente più brevi di portare a compimento le indagini. Grazie alla testimonianza drammatica di una tredicenne raccolta dal Daily Mail è stato possibile ricavare le dinamiche con cui la gang islamica mieteva vittime. La festa, la droga e poi un uomo dopo l’altro.
Ed è sempre il quotidiano inglese ad aggiungere dettagli, raccontando anche della decisione – fortemente criticata dal NSPCC (Società nazionale per la prevenzione della crudeltà sui bambini) – della polizia di pagare circa 10.000 sterline dei soldi dei contribuenti ad uno degli indagati perché agisse da spia. Ma la polizia spiega che infiltrare la gang ha permesso di arrivare prima alla conclusione di una parte dell’operazione e di prevenire altri abusi. L’ ‘operazione santuario’ andrà avanti. E lo farà nella consapevolezza delle autorità che Newcastle non è l’ultima città inglese ad essere ostaggio di gang islamiche a caccia di ragazzine bianche. Eloquenti in tal senso sono state le parole del direttore esecutivo del consiglio comunale di Newcastle, “purtroppo, ci sono prove di sfruttamento sessuale in quasi tutte le altre città del paese e chiunque dica di non aver avuto questo problema, non lo sta cercando”.
Evidentemente la lezione dei 1400 bambini abusati sessualmente a Rotherham non è servita neanche alla stampa, che, come sempre, tace per quieto vivere. Intanto dalle pagine del Telegraph si apprende che parlamentari e attivisti stanno chiedendo, per la prima volta, che i crimini di cui sono accusate queste gang, ai fini del processo, prevedano l’aggravante di razzismo.