Anche Ceroni vittima del “metodo Boffo”
22 Aprile 2011
di redazione
“Attacco alla Costituzione” titola Repubblica. “Si sta passando dall’Assedio alla Costituzione all’assalto all’arma bianca: è arrivato il momento del grido di allarme”, scrive trepidante Peppino Caldarola sul Riformista. “Deputato Pdl attacca Consulta e Qurinale”, dice il Corriere in prima pagina e il Fatto Quotidiano traduce da par suo: “Gli schiavi del Caimano vogliono dare tutto il potere alla Casta” (cioè al Parlamento). L’Unità mette in copertina una foto di Giorgio Napolitano da solo e di spalle a significare il senso della vulnerabilità e dell’agguato con su scritto: “Colpire al colle”.
Penserete che via sia sfuggito qualcosa, che eravate distratti durante i telegiornali della sera e mentre un novello tenente- colonnello Tejero entrava armi in pugno al Quirinale e assediava la Consulta con i suoi scherani voi stavate buttando la pasta. In questo caso certo tutti quei titoli e quegli allarmi si spiegherebbero.
Ma ovviamente non è così. Le prime pagine dei quotidiani di ieri non le ha conquistate un militare golpista in vena di “pronunciamentos”, ma tal onorevole Remigio Ceroni di Monterubbiano delle Marche. E’ lui il responsabile tutto l’allarme e lo sconquasso di questi giorni, è lui a portare l’Italia sull’orlo del barattro democratico.
Che cosa ha fatto il povero Ceroni? Ha presentato un disegno di legge. Beh, direte voi, è un deputato della repubblica, che cosa volete che faccia se non il tuo mestiere? Attenzione però, non disegno di legge qualunque ma un disegno eversivo. Secondo Ceroni infatti l’equilibrio tra i poteri in Italia si è sbilanciato a favore di istituzioni non elettive come la Magistratura, la Corte Costituzionale e la presidenza della Repubblica e a svantaggio del Parlamento e dunque della sovranità popolare. L’idea del deputato Ceroni è di introdurre una modifica nell’articolo 1 della Costituzione per ridare “centralità” al Parlamento.
E’ una tesi bizzarra, fuori tempo e fuori fase che Ceroni si è affrettato a definire “un iniziativa personale” e da cui tutto il Pdl – Berlusconi incluso – ha subito preso le distanze. Ma non tanto perché si tratti di una iniziativa “golpista” come all’unisono l’hanno definita Bersani e Di Pietro, piuttosto perché è una iniziativa sbagliata e in controtendenza. Questo paese soffre semmai di una eccessiva centralità del Parlamento: il nostro bicameralismo perfetto è una zavorra per l’attività di governo, un freno alla rapidità e all’efficienza del processo decisionale. Tant’è che questa stessa “centralità del Parlamento” che Ceroni vorrebbe inopinatamente rafforzare, è venerata e protetta ossessivamente dall’opposizione proprio in chiave anti-berlusconiana. L’aula parlamentare, con i suoi regolamenti bizantini, la gestione assembleare dei lavori, è il luogo d’elezione per la trama e l’agguato e contro i governi.
Quando Fini perse la battaglia della sfiducia lo scorso 14 dicembre sapeva che la sua risorsa contro l’ormai odiato Berlusconi e il suo governo sarebbe stato il “Vietnam parlamentare” che poi in gran parte si è realizzato nei mesi successivi. L’idea del Parlamento come strumento di manovra anti-governativa, di imboscata contro la maggioranza è tipicamente italiana e la sinistra l’ha accarezzata è protetta per tutti i lunghi anni della Prima Repubblica quando era confinata all’opposizione dal Fattore K e poteva solo prosperare nei meandri consociativi di Montecitorio e Palazzo Madama. Per poi riscoprirla in nome del Fattore B e della guerra al Cavaliere.
Bisognerebbe spiegare all’onorevole Ceroni che se c’è bisogno di un riequilibro dei poteri in Italia questo dovrebbe andare nel senso di un rafforzamento dell’esecutivo, quello sì rimasto nudo e inerme nell’opera di padri costituenti ancora sotto lo shock del fascismo. Se un nuovo indirizzo occorre dare alla Costituzione è certamente un indirizzo presidenzialista non certo verso un iper-parlamentarismo.
Tutto ciò rende ancora più incredibilmente strumentali le grida di allarme sollevatesi a seguito della trovata ceroniana. La rapidità e la simultaneità con cui opposizioni e giornali hanno trasformato Ceroni in un golpista folle o prezzolato hanno, queste sì, il sapore cupo del regime. Ogni giorno in Parlamento si depositano decine di disegni di legge sulle più astruse e disparate materie: è una delle facoltà, anzi forse la facoltà principale di ogni parlamentare. Aver costruito una ignobile canea sulle proposte di singolo deputato del Pdl, peraltro in aperta controtendenza rispetto alle idee prevalenti del centro destra, avrebbe dovuto suscitare semmai il plauso dell’opposizione. Non foss’altro per il coraggio e l’indipendenza mostrata da Ceroni. Invece, dopo aver accusato per anni il Pdl di essere un partito caserma eccoli tutti lì a pretendere la corte marziale per il soldato Remigio.
PS per la cronaca: così apre in prima pagina il Fatto quotidiano di oggi. Titolo: "Ieri picchiava la moglie oggi riforma la Costituzione". Sottotitolo: "Vita e opere di Ceroni, nuova stella del Pdl". Non è forse l’ennesimo e più becero esempio di applicazione del "metodo Boffo"?