Anche il fisco può aiutare l’Abruzzo
13 Maggio 2009
Anche il Fisco, a volte, può mostrare la propria faccia benevola. Anche dal Fisco possono dunque arrivare importanti aiuti per la popolazione d’Abruzzo.
Le misure recentemente predisposte dal Governo mirano infatti ad alleggerire chi è stato colpito dal terremoto almeno dai carichi fiscali, per quanto possibile, sia in modo diretto che indiretto.
Tra le misure “indirette”, per esempio, è stata prevista la deducibilità (nella dichiarazione 2010), per imprese e persone fisiche, delle erogazioni liberali versate a favore delle popolazioni colpite dal terremoto ed eseguite tramite la protezione civile e gli altri enti specificatamente individuati.
Fino al 31.12.2009 è stato inoltre previsto uno sconto del 7% sul prezzo al pubblico dei medicinali “equivalenti”, sono stati poi istituiti apposti gratta e vinci con vincolo di destinazione e i Monopoli di Stato, a partire dal 2010, potranno indire nuove lotterie e ulteriori modalità di gioco del lotto, sempre destinate a sovvenzionare la ricostruzione in Abruzzo.
Oltre all’estensione di sei mesi dell’indennità di disoccupazione e agli indennizzi per i precari, per gli artigiani e i commercianti che sono stati costretti a fermare la propria attività è stato poi previsto un contributo di 800 euro mensili. Tali misure si aggiungeranno quindi ai contributi già stabiliti con un’immediata Ordinanza, che ha stabilito la corresponsione di un contributo fino ad un massimo di 400 euro mensili e comunque nel limite di 100 euro per componente di nucleo familiare (in caso di persone di età superiore a 65 anni, portatori di handicap o disabili, è inoltre previsto un contributo aggiuntivo di 100 euro mensili).
Saranno infine previste agevolazioni tariffarie per i titolari (famiglie e imprese con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 10 milioni di Euro) di forniture di energia elettrica, gas naturale o GPL, oltre alla sospensione per due mesi dei termini di pagamento delle fatture (allo scadere di tale periodo, inoltre, d’intesa tra l’Autorità per l’energia elettrica e il Commissario delegato, potranno essere disposte nuove sospensioni).
Tra le misure “dirette” e propriamente fiscali, invece, avremo un’ulteriore estensione del pagamento dell’IVA al momento della effettiva riscossione del corrispettivo (cosiddetta Iva per cassa), l’esenzione dall’Ici (quella rimasta sulle seconde cose) e dall’Irpef per i fabbricati, la possibile istituzione di una zona franca urbana all’Aquila, con esenzioni fiscali per le Pmi, la sospensione dei pagamenti tributari e contributivi, l’esenzione dalle tasse universitarie per chi si iscriverà all’Università dell’Aquila e agevolazioni fiscali per la ricostruzione e la riparazione degli immobili secondo le regole antisismiche.
Tra le questioni ancora aperte invece c’è l’esenzione dell’IVA su tutte le future attività di ricostruzione e la possibilità per i Comuni colpiti dal terremoto di derogare al patto di stabilità interno. Di sicuro saranno concessi contributi diretti per la ricostruzione e crediti di imposta per la riduzione del rischio sismico. Tutti i contributi, peraltro, non concorreranno comunque alla formazione del reddito imponibile e del valore della produzione Irap.
La vicenda del cinque per mille da destinare alla ricostruzione, vicenda che ha creato da subito tante polemiche, è invece ancora in piedi, ma come ipotesi di una sorta di cinque per mille “bis”, cioè un cinque per mille del tutto nuovo rispetto a quello attuale e che affiancherebbe quello riservato al volontariato, a cui dunque non verrebbe decurtato alcun fondo.
Una cosa è certa: non ci saranno nuove tasse (neanche la tassa sui ricchi proposta dal centrosinistra, o la tassa una tantum proposta da Giuliano Amato). Anche l’aumento delle accise su sigarette e benzina, ipotizzato in un primo momento, è stato del resto alla fine escluso dal novero delle misure di aiuto ai terremotati.
Il governo, comunque, non ha pensato solo all’immediato, ma soprattutto al futuro. Per la seconda fase della ricostruzione sono stati infatti già accantonati 7 miliardi di fondi in conto capitale. Sarà questa del resto la fase più impegnativa.