Anche in Abruzzo il voto amministrativo riflette il sentimento di antipolitica

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Anche in Abruzzo il voto amministrativo riflette il sentimento di antipolitica

08 Maggio 2012

Le urne si sono chiuse e ciò che hanno consegnato è un risultato ampiamente previsto. Al di là dell’esultanza di pura facciata del Centrosinistra, infatti, il quadro disegnato dalle amministrative è lo specchio più che preciso della situazione attuale. L’unico vero vincitore, infatti, è stato il forte sentimento di antipolitica che sta attraversando l’Italia e più in generale l’Europa.

A bene vedere, infatti, probabilmente tra i partiti non c’è nessun vero vincitore. E tanto meno lo è, vincitore, quel nuovo schieramento, quel meno 6 per cento, composto da chi ha preferito non votare. Lo dice con grande onestà politica il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone: “Vorrei sottrarmi alla liturgia che segue ogni elezione quando, a risultato più o meno acquisito, c’è chi canta vittoria e chi dice che ha perso soltanto un po’- afferma -. Oggi mi sento di affermare che hanno perso i partiti e la politica, e hanno vinto l’astensionismo e la protesta”.

Certo, forse a L’Aquila dal Pdl ci si aspettava un risultato migliore. Ma anche in questo caso Piccone è chiaro: “Il problema non è Properzi. Non voglio togliermi di dosso una responsabilità, che comunque sento mia, ma devo dire che all’Aquila ho provato, fino alla fine, a mettere insieme delle alleanze. Ma la situazione non le rendeva possibili a causa di fattori personali. Così abbiamo presentato un nostro candidato di bandiera, Properzi, consapevoli che la maggioranza del nostro elettorato avrebbe votato per De Matteis, che, da tempo, ho detto che avremmo sostenuto in caso di ballottaggio. Considero, infatti, De Matteis un candidato di centrodestra”.

Ma non c’è solo L’Aquila. Ad Avezzano, ad esempio, la partita è ancora tutta da giocare ai ballottaggi. “E non la vedo così male – afferma il coordinatore regionale -. Certo anche lì il Centrodestra si è presentato diviso. Ma nei centri più piccoli siamo andati benissimo: vinciamo a Luco, che era la Stalingrado d’Abruzzo, e a Trasacco. E ci riprendiamo a Pescasseroli anche se con una lista civica. Al di là della vicenda-L’Aquila, che fa storia a sé, sono tre le città che politicamente faranno la differenza e per le quali dobbiamo aspettare i risultati del ballottaggio: Avezzano, Ortona e Montesilvano. E’ lì che ci giocheremo la partita e sono abbastanza ottimista sul risultato”.

Proprio in uno dei centri più importanti chiamati al voto, infatti, il Pdl è stato il partito più votato. A Montesilvano che è la quinta città d’Abruzzo, sarà decisivo il risultato del ballottaggio tra la candidata del Centrodestra, Manola Musa e lo sfidante del Pd, Attilio Di Mattia. Stesso discorso ad Ortona, dove al ballottaggioo si deciderà la sfida tra Remo di Martino, sostenuto dal Pdl e Vincenzo D’Ottavio (Pd).

Ma l’importante, al di là dei risultati, sarà, a questo punto, avviare un seria riflessione interna. E i vertici regionale del Pdl lo promettono senza esitazioni. “La gestione del partito va rivista completamente e non solo in termini di uomini – conclude Piccone -. Va fatta una valutazione su come porre riparo a una débâcle che è stata importante anche in Abruzzo. Non è sostituendo Piccone, e neppure Giuliante (coordinatore provinciale del Pdl all’Aquila ndr), che risolviamo il problema. E’, invece, sul sistema delle alleanze che va scritta una pagina nuova. Queste sono state le ultime elezioni della seconda Repubblica. Questo voto mette la parola fine a una lunga transizione che non si è mai conclusa. A partire da adesso dobbiamo cercare di allargare le nostre alleanze, cominciando dall’Udc che è un nostro alleato naturale. Tenendo conto, però, che lo scetticismo verso la politica non lo si batte solo con nuove alleanze ma con la riscrittura di un certo tipo di politica. La politica oggi è in crisi perché è in crisi il sistema. La politica non ha saputo governare il sistema e ora ne paga le conseguenze. Tutti noi dovremmo sederci un momento e cercare di capire che cosa proporre agli elettori in termini organizzativi e di progetti. Altrimenti andremo avanti con la frantumazione delle forze e con la crescita irrefrenabile del voto di protesta”.

Non è certo un’attenuante, ma la congiuntura negativa che soffia dal Baltico all’Adriatico non può essere sottovalutata. E proprio da lì invita a ripartire anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi: “La crisi, le difficoltà finanziarie degli enti sono la causa della insoddisfazione verso chi governa. Stessa tendenza in Francia, Grecia, Spagna e Germania. Bisogna stare bene attenti a non confondere gli effetti con le cause, che risalgono nel tempo”.