“Anche l’Italia dovrebbe adottare la tassazione proporzionale”

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“Anche l’Italia dovrebbe adottare la tassazione proporzionale”

17 Ottobre 2011

In Italia, come negli Stati Uniti, uno dei temi caldi della politica economica è sempre quello delle tasse. E mentre nel nostro paese il Governo è alla ricerca della copertura per realizzare la tanto attesa riforma fiscale, che nella mente di Tremonti si dovrebbe tradurre in un sistema a tre aliquote e taglio delle tax expenditures, negli Stati Uniti, già in piena campagna elettorale per le presidenziali del prossimo anno, il dibattito è acceso tra i Democratici che vogliono tassare la classe medio-alta e i Repubblicani che propongono un taglio deciso delle tasse. Su entrambi i paesi lo spettro della recessione e della crisi dei debiti sovrani.

Di questi temi, ne abbiamo parlato con il professor Alvin Rabushka, Senior Fellow della Hoover Institution di Stanford, la celebre think-tank americana che promuove il libero mercato e che annovera tra le sue fila anche il recente premio Nobel Thomas Sargent. L’occasione è la presentazione della versione italiana del suo ultimo libro "Flat Tax – La rivoluzione fiscale", scritto assieme ad un altro professore di Stanford, Robert Hall. Il professor Rabushka, che tra le altre cose è stato consigliere economico del presidente Reagan, è da anni impegnato nella promozione della tassazione proporzionale a livello internazionale ed ha svolto attività di consulenza presso numerosi Governi. Ora, il suo auspicio è che anche in Italia la rivoluzione fiscale in senso liberista possa avvenire, proprio mediante il sistema di tassazione proporzionale da lui proposto. E’ pienamente convinto che anche il nostro paese avrebbe diversi vantaggi dall’attuazione di questa soluzione.

Professor Rabushka, nel suo ultimo libro "Flat Tax – La rivoluzione fiscale" lei afferma che l’introduzione di una aliquota proporzionale avrebbe molti vantaggi per l’economia. Ci vuole spiegare perché?

Una semplice imposta proporzionale ridotta ha i seguenti benefici: facilità d’amministrazione (riduzione delle spese di gestione burocratica); facilità di comprensione (minori errori nella compilazione delle dichiarazioni); rafforzamento degli incentivi all’offerta di lavoro, del risparmio e degli investimenti, a causa del basso livello d’aliquota (elevato tasso di rendimento al netto dell’imposta) e possibilità di ottenere il 100 per cento di ammortamento degli investimenti per il primo anno; riduzione dell’economia sommersa, e rafforzamento dell’Italia come paese per investire e fare business.

In Italia, il nostro Governo sta scrivendo la nuova riforma fiscale. Pensa che la tassazione proporzionale sarebbe applicabile anche nel nostro paese?

La tassazione proporzionale è applicabile in ogni paese che impone tasse sul reddito. Semplicemente prevede la sostituzione delle complicate imposte sul reddito personale e sulle imprese con una semplice tassa integrata sui flussi di cassa generati dall’impresa, come spiegato approfonditamente nel mio libro.

Quali altri suggerimenti darebbe ai nostri politici circa la riforma fiscale?

La tassazione proporzionale è stata adottata in più di 35 paesi. I politici italiani dovrebbero visitare diversi di questi per osservare direttamente e consultarsi con loro sull’implementazione di questo tipo di tassazione. In particolare, raccomando l’Estonia e la Slovacchia.

L’Europa è afflitta dalla crisi del debito. Cosa dovrebbero fare la Banca Centrale Europea, la Commissione Europea e il Fondo Monetario Internazionale per risolvere questa situazione?

La riforma fiscale migliorerebbe gli incentivi per la crescita economica nei paesi dell’eurozona, ma non risolverebbe il problema intrinseco dell’incompatibilità che scaturisce da una sola politica monetaria che vada bene per tutti e dall’esistenza di politiche fiscali considerevolmente differenti tra gli Stati Membri. Le soluzioni economiche non coincidono con le soluzioni politicamente popolari. La mia soluzione è lasciar andare la Grecia in default ed espellerla dall’eurozona, come monito per gli altri paesi.

La crisi del debito è un grande problema anche negli Stati Uniti?

Sì. Gli Stati Uniti hanno un ampio e crescente problema di debito pubblico, ma i debiti delle banche private hanno avuto il loro sfogo nel 2008-2009 e la loro situazione è ora migliorata. L’Europa ha problemi con le sue banche ed il suo debito sovrano. La paura negli Stati Uniti è che non riusciremo a controllare la crescita del debito pubblico negli anni a venire, la qual cosa potrebbe generare una nuova crisi economica e finanziaria in un futuro non molto lontano.

Quali saranno le proposte relative all’economia nella prossima campagna elettorale per le presidenziali statunitensi?

I Democratici proporranno l’aumento delle tasse per la classe medio-alta ed i ricchi per supportare i programmi sociali. I Repubblicani enfatizzeranno il bisogno di tagliare la spesa pubblica e rallentare la crescita del debito pubblico e gradualmente raggiungere il pareggio di bilancio. I Repubblicani raccomanderanno anche delle riforme fiscali che aumentino la base imponibile e abbassino le aliquote fiscali.