Anche Obama ha capito che il problema non è il buco nell’ozono
05 Settembre 2011
Il presidente Barack Obama, citando la difficoltà per l’economia, ha chiesto venerdì all’Agenzia di Protezione dell’Ambiente (Environmental Protection Agency – EPA) di ritirare una norma sulla qualità dell’aria che, secondo i Repubblicani e i gruppi industriali, costerebbe milioni di posti di lavoro.
La mossa a sorpresa – giunta nello stesso giorno dell’avvilente rapporto sulla disoccupazione – ha mostrato l’importanza dell’industria energetica come un singolare lato positivo per l’aggiunta di posti di lavoro negli Stati Uniti. Gli standard più rigidi per lo smog che provoca l’ozono avrebbero potuto costringere gli Stati e le città a limitare alcuni progetti di petrolio e gas. Facendo questa mossa, la Casa Bianca ha chiaramente ritenuto che aveva molto di più da perdere dalle critiche delle aziende e dei Repubblicani di quanto poteva guadagnare dai gruppi ambientalisti che sostengono la norma.
La proposta dell’EPA del gennaio 2010, di inasprire gli standard della qualità dell’aria, portandoli a un livello inferiore di quello adottato sotto la presidenza di George W. Bush e ancor di più al di sotto di quello a cui aderiscono adesso la maggior parte degli Stati, è stata citata da mesi dai gruppi industriali e dai legislatori come “regolamentazione eccessiva” che riduce la ripresa economica. I candidati repubblicani alla presidenza hanno regolarmente criticato l’EPA nei comizi estemporanei.
In un comunicato Obama ha affermato che continua a impegnarsi per la salute pubblica e l’aria pulita, ma ha aggiunto, “ho continuato a sottolineare l’importanza di ridurre gli oneri normativi e l’incertezza normativa, in particolare perché la nostra economia continui a recuperare”.
Jack Gerard, presidente dell’American Petroleum Institute, ha affermato che la mossa indica che la Casa Bianca “sta diventando più sensibile all’incertezza creata dalla loro pesante mano regolatrice … stanno iniziando a capire che l’onere normativo fa molto di più per scoraggiare la creazione di occupazione di qualsiasi altra cosa”.
L’estrazione di petrolio e di gas ha aggiunto 1,700 posti di lavoro nel mese di agosto, secondo il Dipartimento del Lavoro. Halliburton Co., che serve l’industria di petrolio e gas, ha di recente dichiarato che ha previsto di aggiungere 11,000 posti di lavoro negli Stati Uniti quest’anno.
La produzione, un altro settore che sarebbe stato colpito dalla norma, ha perso 3,000 posti di lavoro nel mese di agosto ma era stata aggiunta una media di 14,000 posti di lavoro al mese. La Casa Bianca ha lasciato aperta la possibilità che lo standard potrebbe essere inasprito nel 2013, quando la norma sarà riconsiderata come parte di una revisione quinquennale stabilita dal Clean Air Act.
La mossa di Obama equivale a un rimprovero dell’amministratore dell’EPA Lisa Jackson, la cui decisione di inasprire lo standard era basata su una raccomandazione del consiglio direttivo che l’amministrazione Bush aveva respinto. In una dichiarazione, la Jackson ha affermato che l’agenzia “rivisiterebbe lo standard dell’ozono”, ma in modo evidente ha smesso di appoggiare la decisione del presidente.
Lo standard sull’ozono è uno dei vari regolamenti dell’EPA che è stato criticato, spingendo qualcuno a chiedersi se la Casa Bianca potrebbe ritardare o ritirarne degli altri. Questa settimana, il leader di maggioranza della Camera dei Rappresentanti Eric Cantor ha inviato una lettera ai membri del GOP elencando “i dieci regolamenti più pericolosi che distruggono il lavoro”, che includeva 7 norme dell’EPA.
“Speriamo di no, ma temiamo per il peggio”, Bill Becker, direttore esecutivo del National Association of Clean Air Agencies, ha detto della possibilità per un ritorno normativo. L’associazione ha invocato norme più restrittive. L’EPA ha proposto che gli standard sull’ozono sarebbero stati ristretti a un range tra 60 e 70 parti per miliardo, minore rispetto al 75 parti per miliardo adottati sotto la presidenza di Geroge W. Bush. La Jackson, scegliendo di proporre uno standard più rigido, non ha attuato lo standard di Bush, e la maggior parte degli Stati stanno aderendo adesso a un livello fissato nel 1997 a 84 parti per miliardo.
La Casa Bianca non ha detto se attuerà lo standard di 75 parti per miliardo, ma le persone da entrambi le parti hanno dichiarato che è improbabile dato che la revisione del 2013 è attualmente in corso. L’EPA ha stimato che lo standard più rigido salverebbe 12,000 vite ogni anno ma costerebbe all’economia fino a 90 miliardi di dollari annui. L’ozono, creato dalle emissioni delle automobili, delle centrali elettriche, della perforazione e delle fabbriche, può irritare il sistema respiratorio e rendere più difficile respirare. È stato legato ai problemi respiratori come l’asma e altre malattie.
I gruppi industriali hanno affermato che lo standard più rigido soffocherebbe la crescita economica rendendo più difficile per l’industria espandersi, perché i nuovi progetti di petrolio e gas e gli impianti di produzione aumenterebbero le emissioni che causano l’ozono. Molti Stati potrebbero essere incapaci di rilasciare i permessi a meno che non trovino altri modi per ridurre le emissioni.
“Sosteniamo qualsiasi decisione da parte dell’amministrazione di riconoscere l’enorme peso che le sue norme possono provocare sui posti di lavoro, l’economia e basso costo di energia elettrica”, ha affermato Vic Svec, un vice presidente senior al Peabody Energy Corp., il più grande produttore di carbone degli Stati Uniti.
I gruppi ambientalisti hanno accusato il presidente di aver ceduto alla pressione dei gruppi industriali. “La Casa Bianca ha preso le parti degli inquinatori industriali invece che del popolo americano”, ha detto Frances Beinecke, presidente del Natural Resources Defense Council. “Il Clean Air Act richiede chiaramente all’Environmental Protection Agency di fissare standard protettivi contro lo smog basato sulla scienza e la legge. La Casa Bianca adesso ha inquinato questo processo con la politica”.
I funzionari della Casa Bianca, che hanno affermato che il presidente ha preso la decisione giovedì, hanno respinto quella critica. “Questo non è un risultato della pressione del settore industriale. Questa è una valutazione di merito”, ha detto un funzionario.
Ma in una chiamata con i gruppi ambientalisti e altri sostenitori della norma, un funzionario della Casa Bianca ha detto che l’EPA è “al momento sotto attacco senza precedenti” e ha detto che i repubblicani hanno reso l’EPA “il centro dei loro sforzi”. Il funzionario si riferiva anche alla lettera di Cantor all’inizio della settimana.
Jason Grumet, presidente del Bipartisan Policy Center, ha affermato che la decisione non è sorprendente perché avrebbe messo l’onere sugli Stati. “è importante distinguere tra le norme che richiedono le riduzioni dell’inquinamento a specifiche industrie e le norme che obbligano gli Stati a intraprendere processi di pianificazione con risultati incerti”, ha dichiarato Grumet.
Tratto da The Wall Street Journal
Traduzione di Valeria Risuglia