Anche per Mario Monti questa è l’ora delle scelte

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Anche per Mario Monti questa è l’ora delle scelte

10 Dicembre 2012

Mario Monti non è tipo da "discese in campo". Il sofisticato bocconiano stizzito quando i giornali gli stamparono addosso l’appellativo di "Supermario" (lui che ha scritto per anni sul Corsera), è alieno da predellini o primarie. Da impolitico, preferisce non schierarsi. Un anno fa è stato chiamato dal presidente della Repubblica Napolitano a svolgere la funzione di garante dell’Italia davanti ai mercati internazionali, l’altro elettorato che decide le sorti delle democrazie moderne insieme al voto popolare. Oggi, rassegnate le dimissioni, aspetta, con la prudenza che lo contraddistingue.

La fretta fa i figli ciechi e per adesso deve gestire un’ordinaria amministrazione che tanto ordinaria non è. «Non sto considerando la questione della mia candidatura – ha detto rispondendo ai giornalisti – in particolare in questa fase tutti i miei sforzi sono concentrati nel completamento del tempo rimanente, che sembra limitato ma richiede applicazione intensa ed energia anche da parte mia». Ma è tutto un equilibrio sopra la follia di una campagna elettorale che è già partita alla grande e non sta ad aspettare chi stenta a prendere una decisione, dietro il camice bianco dei "super partes".

Gli ultimi giorni dimostrano che il tradizionale aplomb e l’aria di superiorità del "tecnico"  si stanno erodendo ("l’indignazione" mostrata dopo l’attacco del PdL), che la politica, con i suoi giochi, i suoi tempi, gli improvvisi strappi, spingono all’azione, alla decisione, alle scelte. In politica però chi dimostra insicurezza, imbarazzo, chi per carattere, stile ed abitudini è più abituato a pensare che a fare, deve adattarsi in fretta. Vale anche per Monti. Freddezza e lucidità non gli mancano.